Miniguida NFT: del Commercialista

Miniguida NFT: del Commercialista Con l'attività del commercialista inizia questa serie di approfondimenti simpaticamente battezzata "miniguida NFT" riguardo l'impiego dei Non Fungible Token in ampio ambito libero professionale.

Con l’attività del commercialista inizia questa serie di approfondimenti simpaticamente battezzata “miniguida NFT” riguardo l’impiego dei Non Fungible Token in ampio ambito libero professionale.
Saranno oggetto di approfondimento tutte le attività professionali dal commercialista al medico, dall’agronomo all’ingegnere, vedremo insieme come questi professionisti potranno utilizzare gli NFT e perchè dovrebbero cominciare a farlo.

È possibile anche segnalare la propria attività per suggerire l’approfondimento e cominciare così a creare i propri NFT e migrare la finanza in cryptomoneta.

Digitalizzazione, tocca tutti gli Italiani

Si argomenta tanto sulla digitalizzazione, ma ovviamente una volta digitalizzata un’attività il contenuto prodotto diventa un bene non fungible, il passo quindi è breve verso la sua tokenizzazione, al documento potrà essere quindi assegnato un valore ed un pagamento od un compenso, che avverrà in valuta naturalmente digitale.
I NFT (Non Fungible Token) sono token digitali unici che rappresentano un’attività lavorativa sia essa espressa da un testo oppure un video con o senza audio, un’immagine o qualsiasi altra attività od opera della professione, che possa essere rappresentata digitalmente.

Gli NFT vengono utilizzati per creare

La prova sulla originalità ovvero sulla proprietà l’autenticità dell’attività del commercialista, successivamente resa digitale. Pensiamo a quante firme digitali oggi già sono apposte dal professionista commercialista.
Gli studi professionali come quello del commercialista, possono beneficiare dell’utilizzo degli NFT in diversi modi, neanche immaginabili al momento.
Possiamo pensare ad un registro digitale, per la proprietà intellettuale dello studio, contenente i ricorsi i contratti e tutti i documenti prodotti ad och per la clientela, ivi compreso il Know How.
Gli NFT nello studio commerciale possono essere utilizzati per la registrazione dei marchi, per la tutela dei diritti d’autore e per la gestione delle licenze, per verbalizzare assemblee o sancire delibere condominiali, attestare benefici ai soci agli amministratori a tutti quelli che hanno rapporti tra privati, con le società oppure con l’impresa o con l’imprenditore.
Diciamo in questa Miniguida NFT: del Commercialista che se siamo a buon punto con la digitalizzazione, non possiamo dire la stessa cosa e siamo sicuramente agli albori dell’impiego degli NFT professionali; Ogni previsione è sicuramente un limite al larghissimo impiego degli NFT anche negli studi commerciali.

È certo che gli NFT

Gli NFT possono essere utilizzati per creare un sistema economico di incassi e pagamenti alternativo alle banche e tracciato digitalmente. Anche se questo tipo di transazioni nascono per supportare il commercio relativo alle opere soprattutto d’arte digitali, ma di fatto, hanno eliminato la necessità di intermediari finanziari e rendono le transazioni più veloci ed efficienti.

Sfuggono a qualsiasi controllo esterno

Le transazioni digitali operano e sono note soltanto al cedente ed al cessionario oggi e per sempre, ciò supportato dalla garanzia di ciascuna block chain su cui si regge l’intero sistema degli NFT.

È certo in questa Miniguida NFT: del Commercialista che gli NFT possono anche essere utilizzati per creare un mercato digitale per le attività digitali e non, quali ad esempio le dichiarazioni dei redditi, oppure la certificazione di un bilancio od un rendiconto; il che consente ai professionisti, di vendere e distribuire le loro attività in modo più efficiente, ed ai clienti di acquistare e possedere attività uniche. Con tutte le inderogabili garanzie contenute nell’ormai famoso Smart Contract.
Gli NFT possono rappresentare l’opportunità per i commercialisti di diversificare la loro attività; Offrendo servizi di consulenza in ambito NFT ai loro clienti, per esempio, aiutando le aziende a creare e utilizzare NFT per le loro attività.

Creare e gestire il conto non più corrente, ma “portafoglio”, era ora che i nostri soldi fossero depositati nel nostro privatissimo “wallet”, non da ultimo la fiscalità conseguente.

Miniguida NFT: del Commercialista- L’attività del Governo

Nonostante l’apertura verso la liberazione sulla circolazione del contante sino alla soglia dei 4.999,99 euro le politiche connesse alla limitazione all’uso del contante quali ad esempio i questionari dell’Agenzia delle Entrate, se non proprio gli accertamenti, l’atteggiamento diffidente delle banche che in larga misura operano le segnalazioni.

