Redditometro & auto

Redditometro & auto

Redditometro & auto

Dopo l’ennesimo flop sugli aiuti economici, vedi il secondo Decreto Ristori e la incombente necessità di un terzo ristoro, per tutte le categorie “dimenticate” dal Governo.

Sicuramente saranno utilizzati fondi europei, che produrranno interessi da pagare.

Difficile quindi pensare ad una ripresa spontanea dell’economia e delle finanze.

L’unica via di fuga per il Governo è la lotta alla evasione fiscale, infatti la pandemia avrà modificato la vita a tutti, partendo proprio dal modo di intendere il lavoro, ma non ha fornito alcuna forma di contrasto alla evasione fiscale. Anzi!

Prima della pandemia l’attenzione fiscale era concentrata sulle spese dei contribuenti al fine di poter ricostruire con estrema precisione, il reddito prodotto, o quantomeno il flusso di danaro occorrente per il tenore di vita rappresentato dal redditometro.

Tra le spese capaci di determinare un Accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate vi sono quelle legate all’acquisto ed al mantenimento dell’auto anche se non di grossa cilindrata ed anche se non è stata acquistata ma è solo in lungo noleggio oppure in  leasing.

La possibilità che il coronamento del proprio sogno possa creare problemi con il fisco è concreta

Infatti la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate sappiamo che hanno in calendario i controlli a tappeto per stanare le evasioni fiscali e, nella valutazione dei soggetti a rischio, fanno riferimento al possesso di beni di elevato valore come auto e non solo di lusso, infatti è ben noto a chiunque che il mantenimento in esercizio di un natante anche di piccole dimensioni di un’auto d’epoca o storica implica l’impiego di molto capitale.

Completano il ciclo delle attenzioni ovvero si determina una recrudescenza la coincidenza tra bene mobile sospetto e la e proprietà/disponibilità di appartamenti di grande dimensione.

Molti concessionari, mossi dalla necessità di convincere il cliente all’acquisto dell’auto, suggeriscono di prendere la macchina in leasing/noleggio. Sperando di evitare l’allerta del sistema informatico fiscale (SID). Infatti nella circostanza il cliente non risulterà intestatario. Ma non è così !

È possibile l’accertamento fiscale per l’auto in leasing ?

E l’auto usata ?

A partire da quale cilindrata per l’auto si rischia l’applicazione di un accertamento scaturito dal redditometro ?

A fornire una risposta a questo comprensibile dubbio sono state numerose pronunce della Cassazione tra cui l’ultima  [Cass. ord. n. 29750/2018.].

La pronuncia della Corte Suprema spiega come funziona il redditometro auto non solo per le auto di lusso, ma per qualsiasi altro mezzo di trasporto che il contribuente non possa apparentemente permettersi. Tenuto conto dei dati di reddito dallo stesso dichiarati.

L’acquisto di una macchina può comportare dei rischi nei rapporti con il fisco, vediamo se le cose cambiano in caso di auto di seconda mano o in lungo noleggio ovvero quello finanziario cosiddetto leasing.

Ma procediamo secondo l’indice che segue:

Cos’è e come funziona il Redditometro

Chi spende di più di quanto dichiara all’Agenzia delle Entrate è perché ha dei redditi nascosti.

Su questo principio nasceva il redditometro, ma oggi ?

Chi più spende più guadagna !

Così ragiona il software in uso al fisco con cui vengono messi su una bilancia, da un lato, i redditi riportati nella dichiarazione annuale e, dall’altro, gli acquisti per incrementi patrimoniali, intesi per tali anche le spese occurrenti per il mantenimento dello stesso patrimonio: se c’è scostamento più alto del 20% di quanto risulta dalla dichiarazione presentata per l’annualità in accertamento, allora parte l’allerta per l’ufficio delle imposte di competenza.

Ma prima di poter acclarare che il maggior impiego di spesa o di incremento patrimoniale è frutto di evasione fiscale, con l’aggravante dell’auto riciclaggio di proventi illeciti;

Il contribuente è invitato; A fornire chiarimenti sulla provenienza del denaro impiegato in più, rispetto a quanto dichiarato nell’anno, e nei 5 precedenti quello in contestazione.

