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Crisi d’impresa e finanza comportamentale


Crisi d’impresa e finanza comportamentale
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Categories : Tributarista

Crisi d’impresa e finanza comportamentale

Parlando di crisi aziendale, alcuni imprenditori sono convinti di poter affrontare meglio di chiunque altro i problemi finanziari della loro azienda, e che quindi, tirano avanti fino a quando riescono.

Poi quando sono disperati.  Non li vedi più.

Ma li senti per studi legali e tribunali che diffamano il professionista o il direttore della banca che li ha seguiti sino al conclamare della crisi aziendale.

C’è del vero nel senso che :

  • L’imprenditore il quale, se pur ha gestito sino alla crisi la sua impresa, deve restare utile riferimento per le attività correttive successive. È vero quindi, che nessuno meglio di lui conosce le cause della crisi e le modalità migliori per l’applicazione dei correttivi.
  • Molti analisti d’impresa o pseudo consulenti aziendali, purtroppo dobbiamo segnare anche qualche caso tra i colleghi iscritti, non perdono tempo con i problemi delle attività, e “concedono” quello che il debitore pressato oberato ma tenace nei suoi errori schiavo della sua malsana finanza comportamentale; Si vuol sentire dire. Basta che paga.

La gestione della crisi e la sua soluzione, non possono prescindere dal pensiero dell’imprenditore ed è per questo che il lavoro Professionale per la soluzione di qualsiasi crisi aziendale viene svolto con l’imprenditore, non per lui. L’unica che dovrà beneficiare del lavoro del consulente per la stesura di un piano di ristrutturazione o di rilancio, è l’impresa nel suo complesso produttivo. Non per singolo bene od elemento.

Possiamo affiancare l’imprenditore anche in maniera totalmente confidenziale e riservata per; L’accesso a tutti i documenti dell’azienda, ai dati che servono per preparare la strategia di risanamento, controllare sul campo i risultati del piano di riorganizzazione aziendale pre concordato.

Nei progetti per il risanamento della impresa se pur: analizziamo dati finanziari e suggeriamo strategie, individuiamo soluzioni commerciali e tecniche, in estrema sintesi lavoriamo per raggiungere gli obiettivi che abbiamo concordato e sottoscritto, ma.

Non prendiamo mai, il controllo dell’azienda.

È l’imprenditore che firma gli accordi raggiunti, lui che dispone il pagamento o gli incassi concordati con i creditori/debitori. Solo l’imprenditore quindi, decide e provvede.

Il nostro compito è rendere agevole all’imprenditore la ricerca degli elementi della crisi d’impresa, ma soprattutto le sue soluzioni.

Preparare il piano di ristrutturazione aziendale.

Nel piano di una crisi aziendale, il contributo dell’imprenditore per riorganizzare o rilanciare l’azienda è fondamentale.

Tuttavia l’imprenditore non potrà farcela con le sue sole forze, anche se tutto è facile e comprensibile sulla carta.

Infatti la “passione” per il suo lavoro che accompagna qualsiasi imprenditore durante le sue attività quotidiane, rischia di mettere a repentaglio tutta l’attività anti crisi, come già ha fatto con il cagionare la stessa.

Ad esempio se pur programmato un rientro, ma un creditore scaltro, saprebbe quali pressioni esercitare conoscendo il debitore per ferire il suo orgoglio e casomai farsi preferire nei pagamenti od addirittura essere saldato, mentre altri creditori non ricevono nulla. Le conseguenze devastanti sull’intero piano di ristrutturazione aziendale. Scaturiscono anche da queste attività che scatenano altri creditori verso il tribunale i quali si sentono giustamente discriminati dal debitore. Per questo per la soluzione della crisi aziendale bisogna modificare la finanza comportamentale dell’intera azienda.

La crisi aziendale,

Come qualsiasi patologia, va affrontata alla radice, un imprenditore a capo di un’azienda in crisi, se avesse avuto le facoltà per risolvere la crisi della propria impresa, avrebbe già posto i giusti correttivi, a presidio della stessa, senza rischiare il tracollo anche finanziario.