Altro non fanno che, spingere ad utilizzare la criptovaluta, guardacaso alla base del NFT, anche se le somme non hanno natura od origine illegale. A giudicare quanto si legge in giro questa opinione non è limitata alla presente Miniguida NFT: del Commercialista.
In generale, l’utilizzo degli NFT in ambito degli studi professionali può portare a una maggiore efficienza, trasparenza e sicurezza nelle transazioni commerciali relative alle attività digitali e non.

Sono tanti quindi i temi da affrontare ed a questo punto ciascun lettore riuscirà a trovare il modo di impiegare gli NFT nelle proprie attività.

Miniguida NFT: del Commercialista- in Conclusione

Spero che questo articolo sia stato utile a riflettere sull’impiego degli NFT. Commercialisti e non, se hanno bisogno di ulteriori informazioni per digitalizzare e tokenizzare le vostre attività, saremo felici di aiutarvi.
Non dimenticate di registrarvi al blog per non perdere tutte le schede informative sulla “miniguida NFT”.

CCII in concreto: adeguati assetti

Riforma CCII in concreto: obbligo di adeguati assetti organizzativi per tutte le aziende

Il 15 Luglio 2022 è scattata la Riforma CCII in concreto: obbligo adeguati assetti organizzativi per tutte le aziende italiane volti all’emersione precoce della crisi.

La riforma del CCII in concreto: obbligo di adeguati assetti organizzativi per tutte le aziende, nella pratica riguarda la verifica degli adeguati assetti organizzativi per tutte le aziende, il suo naturale indicatore è l’ESG obbligo che deriva dall’entrata in vigore della legge 155/2017 che, di fatto, rivoluziona il diritto fallimentare e si allinea a quelle che sono le direttive europee in materia.

Non c’è più tempo da perdere, le imprese devono necessariamente mettere mano alla verifica degli adeguati assetti organizzativi.

Le nuove disposizioni in materia impattano notevolmente sull’amministratore inadempiente che, oltre al danno, rischia molto.

L’attività svolta dalle aziende che non sono dotate di adeguato assetto organizzativo è da considerarsi illecita al pari di una attività condotta con patrimonio netto negativo esponendo direttamente gli amministratori i sindaci ed i revisori, alla responsabilità solidale e risarcitoria.

In pratica cosa comportano queste novità? Lo vediamo insieme.

Riforma CCII in concreto: obbligo di adeguati assetti organizzativi

Il D.lgs. n. 14 2019 “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza”

Nel 2017 la riforma della crisi di impresa introduce procedure di allerta per favorire l’emersione dello stato di crisi in fase precoce e il monitoraggio della salute delle aziende in capo a diversi soggetti, anche per preparare le stesse imprese all’adozione della direttiva EU 1023/2019 vincolante dal 16 Luglio 2016.

La legge, però, rimane in attesa dei decreti attuativi fino a Gennaio 2019.

A partire dal 2019 viene imposto all’imprenditore collettivo di adottare un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato (ai sensi dell’art.  2086 c.c.) alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa e della perdita della continuità aziendale.

Simultaneamente a questo, visto il ruolo chiave dell’imprenditore e degli amministratori nel contesto di questa norma, viene introdotta anche la responsabilità solidale ed illimitata degli amministratori.

In altre parole nel momento in cui l’impresa si trova in difficoltà e non riesce a pagare un soggetto terzo, automaticamente il giudice può richiedere il pagamento con il patrimonio personale degli amministratori, nel momento in cui questi non riescono a dimostrare, attraverso un documento con valore legale, di aver provveduto al monitoraggio degli adeguati assetti.

Di fatto però, nell’impostazione della norma, non erano stati definiti i parametri necessari alla definizione degli adeguati assetti.

CCII in concreto: adeguati assetti

Segnali di allarme e allineamento alla legge

Quali sono i segnali di allarme?
Come monitorare la situazione aziendale per rilevare questi segnali?

Il perimetro di ciò che ogni imprenditore è obbligato a fare per adempiere alla legge viene definito da un’esatta elencazione dei segnali di allarme:

  • l’esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno trenta giorni pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni; 
  • l’esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno novanta giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;
  • l’esistenza di esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari che siano scadute da più di sessanta giorni o che abbiano superato da almeno sessanta giorni il limite degli affidamenti ottenuti in qualunque forma purché rappresentino complessivamente almeno il cinque per cento del totale delle esposizioni; 
  • l’esistenza di una o più delle esposizioni debitorie nei confronti del Fisco e dell’Inps nelle soglie previste dal nuovo articolo 25-novies, comma 1, del Codice della Crisi.