A questo punto; Se ritenute insufficienti le giustificazioni, l’Agenzia delle Entrate con il supporto della consolidata Cassazione, parte all’attacco e notifica l’accertamento fiscale. Non c’è scampo solo la Commissione Tributaria potrà rilevare eventuali vizi di forma della procedura.

Redditometro per auto nuova

Il Redditometro è viene utilizzato per qualsiasi acquisto fatto dai contribuenti ma solo per quelli di valore elevato e che siano “tracciabili”;

È il caso dell’acquisto di qualsiasi bene mobile od immobile la cui proprietà risulta trascritta nei pubblici registri.

L’attenzione fiscale quindi si concentra sui contratti di acquisto anche di beni di consumo dove bisogna fornire il codice fiscale o la partita Iva: un mutuo, un affitto, un viaggio, un’utenza telefonica. V’è di più non dimentichiamo che a ciò si aggiungono tutte le spese di manutenzione e/o riparazione.

Tornando a chi compra una macchina e non ha un reddito sufficiente non solo per pagarne il prezzo, ma anche per mantenerla ivi compresi i costi periodici che essa comporta come il bollo, l’assicurazione, la benzina è molto probabile che sia convocato a documentare con quali soldi ha fatto fronte alla spesa.

La giurisprudenza unanime espressa dalla Suprema Corte, attesta nello specifico che la titolarità di un’automobile fa scattare il redditometro.

Sta al contribuente dimostrare che :

  1. il presunto reddito maggiore non esiste;
  2. l’esborso non è riconducibile al contribuente;
  3. la differenza di reddito non è significativa ai fini dell’accertamento;
  4. la spesa è stata possibile con redditi soggetti a ritenuta alla fonte;
  5. la spesa esiste ma in misura inferiore a quella contestata.

Secondo la giurisprudenza [Cass. sent. n. 13041/17 del 24.05.2017], infatti, è legittimo l’accertamento fiscale dell’Agenzia delle Entrate successivo all’acquisto di un’auto, «in quanto fondato sui fattori-indice, essenzialmente costituiti dal possesso da parte del contribuente di determinati beni in concomitanza, attestati un tenore di vita definibile di lusso (macchine, case, barche, cavalli, qualsiasi bene rifugio, ecc.).

Si tratta di elementi sintomatici di capacità di spesa occultata da cui deriva la presunta corrispondente disponibilità di un adeguato reddito da tassare in capo al Contribuente».

Redditometro per auto usata

Al momento sembra che le cose vadano meglio per chi acquista un’auto di seconda mano. Infatti la Suprema Corte ha statuito che [Cass. ord. n. 23715/2018], non c’è rischio di un accertamento fiscale se il valore residuo del mezzo usato è minimo.

Ma se la macchina dovesse avere ancora un discreto valore allora il controllo sarebbe lecito, sopratutto in presenza di ingenti spese di mantenimento.

Redditometro per auto in leasing

Con l’ordinanza cui abbiamo fatto riferimento in apertura, la Cassazione ha ritenuto legittimo l’accertamento fiscale basato sul redditometro anche se l’auto di lusso non è stata acquistata ma è soltanto in leasing.

La legge [Art. 38 DPR n. 600/1973] si legge – legittima la presunzione, da parte dell’amministrazione finanziaria, di un reddito maggiore di quello dichiarato dal contribuente sulla base di elementi indiziari dotati dei caratteri della gravità, precisione e concordanza.

E ancora, per la Cassazione, in presenza di tale presupposto, la norma non impone altro onere all’Amministrazione  Finanziaria ma piuttosto consente al Contribuente di offrire la prova contraria: Con la espressa precisazione che l’entità di tali redditi e la durata del loro possesso devono risultare da idonea documentazione. Non bastano eventuali prove testimoniali.

Come contestare il redditometro auto

Considerato come l’acquisto la locazione oppure il leasing di un’auto possa mettere in moto il redditometro, vediamo come il contribuente può difendersi.

