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ora_basta : alla demoproclamazia di stampo europeo


ora_basta : alla demoproclamazia di stampo europeo
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ora_basta : alla demoproclamazia di stampo europeo

RTutti i decreti legge sino ad oggi emanati a causa della maledetta pandemia da COVID-19. Con la magica formula del “salvo Intese Tecniche” si stanno rivelando soltanto una sorta di previsione normativa. Per niente azzeccata, sopratutto nei termini economici.

Meglio di tutti può spiegare lo stato delle cose, ovvero l’animo dei comparti economici, l’intervento televisivo del Presidente Nazionale dell’Associazione Commercialisti dott. Marco Cuchel e non Mario come presentato dalla giornalista. L’ occasione è data dall’analisi del decreto di agosto, il quale come per i precedenti di giugno e luglio. Ha immediatamente ingenerato negli operatori economici e nei professionali numerose aspettative e dubbi. Ricordiamo che ad oggi il precedente decreto cura Italia attende ancora oltre i due terzi dei decreti, regolamenti o norme attuative.

il video dell’intervista del programma dentro i fatti, è reperibile dal TGCOM24 al seguente indirizzo telematico.
“http://telp.ri.telpress.it/news/2020/08/08/2020080802824911279.MP4”

Sembra raggiunta la misura della sopportabilità. Infatti i rapporti tra i cittadini sembrano fortemente compromessi da incomprensioni e circostanze. Che obbligano gli operatori economici a non poter essere o sinceri o precisi.

Tutto ciò quindi a discapito della società civile e dei suoi partecipanti.

Non si tratta del solito pressappochismo e circoscritta incoerenza che opprima la nostra realtà italiana. Si tratta proprio di essere posti nella condizione di operare scelte sbagliate.

Infatti ogni circostanza o fatto aziendale va rilevato in contabilità. Questo gioco del governo di lasciare lo spazio politico di rivedere regole e circostanze, pone l’intera categoria dei commercialisti in serissima difficoltà. Nei confronti delle imprese ormai poste fuori da qualsiasi mercato non nazionale se non strettamente locale.

Altro che rilancio economico, europa ed esportazioni.
La nostra democrazia ormai ha assunto connotazioni assurde.

I Commercialisti aderenti all’Associazione Nazionale di categoria. Stremati dalle avverse circostanze ambientali di lavoro, generate dai governi dell’incoerenza. Ma anche dagli aggravi di lavoro e dai rapporti che naturalmente si incrinano verso i clienti.

Hanno proclamato un inusuale “sciopero” infatti a memoria d’uomo non v’è traccia di alcuno sciopero dei professionisti men che meno dei commercialisti.

Lo sciopero a nostro avviso è una legittima e sostenibile conquista sociale dei lavoratori. Non certo lo strumento di protesta dei professionisti iscritti in albo professionale.

Per non parlare poi dei commercialisti i quali rivestono il ruolo del servizio e della fede pubblica.

Spero davvero che si possano trovare differenti soluzioni in difesa della categoria, prima del 15 settembre, che rappresenta la data dell’inizio del proclamato sciopero.

A nostro avviso quindi in luogo di procedere rischiando il fuoco incrociato dei clienti e dello stato. Per la interruzione del pubblico servizio alla quale inesorabilmente chi sciopererà, si espone.

Ci verrebbe da proporre all’ottimo presidente Cuchel. La rivisitazione dei proclami Governativi completi di magica formula del “salvo Intese Tecniche” in chiave critica. Ma anche in prospettiva dei procurati allarme ai cittadini ai mercati ed agli operatori economici a tutti i livelli.

Siamo economisti, meritiamo rispetto altrimenti tra gli apparati della democrazia non c’è il giusto feeling.

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