Riforma CCII in concreto: obbligo di adeguati assetti organizzativi

15 Luglio 2022 – entra in vigore la riforma del CCII: adeguati assetti e composizione negoziata della crisi

Dal 15 Luglio 2022 diventa effettiva la normativa e con essa il D.L. 2022, che contribuisce a:

  1. fornire una chiara e puntuale descrizione degli adeguati assetti previsti dall’art. 2086 c.c. che ogni azienda deve adottare per essere in regola con il dettato della legge
  2. introdurre il nuovo istituto della composizione negoziata della crisi d’impresa

Con “adeguato assetto” si afferma che chiunque eserciti l’attività di impresa deve adottare un assetto organizzativo idoneo al fine di:

  • rilevare squilibri di natura economica, finanziaria e patrimoniale
  • monitorare l’insorgere di segnali di allarme: debito con AdE, INPS, AR, dipendenti, fornitori, bance.
  • Verificare la sostenibilità dei debiti successivi nei 12 mesi
  • Ottenere le informazioni della checklist per la composizione della crisi d’impresa

Di queste attività sarà fondamentale documentarne attraverso report con data certa.

In sostanza, nel caso in cui l’azienda si trovi con una denuncia in tribunale da parte di un portatore d’interesse oppure vi sia una sanzione di responsabilità verso gli amministratori, per provare l’avvenuto monitoraggio degli adeguati assetti e salvaguardare il proprio patrimonio personale:

  • gli amministratori dovranno provare il monitoraggio periodico degli anni precedenti
  • avere data certa sugli elaborati trimestrali tramite marca temporale sul PDF con firma digitale

Composizione negoziata: cos’è, vantaggi (rispetto al concordato fallimentare)

Per gli imprenditori che si trovano in affanno, al posto di procedure aggressive come il concordato fallimentare è possibile accedere, in modo volontario, alla composizione negoziata della crisi che non allontana l’amministratore dal proprio ruolo.

La composizione negoziata è una procedura semplificata volta a ridurre l’indebitamento per mezzo di un esperto indipendente nominato dalla camera di commercio che media tra aziende e creditori.

Attraverso la composizione negoziata:

  • L’imprenditore continua ad amministrare in maniera esclusiva
  • Ha la tutela del patrimonio di impresa/imprenditore
  • Solo su base volontaria
  • La privacy viene garantita
  • Non possono essere fatti decreti ingiuntivi
  • Durata 180gg (rapida)

I compiti degli amministratori dal 15 Luglio 2022 nell’ambito della Riforma CCII in concreto: obbligo di adeguati assetti organizzativi per tutte le aziende

Sulla base delle novità introdotte dalla nuova normativa gli amministratori devono in ogni caso:

  • creare l’adeguato assetto e fare il monitoraggio periodico di prevenzione della crisi d’impresa
  • redigere report infra annuali a data certa per difendere il patrimonio personale di soci e amministratori

crypto asset nel mondo: le regole nazionali

crypto asset nel mondo: le regole nazionali

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. Abbiamo già avuto modo di approfondire l’argomento asset attraverso gli smart contract degli NFT, oppure la compravendita degli immobili virtuali. Oggi vogliamo approfondire sulle risorse finanziarie digitali, basate sulla tecnologia di contabilità distribuita (DLT) e sulla crittografia della block chain, che genera i “crypto asset”.

Considerando che la Banca Centrale Europea ha deciso di creare la sua crypto valuta. Siamo tutti onerati di conoscere ed approfondire l’argomento “crypto attività” perchè ormai è chiaro che siamo solo agli albori delle possibilità di impiego dell’attività criptata.

Con riguardo alla valuta crypto è considerata un bene non fungibile, immateriale, soggetto a valutazione e come tale attribuisce vantaggi e svantaggi.

Può essere oggetto di scambio e mezzo di pagamento, ragion per cui gli stati hanno interesse a sfruttare le transazioni e gli scambi per rilevare un imponibile fiscale. Nel contempo hanno l’onere di tutelare chi si avventura nel crypto mercato.

Nel rendere tassabile la crypto valuta sono emerse questioni importanti per i responsabili politici di governo sin dalla creazione della prima valuta virtuale nel 2009. Ed in diretta dipendenza della loro esponenziale crescita e utilizzo sempre più diffuso.

Le crypto valute, per le quali non esiste una definizione uniforme, che abbracciano un vasto spettro di forme e scopi eterogenei. Hanno una serie di caratteristiche intrinseche e uniche che pongono sfide ai responsabili politici.

Il mercato dei crypto asset nel 2022

Dopo un 2022 caratterizzato dal crollo generalizzato delle quotazioni. I mercati delle crypto valute si stanno stabilizzando con livelli di capitalizzazione in media in calo tra il 50% ed il 70%.

Occorre notare che a livello storico l’attuale declino delle valutazioni non è un fenomeno raro, né particolarmente estremo per assets innovativi. I quali si sono sviluppati in un ambiente altamente speculativo.

Tuttavia, sarebbe un errore pensare alla fine dei crypto asset, in realtà dovrebbe essere considerato come un processo naturale di consolidamento del settore.

In quanto i progetti realmente solidi hanno attraversato la tempesta, mentre tutti i discutibili progetti che sopravvivevano solo grazie al crescente ingresso di capitale speculativo. Stanno inesorabilmente implodendo.