Se convocato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di precedenti indagini oppure dall’Agenzia delle Entrate per segnalazione tributaria, il Contribuente deve dimostrare la fonte da cui provengono i redditi “eccedenti il 20%” rispetto a quelli denunciati nella dichiarazione dei redditi, grazie ai quali si è potuto permettere determinate spese.

Esperita la fase precedente la notifica dell’accertamento, compresa la possibilità di raggiungere un accordo con l’Amministrazione Finanziaria;

Al Contribuente non rimane quindi che impugnare e contestare l’accertamento con redditometro.

Ovviamente dovrà fornire prova documentale e dimostrare che eventualmente:

  • ci sono errori procedurali;
  • ci sono errori materiali o di calcolo;
  • i soldi sono frutto di un prestito tra parenti: nel caso si dovrà quindi dimostrare il passaggio di denaro dal conto del parente a quello proprio oppure a quello dello stesso venditore; Oppure dovrà produrre le copie degli assegni con cui gli è stato donato il denaro; Un ulteriore documento che attesti la non assoggettabilità del prestito ad interesse verso il parente coinvolto, perchè esposto anch’esso ad accertamento.
  • i soldi sono risultati da un risarcimento assicurativo oppure da una vincita al gioco: La prova documentale della maggiore disponibilità economica è di quelle previste per la circostanza;
  • ha venduto un oggetto di sua proprietà (ad esempio la precedente macchina) e con il ricavato, o parte di questo, ha comprato il nuovo veicolo;
  • ha ottenuto un mutuo;
  • ha percepito altri redditi esenti o già tassati alla fonte che, come tali, non andavano riportati nella dichiarazione dei redditi. di cui non si è voluto tener conto durante la fase precedente l’accertamento.

Di norma nelle attività di revisione è sempre prestata particolare attenzione alla documentazione delle spese tenuto conto della rilevanza ai fini del redditometro.

Dal Blog è possibile richiedere adesso la CONSULENZA specifica GRATUITA: il blogger esperto – sulla base delle esigenze specifiche– verificherà se ci sono i presupposti per applicare i servizi del blog. Per ridurre il rischio da accertamento a causa del redditometro oppure per ridurre il carico fiscale in maniera inattaccabile.

Eventuali esigenze specifiche del lettore vanno analizzate, il tutto va impostato per essere adattato al caso concreto eventualmente sottoposto. Per redigere un parere scritto per il web, è opportuno rivolgersi ad un professionista esperto della materia e che abbia conoscenze approfondite di del web.

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Esazione Imposte; prescrizione o decadenza ?

Esazione Imposte; Ad Ottobre ricomincia la diatriba - prescrizione o decadenza ?

Esazione Imposte; Ad Ottobre ricomincia la diatriba – prescrizione o decadenza ?

La Pandemia e look down hanno contribuito a rendere le cartelle di pagamento sospese per la riscossione;

Molti si domandano; Allora nulla sarà più dovuto ?

Chiariamo subito che gli effetti della pandemia sulla riscossione delle imposte. Hanno soltanto sospeso i termini di prescrizione, pertanto tutte le attività poste in essere presso l’esattore delle imposte restano congelate.

Le somme che sono state oggetto di ruolo consegnato all’esattore. Sono tutte lì ad attendere la fine della sospensione che sembra sia operativa già dal 14 ottobre.

Invece! Se l’ente ha ritardato la formazione del ruolo. Resta operativa e non sospesa la decadenza dello stesso ente per la richiesta e la formazione del ruolo da consegnare all’esattore. In quanto solo la decadenza non è suscettibile di sospensione.

Da ciò ne discerne una sostanziale differenza tra l’istituto della prescrizione e quello della decadenza.

Va detto ancora che le regole della prescrizione non possono essere applicate alla decadenza.

È chiaro quindi. Che nel momento in cui si dovesse ricevere la notifica di un ruolo. Emesso dall’ente impositore tramite una cartella di pagamento da parte dell’esattore delle imposte. Bisogna con molta cautela analizzare il documento ricevuto e gli atti che lo hanno preceduto. Presso gli enti coinvolti nella formazione del ruolo, anche tenuto conto dei due sopra cennati momenti.