Quando si è sotto pressione, si è preoccupati per il futuro della propria azienda e il destino appare incerto, non si riesce ad affrontare nessun aspetto della situazione di crisi con lucidità, infatti molti, in palese confusione amministrativa comportamentale, pensano ancora di avere tutto sotto controllo. Non danno spazio ne fiducia naturalmente non ne ricevono.

Il nostro compito è quello di evitare che la pressione possa annebbiare il giudizio dell’imprenditore e portarlo a commettere errori che possono essere irreversibili e nefasti per l’azienda.

Come scegliere il professionista giusto per la soluzione della crisi o per la ristrutturazione aziendale.

Spesso si sente;

È successo perché ha deciso di fare da solo, oppure perché si è fidato dei consulenti e continua elencando avvocati commercialisti notai e qualche medico del lavoro o delegato della sicurezza.

La verità è che ci si affida al professionista sbagliato.

Nessuno meglio del Commercialista se iscritto in Albo Professionale; Meglio se Ragioniere Commercialista; Meglio ancora se figlio e nipote di precedenti commercialisti. Uno così ad esempio ha vissuto le differenti crisi d’azienda di ben tre epoche giuridiche sino alla recente riforma culminata nel nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Dlgs del 12 gennaio 2019 n. 14) pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 14.02.2019 n. 38 in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155 (Decreto legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14), è stato pubblicato in GU del 14.02.2019 n. 38 – Suppl. Ordinario n. 6.

Come sappiamo il Codice ha l’obiettivo di riformare in modo organico la disciplina delle procedure concorsuali, con due principali finalità:

  • consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese;
  • salvaguardare la capacità imprenditoriale di coloro che vanno incontro a un fallimento di impresa dovuto a particolari contingenze.

Naturalmente i Ragionieri hanno ricevuto una formazione in amministrazione d’azienda specifica, per cinque anni fino al diploma, sui fondamenti contabili e di computo, sulla merceologia, sulla pratica e diritto commerciale; Che altri, ad esempio i laureati; Non hanno.

Il Commercialista, tra i sui compiti istituzionali

Annovera quello di intercedere con il fisco ed evitare di incorrere nel rischio che l’Agenzia delle Entrate riceva segnalazioni mirate per le imprese, il Commercialista si occupa di difendere l’azienda e di razionalizzare o meglio, organizzare i sistemi di controllo preventivo. Dall’antitrust all’antiterrorismo, dagli adempimenti di natura civile e fiscale, a quelli in materia di salute, sicurezza, ambiente ecc. Oltre a sistemare i conti, o quello di controllare i margini di guadagno di analizzare il bilancio per intervenire ove e se necessario. A tutto ciò va aggiunta la carica di esperienze personali e dei risultati già dimostrati sul campo dal professionista incaricato.

Ecco perché è il Commercialista è il professionista più adatto a gestire i debiti aziendali e creare la struttura finanziaria più adatta al modello di core business.

Ha conoscenze adeguate sia giuridico-amministrative che fiscali è pratico della materia e naturale interlocutore con il tribunale dell’Esecuzione, sa bene come evitarlo quando non necessario.

ABC del piano di ristrutturazione aziendale.

È sicuramente la consapevolezza dell’imprenditore, la base solida e fruttifera su cui costruire la nuova impresa.

Se l’imprenditore non si convince di gestire una impresa in difficoltà, di cui non sa nulla, sa e conosce solo gli effetti, la sua esperienza lo convince che il tracollo è sicuro, se non si pone un rimedio alle difficoltà. Che non riesce a trovare e risolvere.

Non è possibile iniziare con possibilità di successo un percorso di organizzazione aziendale. Se non richiesto da un imprenditore convinto.

Una volta consapevole e tecnicamente affiancato, sarà in grado di realizzare un piano di ristrutturazione aziendale che guidi le azioni. Sarà precisamente definito un budget per sostenere i costi di ristrutturazione e le fonti di reperimento.

La scelta dell’interlocutore il Professionista che affianca l’imprenditore è una figura chiave, motivo principale per il quale molte proposte di transazione restano lettera morta. L’interlocutore oltre a essere capace e professionalmente elevato deve saper anche ricostruire processi produttivi ed attività, oltre e racchiudere in se doti solutive e di valido mediatore.