Prospettive di regolamentazione internazionale 

Le autorità di regolamentazione nazionali e internazionali continuano i lavori di sviluppo di un quadro per governare questo nuovo enorme mercato.
La sfida in un’area così nuova e dirompente richiederà probabilmente ancora tempo per essere finalizzata. Alla sfida si aggiungono la natura ambigua delle risorse digitali stesse e la mancanza di definizioni standardizzate, che creano così problemi di sovrapposizione e giurisdizione.

La regolamentazione

Di questo nuovo settore richiederà un coordinamento e un impegno internazionali con l’industria in quanto rappresenta un’opportunità di progresso.
Un approccio eccessivamente restrittivo potrebbe soffocare l’innovazione e guidare il settore verso giurisdizioni più accoglienti. Poiché il nuovo universo digitale è intrinsecamente globale e senza confini.
Alcuni paesi hanno iniziato a rispondere a queste sfide pubblicando linee guida sul trattamento delle crypto valute.
Con l’aumento dell’utilizzo della crypto valuta, aumentano anche le normative in tutto il mondo che vengono messe in atto per regolamentarle fiscalmente e civilmente.

Il panorama delle crypto valute è in continua evoluzione e tenersi aggiornati con le regole nei diversi territori dei mercati globalizzati, non è facile.
Ciò nonostante il numero di giurisdizioni dotate di indicazioni fiscali sulle crypto valute continua ad aumentare.

Poiché le autorità fiscali si rendono conto, che sia gli individui che le imprese. Hanno bisogno di linee guida per essere consapevoli di come adempiere ai propri obblighi civili e fiscali.

Sebbene la tendenza al rialzo sia leggermente rallentata rispetto al notevole aumento tra il 2017 e il 2018. Entro il 2022 dovrebbero concretizzarsi diversi progetti di regolamentazione da parte delle principali autorità internazionali.

Uno dei fattori più importanti, per determinare come le regole fiscali vengono applicate alle crypto valute. È il modo in cui sono classificate nella legislazione fiscale locale.

Sebbene vi siano alcune deviazioni.

La maggior parte delle giurisdizioni fiscali; Ha emesso linee guida trattandole come una forma di proprietà, asset intangibile o valuta estera.

Ripercorriamo insieme le principali nazioni impegnate nella regolamentazione dei cripto asset.

Cripto asset nel mondo: “Stati Uniti d’America”

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Stati Uniti d’America”.

Negli Stati Uniti e in Canada

Sebbene le crypto valute non siano considerate come valute. I governi hanno emesso numerosi documenti informativi e propongono misure di supporto per il loro utilizzo nella vita commerciale. Inoltre vengono condotti studi per diventare leader in questa tecnologia in futuro.

In alcuni paesi sudamericani.

Invece, L’uso delle crypto valute è stato vietato a causa delle preoccupazioni per crimini come l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Unica eccezione El Salvador, infatti è l’unico paese ad aver introdotto il bitcoin come moneta nazionale a corso legale.

Negli Stati Uniti, la regolamentazione delle crypto valute è frammentata, poiché si verifica sia a livello federale che statale. A livello di regolamentazione statale, c’è una frattura emergente nell’approccio adottato. Alcuni stati stanno approvando leggi favorevoli per attrarre investimenti, stimolare l’economia o muoversi con la tecnologia moderna, mentre altri sono molto meno favorevoli.

A livello federale, c’è una quantità crescente di regolamentazione delle crypto valute da parte di numerosi organismi. Le autorità di regolamentazione bancaria statunitensi non hanno emesso nuove regole, ma si attengono invece alle linee guida esistenti.

L’Internal Revenue Service (IRS) 

Non considera le crypto valute come valuta a corso legale. Ma le definisce come “una rappresentazione digitale del valore che funziona come mezzo di scambio, unità di conto e/o riserva di valore” e, secondo la guida pubblicata nel 2014, vengono trattate ai fini fiscali come proprietà.

Nel dicembre 2020, Il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) ha proposto una nuova regolamentazione sulle crypto valute; Per imporre requisiti di raccolta dati sugli scambi e sui portafogli di crypto valuta.

La regola implementata nel corso del 2022 richiede agli scambiatori di inviare segnalazioni di attività sospette (SAR) per transazioni superiori a $ 10.000 e richiederebbe ai proprietari di portafogli (Vallet) di identificarsi quando inviano più di $ 3.000 in una singola transazione.

Nel 2021 l’amministrazione Biden ha rivolto la sua attenzione alle stablecoin, con l’intenzione di affrontare il pericolo della crescita di valore e dell’utilizzo di queste tipologie di token.

Il Congresso ha anche discusso il ruolo delle piattaforme di exchange e dei fornitori di servizi di crypto valute proponendo nel disegno di legge sulle infrastrutture (legge pubblica n. 117-58), emanato il 15 novembre 2021,  nuove regole in base alle quali sono considerati broker e devono rispettare gli obblighi di segnalazione e registrazione in ambito dell’antiriciclaggio.