Con queste note non si esorta l’evasione. L’elusione fiscale ovvero inutili contenziosi tributari, ma semplicemente si vuol rendere edotti i debitori o presunti tali, sui propri diritti.

Come di consueto l’analisi dei ruoli notificati, resta attività di studio totalmente gratuita per i fruitori del nostro Blog ed i collegati sui social.

Per qualsiasi necessità, non rinunciate all’utilizzo della form che segue per richiedere l’analisi degli atti ricevuti.

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ora_basta : alla demoproclamazia di stampo europeo

ora_basta : alla demoproclamazia di stampo europeo

ora_basta : alla demoproclamazia di stampo europeo

RTutti i decreti legge sino ad oggi emanati a causa della maledetta pandemia da COVID-19. Con la magica formula del “salvo Intese Tecniche” si stanno rivelando soltanto una sorta di previsione normativa. Per niente azzeccata, sopratutto nei termini economici.

Meglio di tutti può spiegare lo stato delle cose, ovvero l’animo dei comparti economici, l’intervento televisivo del Presidente Nazionale dell’Associazione Commercialisti dott. Marco Cuchel e non Mario come presentato dalla giornalista. L’ occasione è data dall’analisi del decreto di agosto, il quale come per i precedenti di giugno e luglio. Ha immediatamente ingenerato negli operatori economici e nei professionali numerose aspettative e dubbi. Ricordiamo che ad oggi il precedente decreto cura Italia attende ancora oltre i due terzi dei decreti, regolamenti o norme attuative.

il video dell’intervista del programma dentro i fatti, è reperibile dal TGCOM24 al seguente indirizzo telematico.
“http://telp.ri.telpress.it/news/2020/08/08/2020080802824911279.MP4”

Sembra raggiunta la misura della sopportabilità. Infatti i rapporti tra i cittadini sembrano fortemente compromessi da incomprensioni e circostanze. Che obbligano gli operatori economici a non poter essere o sinceri o precisi.

Tutto ciò quindi a discapito della società civile e dei suoi partecipanti.

Non si tratta del solito pressappochismo e circoscritta incoerenza che opprima la nostra realtà italiana. Si tratta proprio di essere posti nella condizione di operare scelte sbagliate.

Infatti ogni circostanza o fatto aziendale va rilevato in contabilità. Questo gioco del governo di lasciare lo spazio politico di rivedere regole e circostanze, pone l’intera categoria dei commercialisti in serissima difficoltà. Nei confronti delle imprese ormai poste fuori da qualsiasi mercato non nazionale se non strettamente locale.

Altro che rilancio economico, europa ed esportazioni.
La nostra democrazia ormai ha assunto connotazioni assurde.

I Commercialisti aderenti all’Associazione Nazionale di categoria. Stremati dalle avverse circostanze ambientali di lavoro, generate dai governi dell’incoerenza. Ma anche dagli aggravi di lavoro e dai rapporti che naturalmente si incrinano verso i clienti.

Hanno proclamato un inusuale “sciopero” infatti a memoria d’uomo non v’è traccia di alcuno sciopero dei professionisti men che meno dei commercialisti.

Lo sciopero a nostro avviso è una legittima e sostenibile conquista sociale dei lavoratori. Non certo lo strumento di protesta dei professionisti iscritti in albo professionale.

Per non parlare poi dei commercialisti i quali rivestono il ruolo del servizio e della fede pubblica.

Spero davvero che si possano trovare differenti soluzioni in difesa della categoria, prima del 15 settembre, che rappresenta la data dell’inizio del proclamato sciopero.

A nostro avviso quindi in luogo di procedere rischiando il fuoco incrociato dei clienti e dello stato. Per la interruzione del pubblico servizio alla quale inesorabilmente chi sciopererà, si espone.