Esiste un modo per evitare questi problemi ed è quello di preparare un piano di ristrutturazione del debito aziendale a partire dall’analisi preliminare, seguendo l’andamento del mercato applicando i dovuti correttivi territoriali.

Finanza comportamentale e piano di ristrutturazione

Sono numerosi i principi per la pianificazione strategica aziendale necessari a tirar fuori l’azienda dalla situazione di crisi. Sarà proprio la finanza comportamentale ad essere analizzata e migliorata.

  1. Concentrazione di energie e risorse sulla parte produttiva dell’azienda,
  2. Revisione dei rami d’azienda in perdita e liquidazione eventuali beni non più funzionali.
  3. Revisione linee di credito, delle modalità di finanziamento e di gestione della liquidità aziendale.
  4. Conversione tipologie di credito in altre meno costose, prestando attenzione alle insidie riservate dai terzi creditori verso le operazioni di consolidamento debiti. Il piano di ristrutturazione aziendale include sempre un dettagliato budget finanziario previsionale.
  5. Negoziazione nuovi accordi con le banche, le finanziarie ed i fornitori in modo da ottenere tempo per pagare o anche dei grossi sconti sugli importi da restituire o sugli interessi da pagare.

Le somme risparmiate permettono, in concomitanza con gli altri interventi, di riequilibrare la struttura finanziaria dell’azienda e convertire il ciclo di cassa a sostenibile.

L’obiettivo finale è neutralizzare il rischio sul patrimonio,

In una situazione di crisi aziendale l’imprenditore cosciente che il suo comportamento finanziario ed amministrativo è dannoso per la sua impresa deve:

  1. Abbandonare idee persecutorie o di vendetta, edonismo e manie di onnipresenza.
  2. Essere ottimista.Ritrovare lo slancio iniziale di quando l’azienda nacque.
  3. Sviluppare senso cinico e concreto. L’azienda non si fa con il cuore, secondo il nostro Codice l’impresa nasce per produrre il reddito, per guadagnare e crescere.

Per essere sicuri di non sbagliare

Basta seguire passo a passo le direttive. Si è già sulla strada giusta.

Che le regole siano, poche e chiare, che vi sia molto contatto con il professionista scelto, il quale si dimostri da subito disponibile ed interessato al caso, ai documenti propedeutici alle persone ed alle strutture coinvolte.

Per informazioni mirate alle proprie esigenze c’è bisogno di entrare nel dettaglio dello specifico core Business in crisi per comprendere ciò che serve, per capire come e dove intervenire.

Il percorso con l’imprenditore, per la redazione del piano di ristrutturazione aziendale, il quale vuole salvare la sua azienda si articola in pochi e precisi punti:

  • analisi preliminare,
  • raccolta materiali necessari,
  • stato di salute dell’azienda,
  • conseguenze della persistenza operativa,
  • proposte e correttivi,
  • piano di ristrutturazione, budget finanziario previsionale.

La redazione definitiva del piano di ristrutturazione e rilancio di un’azienda in crisi, si baserà su un’approfondita analisi e conoscenza dell’azienda, in particolare occorre avere ben presente:

  • l’assetto istituzionale e la struttura organizzativa dell’azienda;
  • l’adeguatezza dell’impianto contabile;
  • l’efficienza e la tipologia delle procedure di controllo adottate;
  • le caratteristiche dei prodotti/servizi e del mercato di riferimento;
  • i cicli produttivi;
  • l’evoluzione nel tempo delle componenti patrimoniali, economiche e finanziarie aziendali (dati storici);
  • le cause le circostanze lo stato della crisi.

Senza invadere nei rapporti esistenti o addirittura incrinarli, potremo definire e analizzare le linee di credito, la clientela ed il fatturato, approvvigionamenti e spese i rapporti con i fornitori, analisi dei flussi finanziari e rapporti con le banche. Faremo di tutto per salvare il core business.

Siamo lo specifico staff tecnico, utile riferimento utilizzato per liberare l’azienda dai debiti e dai creditori spesso un poco troppo arroganti, a partire proprio da quelli di prima valutazione.

È possibile saperne di più e richiedere GRATUITAMENTE la prima valutazione, per la Consulenza Strategica al Piano di Ristrutturazione Aziendale in sigla “Pi.R.A.” by Incista Spa.


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