Il Dipartimento di Giustizia continua a coordinarsi con la SEC e la CFTC sulle future normative sulle crypto valute per garantire un’efficace protezione dei consumatori e un controllo normativo più snello. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Canada
Le crypto valute non sono valute a corso legale in Canada ma possono essere utilizzate per acquistare beni e servizi online o nei negozi che li accettano.

Il Canada è stato abbastanza proattivo nel trattamento delle crypto valute, regolandole principalmente in base alle leggi provinciali sui titoli ed ha introdotto entità che si occupano di valute virtuali ai sensi del Proceeds of Crime (Money Laundering) e del Terrorist Financing Act (PCMLTFA) già nel 2014.

Nell’agosto 2017, i Canadian Securities Administrators (CSA) hanno emesso un avviso sull’applicabilità delle leggi sui titoli esistenti alle crypto valute e nel gennaio 2018 il capo della Banca centrale canadese le ha caratterizzate come titoli.

Il governo canadese ha pubblicato una bozza ufficiale di nuove normative sugli scambi di crypto valute e sui metodi di pagamento nel giugno 2018, per poi rilasciare i suoi regolamenti finali alla fine del 2019.

Nel giugno 2021 il governo ha modificato le sue linee guida per utenti di cripto valuta e professionisti fiscali infatti sono entrate in vigore anche linee guida per la segnalazione di grandi transazioni in valuta virtuale al Financial Transactions and Reports Analysis Center of Canada (FINTRAC).

La Bank of Canada sta portando avanti un’agenda di ricerca attiva sull’opportunità che una banca centrale emetta la propria valuta digitale.

In un discorso del febbraio 2021 sull’innovazione dei pagamenti oltre la pandemia, il vice governatore della BoC Tim Lane ha ribadito la posizione nel documento di discussione, ma è stato più aperto al concetto di stablecoin. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Messico
Nel 2018, con l’approvazione della legge per la regolamentazione degli istituti di tecnologia finanziaria “Legge Fintech”, il governo messicano ha stabilito un quadro normativo per l’industria fintech compreso un capitolo sulle crypto valute.  

Tuttavia, la legge Fintech non disciplina in modo specifico le particolarità del mercato delle crypto valute e non offre linee guida per la tassazione dei redditi derivanti da compravendita e mining.

Sulla base della definizione della legge Fintech, le crypto valute potrebbero essere definite ai fini fiscali come beni immateriali o beni mobili, e non dovrebbero essere considerate contanti o valuta.  

Nel marzo 2019, il Consiglio per la stabilità del sistema finanziario messicano ha deciso di adottare una posizione conservatrice per quanto riguarda le crypto valute (definite come asset virtuali nella legge Fintech), considerando che dovrebbe esserci una sana distanza tra gli asset virtuali e il sistema finanziario messicano.  

La più recente comunicazione del 28 giugno 2021 delle principali autorità di regolamentazione finanziaria, in particolare la Banca centrale del Messico, ha stabilito che nessuna valuta virtuale è attualmente soggetta a regolamentazione, che non costituisce una valuta legale in Messico e non può essere offerta o scambiata da istituzioni finanziarie regolamentate in Messico. 

Crypto asset nel mondo:

le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Argentina
In Argentina, le crypto valute come i Bitcoin sono definite dalla Financial Information Unit (UIF) come una “rappresentazione digitale del valore che può essere scambiata digitalmente e fungere da mezzo di scambio; e/o un’unità di conto; e/o una riserva di valore, ma non ha corso legale in nessuna giurisdizione e non è né emesso né garantito da alcun governo o giurisdizione”.

La legge di riforma fiscale ha introdotto diverse modifiche alla legge sull’imposta sul reddito (ITL) nel dicembre 2017 e ha stabilito diverse disposizioni relative alle “valute digitali”.

I guadagni ottenuti da persone fisiche residenti derivanti dalla cessione di valuta digitale sono soggetti a questa tassa programmata a un’aliquota del 15%, mentre per le persone giuridiche l’aliquota varia dal 25% al 30%.

A causa dell’instabilità economica e delle restrizioni sui cambi, l’Argentina è diventata uno dei primi ad adottare la crypto valuta in America Latina e nel mondo nel tentativo di proteggere i propri risparmiatori dall’inflazione e di superare il divieto di acquistare e trasferire valuta estera all’estero.

Le crypto valute non sono vietate in Argentina e sono quindi legali. Tuttavia, il governo ha emanato regolamenti in materia di crypto valute relative alla tassazione e alla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.

Per il codice civile e commerciale argentino, le crypto valute, in quanto, rappresentazione digitale del valore, sono beni immateriali che possono far parte della proprietà di persone fisiche e giuridiche.

Nel maggio 2022, la banca centrale argentina ha inflitto un duro colpo alle crypto valute, vietando alle istituzioni finanziarie del paese sudamericano di offrire ai clienti qualsiasi operazione che coinvolga asset digitali non regolamentati. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Brasile
Le crypto valute sono state definite per la prima volta nel maggio 2019, quando l’Ufficio federale delle entrate (Secretaria Especial da Receita Federal do Brasil – “RFB”) ha emesso una sentenza normativa (Instrução Normativa) per introdurre requisiti di segnalazione per le transazioni che coinvolgono tali attività.