Ci verrebbe da proporre all’ottimo presidente Cuchel. La rivisitazione dei proclami Governativi completi di magica formula del “salvo Intese Tecniche” in chiave critica. Ma anche in prospettiva dei procurati allarme ai cittadini ai mercati ed agli operatori economici a tutti i livelli.

Siamo economisti, meritiamo rispetto altrimenti tra gli apparati della democrazia non c’è il giusto feeling.

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hashtag #ItalExit

hashtag #ItalExit

hashtag #ItalExit

Tra non molto si torna alle urne, i partiti cominciano a lanciare i propri programmi purtroppo cominciando dalle deficienze degli altri.

Ciò ovviamente gioca a svantaggio di chi propone questo tipo di politica, diciamo obsoleto.

Nessuno vuole più studiare quello che succede, di cosa ha veramente bisogno l’Italia. Perchè l’europa ci ha tolto ogni stimolo. Ma se a qualcuno andasse di soffermarsi su una buona lettura consiglio un tradizionale libro di storia. Prima che le politiche anti nazionaliste in atto lo facciano scomparire.

Storia. vol. 3. Capitolo 24 dal titolo L’Unione Europea; Dal 1900 a oggi. Di Andrea Giardina, Giovanni Sabbatucci, Vittorio Vidotto.

Ebbene dalla trasparente lettura si capisce che l’unione europea ha avuto i suoi alti e bassi tra l’unione dell’economia e l’unione della sovranità transnazionale.

Ormai tutti gli stati, costretti a subire le discriminazioni imposte dalle regole europee, sempre distanti dalle singole realtà che pretendono di regolamentare.

Draghi! il quale in luogo di provvedere ad indebitare. L’Italia senza curarsi su che fine facessero i soldi europei ad interesse salatissimo in termini economici ed in termini di riforme.

Come il peggiore degli investitori.

Ancora nel 2015. Ci dimostrava come la politica europeista finalizzata al potere. Era capace di distogliere l’attenzione, nell’articolo pubblicato al tempo dal Sole 24 Ore, risponde sulle previsione dei trattati in maniera più che forviante. Sicuramente mendace a mente della recente #Brexit. Eppure quindi dal trattato di maastricht c’è la CLAUSOLA DI RECESS. Infatti l’articolo 50 del trattato sull’Unione europea prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall’Unione europea (UE).

Nel 2017 stretto tra più morse. È costretto a rivedere la sua improbabile e menzognera posizione per accettare possibile l’uscita di un stato da parte della UE. Ma il monito per l’Italia è quello di un enorme esborso di danaro. Ebbene anche questa scemenza è stata sconfessata. Infatti i soldi per interessi passivi che siamo costretti a pagare all’europa. Ed i costi in termini di recessione che siamo costretti a pagare. Oltre ai costi in termini di qualità di vita che siamo costretti a pagare. Sorpassano di gran lunga qualsiasi somma eventualmente fossimo costretti a pagare. Una volta usciti dalla UE per come si dimostra contro l’Italia e gli Italiani.

Eppure il periodo di due anni per contrattare l’uscita, sembra soccorrere a qualsiasi evenienza. Per favorire il rilascio di nazione che comunque sono restie all’integrazione in questa europa frutto della fusione dei paesi dell’est post comunisti.

Infatti  importanti componenti della commissione ammettono che alcuni regimi nazionali come anche in Italia. Non è consentito una naturale adesione all’europa scevra da distinzioni e ripensamenti interni al paese.

Questa tornata elettorale è possibile che vedrà tra i vincitori chi. In luogo di decantare le deficienze dei colleghi politici. Esponga un programma di rilancio economico e che prima proponga la democratica consultazione referendaria invocata da più parti d’Italia #italexit.

Se proprio non si vuol provvedere in parlamento e sappiamo tutti bene il perché.

Il flop dei Grillini. L’ostruzionismi al primo partner di governo e la rocambolesca alleanza successiva, rendono bene l’idea su chi e come votare non votare alla prossima tornata elettorale.

Infine rinnovo l’invito a qualsiasi Economista Italiano e non. Il quale con calma tramite la form che segue mi possa spiegare cosa costa all’Italia l’Uscita da questa Unione Europea.