Anche se le crypto valute e altri asset virtuali simili possono essere utilizzati privatamente come metodi di pagamento alternativi, sono classificati come beni o beni mobili.  

Anche se non sono considerati denaro e non esistono normative specifiche in materia, l’atteggiamento del governo nei confronti dei crypto-asset è sempre più positivo.

Le autorità di regolamentazione stanno esaminando le tecnologie promettenti per l’impatto e la trasformazione sulla società, in particolare nel settore finanziario, ma non solo.  

Le norme fiscali brasiliane non prevedono disposizioni specifiche in materia di crypto valute.
Poiché tali beni rappresentano diritti di proprietà di valore, la tassazione segue le regole generali applicabili ai beni mobili.

I titolari devono dichiarare le proprie attività virtuali nelle dichiarazioni dei redditi, che sono soggette a plusvalenze derivanti dalle vendite.

Nel caso in cui i guadagni siano limitati a 30.000 BRL al mese, non verrebbe applicata alcuna tassazione. In caso contrario, sono tassati per plusvalenze con aliquote che possono variare dal 15% (guadagno inferiore a 5 milioni di BRL) e 22,5% (guadagno superiore a 30 milioni di BRL). 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “El Salvador”
Si è affermato come un pioniere nelle crypto valute con la sua adozione nel 2021 di bitcoin come moneta a corso legale nel paese.

Il presidente Nayib Bukele ha abbracciato completamente il bitcoin con la promessa di nessuna imposta sul reddito sulle crypto valute e prevede di costruire una città geotermica per cercare di attirare il mining di bitcoin.

Il Fondo Monetario Internazionale ha esortato El Salvador a invertire la rotta, adducendo preoccupazioni per la stabilità finanziaria del Paese.

Il passaggio allo stato di corso legale è ampiamente considerato un esperimento rischioso, infatti le agenzie di rating del credito declassano i rating del debito del paese.  

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Colombia
La Sovrintendenza finanziaria della Colombia (SFC) ha praticamente proibito alle banche di fornire servizi finanziari alle società di crypto valute, le principali autorità del paese hanno affermato che le crypto valute non hanno corso legale e che le aziende non sono autorizzate a consigliarle o gestirle.

Nel 2018, la SFC ha pubblicato documenti che evidenziavano i “rischi” propri della crypto valuta. Successivamente, numerose banche colombiane hanno disattivato i conti relativi alle crypto valute.
Il quadro fiscale per le crypto valute non è chiaro ma contraddittorio, perché varie agenzie colombiane non sono d’accordo su come tassare le crypto valute. In primo luogo, l’entità fiscale colombiana considera Bitcoin e altre valute digitali come beni materiali. 

Al contrario, la SFC considera le crypto valute come beni immateriali, assoggettandole così alle imposte sul reddito. La Soprintendenza al Commercio, invece, ha dichiarato che le crypto valute sono considerate prive di valore. Queste differenze di opinione tra le agenzie colombiane hanno fornito un quadro fiscale oscuro per i crypto assets valutari.

Ad oggi, non esiste una chiara legislazione o divieto specifico sull’uso delle crypto valute, ma gli avvertimenti del governo hanno indotto le banche a disattivare gli account relativi alle crypto valute e hanno creato un ambiente che rende impossibile l’operatività delle società orientate alle crypto valute. 

Crypto asset nel mondo:

le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Bolivia
Il governo boliviano ha vietato l’uso di crypto valute già nel 2014, nella convinzione che avrebbe facilitato l’evasione fiscale e l’instabilità monetaria. “È illegale utilizzare qualsiasi tipo di valuta che non sia emessa e controllata da un governo o da un’entità autorizzata“, ha affermato la banca centrale della Bolivia (BCB).

La Bolivia si è astenuta dal reprimere o criminalizzare la detenzione o il commercio di crypto valute, ma non ha consentito alle aziende e ai broker di fornire servizi relativi alle crypto valute nel paese. La BCB ha dichiarato pubblicamente: “le crypto valute potrebbero non essere gestite attraverso il sistema finanziario boliviano in quanto non operano con l’autorizzazione della BCB o dell’Autorità di vigilanza sul sistema finanziario”. 

Crypto asset nel mondo:

le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Europa
L’Europa oltre ad essere impegnata a sperimentare l’introduzione del suo EURO COIN, favorisce la digitalizzazione è una delle poche giurisdizioni ad aver implementato una serie di proposte e regole standard che fungono da riferimento per i paesi membri.

L’UE ha stabilito, infatti, piani per una specifica regolamentazione delle crypto valute nota come Markets in Crypto-assets (MiCA) per colmare il divario nell’ambito della regolamentazione delle crypto valute e mira a creare un quadro favorevole all’innovazione che non ponga ostacoli all’applicazione delle nuove tecnologie, garantendo nel contempo un approccio comune in tutto il mercato unico.

Aumenterà inoltre il ruolo delle principali autorità di vigilanza finanziaria a livello dell’UE, come l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e l’Autorità bancaria europea (ABE), in termini di controlli e coordinamento.

Secondo la Corte di giustizia europea, Bitcoin e altre crypto valute funzionano solo come agenti di pagamento (nessun altro scopo che l’adempimento dei pagamenti). Ciò consente che la vendita e l’acquisto di crypto valute siano esenti dall’IVA all’interno dell’UE. Ogni transazione relativa all’acquisto o alla vendita di crypto valute è senza IVA. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Italia
Il diritto tributario italiano non prevede una normativa specifica per le crypto valute o le relative transazioni. L’Agenzia delle Entrate ha emesso diversi ruling fiscali relativi a casi specifici.
Purtroppo i chiarimenti in materia di fiscalità indiretta in relazione al mondo degli asset digitali e delle crypto valute sono molto limitati.

La qualificazione delle crypto valute rimane incerta in gran parte a seconda delle caratteristiche specifiche di ciascuna risorsa.

La prima sentenza pubblicata nel 2016 (provvedimento n. 72/E/2016)

Si riferiva solo alle transazioni bitcoin sulla base della posizione della Corte di Giustizia Europea.

Di conseguenza, l’autorità fiscale italiana qualifica bitcoin come valuta estera ed estende al bitcoin le norme fiscali italiane previste per i trattamenti della valuta estera.

Nel caso di vendita/acquisto di bitcoin effettuata da una società che effettua un servizio di cambio tra valuta tradizionale contro unità della valuta bitcoin virtuale e viceversa, il margine di cambio è stato considerato esente da IVA senza diritto a detrazione.

Un secondo ruling pubblicato nel 2018 (provvedimento n. 14/2018)

Ha affrontato le problematiche fiscali generate dall’emissione attraverso un’Initial Coin Offering e dall’assegnazione di utility token che sembrano qualificarsi come contratti a termine dal punto di vista fiscale.

Le autorità fiscali italiane hanno chiarito che il trattamento IVA dell’ICO (Initial Coin Offering) dei token di utilità dovrebbe essere simile al trattamento IVA dei voucher (cioè fuori campo fino a quando non viene effettuata la fornitura sottostante). Conseguentemente, l’attività dell’emittente è stata considerata dal fisco italiano come un servizio imponibile soggetto ad aliquota ordinaria al momento del pagamento del corrispettivo.

Nel febbraio 2022

L’Italia ha pubblicato nuove regole di antiriciclaggio (Anti Money Laundering, AML) per le società di crypto valute che delineano i requisiti di registrazione e segnalazione per i VASP in linea con le norme antiriciclaggio dell’UE e le linee guida del Gruppo di azione finanziaria (GAFI) per le società di crypto valute. Le nuove regole richiedono anche ai fornitori di servizi di asset virtuali di registrarsi in un elenco speciale per le società di crittografia.

La registrazione è richiesta se le aziende offrono servizi relativi alle risorse digitali nel paese. L’Italia ha aderito all’European Blockchain Partnership (EBP) insieme ad altri 22 paesi nell’aprile 2018 per consentire agli Stati membri di collaborare con la Commissione Europea sulla tecnologia blockchain.

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Germania
La “Legge di attuazione della direttiva di modifica sulla quarta direttiva dell’UE contro il riciclaggio di denaro” ha reso la Germania uno dei primi paesi al mondo a consentire alle istituzioni finanziarie (FI) di custodire crypto valute come un nuovo tipo di “servizio finanziario” incorporandolo nella legge bancaria tedesca.

A partire dal 1 gennaio 2020,

Gli enti che desiderano offrire questo servizio devono richiedere l’autorizzazione a BaFin (l’Autorità federale di vigilanza finanziaria).

Il governo tedesco è stato uno dei primi paesi a fornire certezza giuridica alle istituzioni finanziarie, consentendo loro di detenere crypto valute.  

I regolamenti stabiliscono che i cittadini e le persone giuridiche possono acquistare o scambiare crypto valute purché ciò avvenga tramite scambi autorizzati che abbiano la licenza rilasciata dal BaFin.

Essendo uno stato membro dell’Unione Europea

La Germania attua le varie direttive antiriciclaggio dell’UE. In qualità di membro del AML (Anti-Money Laundering), CFT (Combatting the Financing of Terrorism) e GAFI (Financial Action Task Force), la Germania segue inoltre rigorose politiche di approccio basato sul rischio (RBA) come Enhanced Due Diligence ( EDD) e Know Your Customer (KYC).

Secondo BaFin non sono quindi né moneta, moneta elettronica, moneta a corso legale né valuta estera o banconote e monete estere. BaFin classifica invece i Bitcoin come “unità di conto” ai sensi della legge bancaria tedesca, ovvero come unità di valore non denominate a corso legale, che è almeno paragonabile alla valuta estera.