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Decreto Cura Italia 2020: cessione crediti deteriorati – credito d’imposta

Decreto Cura Italia 2020: cessione crediti deteriorati - credito d'imposta

Decreto Cura Italia 2020: cessione crediti deteriorati – credito d’imposta

Possibile trasformare in credito d’imposta i crediti deteriorati e le perdite fiscali: lo prevede il Decreto Cura Italia

Leggi tutto “Decreto Cura Italia 2020: cessione crediti deteriorati – credito d’imposta”

COVID-19: Perchè il MES non ci può aiutare?

Il Meccanismo Europeo di Stabilità  in sigla MES, conosciuto anche come Fondo Salva Stati, funziona in maniera tale che se uno stato ha difficoltà economiche, l’europa interviene con aperture di credito e finanziamenti; Però, oltre a dover restituire la somma prestata o mutuata, lo stato dovrà inserire nel proprio Ordinamento Giuridico  le riforme imposte dagli altri paesi.

Dalla 2 giorni di Lisbona del 24 – 25 Marzo 2012 date storiche in cui abbiamo perso gran parte della nostra Sovranità Nazionale, e così in Italia ogni tanto, siamo costretti ad inserire nel nostro Ordinamento Giuridico norme europee dettate dall’invidia e dall’odio, non conformi alla corretta amministrazione del popolo fiero, di aver riunito l’europa per primo. Grazie ai Romani.

L’europa. Oggi non fa più per gli Italiani.

L’humus che ha portato a quella sottoscrizione è cambiato, adesso la gente ha fame e veramente non c’è lavoro. Ricordiamo il momento politico con questa foto del convegno che ha partorito il Meccanismo Europeo di Stabilità.

Il secondo da destra in prima fila, da non crederci è proprio lui, Silvio Berlusconi. Il grande, quello che si è fatto da solo che è a capo di un impero economico, finanziere e stratega politico. È stato capace di firmare la condanna a morte dell nostra Bella Costituzione. Forse pensava che l’Italia non avrebbe mai attinto al fondo salva stati.

Con la scusa del COVID-19 gli europeisti daranno la spallata finale alla nostra libertà. Per non parlare delle generazioni future destinate a supportare tutta l’europa finanziariamente, sempre con maggiori restrizioni.

Possiamo avere una maggiore cognizione di ciò che dovremo essere e fare, per poter mantenere la nostra Dignità Nazionale seguendo, Mauro Scardovelli e Diego Fusaro sul canale youtube di quest’ultimo al quale è possibile iscriversi! per tenersi informati nel modo migliore in questo caso per una diagnosi e terapia della emergenza COVID-19 prorogata oggi dal Governo sino al 13 Aprile.

Dal loro condivisibile pensiero, si capisce che non c’è tempo per pensare il momento è certamente utile per far meglio riflettere tutti ed evitare così, che la nostra Costituzione sia sottomessa ad altre regole, come è stata già sottomessa la finanza.
Inaccettabile.
Parassiti della società e politici sono le uniche categorie che possono digerire un discorso così capestro, come quello che sostiene il MES.
La dignità con la vita non si scambiano, quando perdi la vita perdi la dignità ma anche il contrario; È totalmente inutile che i politici cerchino ragioni per scindere le due. I risultati sono disastrosi per tutti tranne per chi vive con stipendi da 5 6 mila euro in su al mese, quindi i politici ed i parassiti.
Mi rivolgo agli altri quelli che invece guadagnano il proprio stipendio, ebbene oggi del vostro almeno il 30% se ne va per supportare l’europa e le sue isterie.
Ma se non usciamo da questa europa saremo completamente destinati a supportare direttamente la banca centrale europea.
Ce la faremo a sconfiggere il virus, ma saremo anche capaci di riformare il sistema economico prima che infetti quello Giuridico.
Dalle parole del Presidente Conte di oggi in TV traspare la volontà di non collegare questa emergenza al MES. Ma perchè per le altre è fatto bene ?
Siamo fiduciosi verso una irrinunciabile veloce e matura “Italexit”.
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