L’Ufficio federale delle imposte centrale tedesco considera le crypto valute come denaro privato ai fini fiscali. Per i privati i guadagni inferiori a 600 euro derivanti da crypto valute detenute per meno di un anno sono considerati esentasse, mentre sono in ogni caso esenti da tasse in Germania le crypto valute detenute per più di un anno.

Se nessuna delle condizioni è soddisfatta, gli utili sono tassati in base alle aliquote ordinarie del reddito.

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Francia
Nel suo rapporto annuale 2011, Tracfin (l’unità francese di intelligence finanziaria incaricata di combattere la frode finanziaria, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo) è stata la prima autorità francese a menzionare Bitcoin.

La prima vera e propria regolamentazione francese

Sulla cripto valuta è arrivata nel gennaio 2014, quando la Prudential Supervision and Resolution Authority (ACPR), l’autorità di regolamentazione bancaria e assicurativa francese, ha discusso delle prime entità che ricevevano valuta legale per conto dei clienti in relazione all’acquisto o alla vendita di crypto valute.

Nell’aprile 2019, l’Assemblea nazionale francese ha adottato il Plan d’Action pour la Croissance et la Transformation de Enterprises (PACTE – Action Plan for Business Growth and Transformation) che ha istituito un quadro per i fornitori di servizi di asset digitali.

Nel giugno 2021

Il regolamento è stato finalizzato ed è entrato in vigore, le aziende sono ora soggette a registrazione obbligatoria e soggette a normative più severe e soggette a nuove regole AML/CFT relative alle risorse digitali.

Hanno imposto nuovi requisiti agli scambi di crypto valute e vietano gli account anonimi, ampliano gli obblighi AML/CFT e KYC per armonizzare meglio il quadro AML francese con i principi della Financial Action Task Force (GAFI) e rispondere ai nuovi rischi associati alle risorse digitali.  

In termini di tassazione

Il governo ha anche mostrato fin dall’inizio la sua intenzione di regolamentare gli asset digitali nel modo più appropriato possibile tenendo conto della loro natura specifica.

A partire dal 2019, il legislatore ha introdotto un regime fiscale particolare per le risorse digitali. Quando l’acquisto e la vendita di asset digitali vengono effettuati a titolo professionale, i guadagni sono soggetti all’aliquota progressiva dell’imposta sul reddito nella categoria degli utili industriali e commerciali.

Nel regime per le persone fisiche, la plusvalenza complessiva annua derivante dalla vendita di asset digitali è tassata con un’aliquota fissa del 30%.

Un trasferimento di asset digitali è tassabile quando la sua controparte non è un asset digitale.  Pertanto, gli scambi tra asset digitali non generano alcuna tassazione, che è ancora una specificità francese che consente il regolare sviluppo dei servizi decentralizzati (in particolare i servizi finanziari decentralizzati).

Tuttavia, la vendita di asset digitali contro corso legale (euro, dollari, ecc.) o l’acquisto di un bene o di un servizio in asset digitali è un evento imponibile. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Regno Unito”

L’incertezza normativa

Associata alle crypto valute ha spinto nel 2018 la Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito (FCA), e la Bank of England a costituire una Task-force dedicata.

La task force ha definito tre tipi di crypto valute (token di utilità, token di sicurezza e token di scambio) e tre modi in cui vengono utilizzate le crypto valute, prima di stabilire un requisito per ulteriori considerazioni sull’AML/CFT e sulla tassazione.

Nel luglio 2019

La FCA ha pubblicato la guida PS19/22 finale sulle crypto valute, che disciplina le aziende che emettono, creano, detengono, commercializzano, acquistano o vendono crypto valute; scambi di crypto valute; la transazione di cripto valuta; l’emissione di nuove monete; la pubblicazione di software open source relativo alle crypto valute; e altro ancora. 

Le normative nel Regno Unito consentono ai residenti di acquistare e vendere crypto valute, tuttavia, la vendita di derivati ​​crittografici ai consumatori al dettaglio è stata vietata nel Regno Unito dalla Financial Conduct Authority (FCA) del Paese a partire dal 6 gennaio 2021.

Nel Regno Unito

Le tasse sulle crypto valute variano a seconda delle persone fisiche e delle imprese, come indicato da Her Majesty’s Revenue & Customs (HMRC) nel dicembre 2019.

Gli individui sono in grado di pagare i guadagni e le perdite tipici che sono tassati sotto le plusvalenze e altre attività perseguite da individui come mining, staking e altro.  

Al contrario, le imprese sono tenute a pagare le plusvalenze, l’imposta sulle società, l’imposta sul reddito, i contributi assicurativi nazionali, l’imposta di bollo e l’imposta sul valore aggiunto.

Quindi HMRC utilizza due sistemi fiscali separati per individui e aziende che scambiano risorse crittografiche.

Sebbene abbia lasciato l’UE, è probabile che le normative sulla cripto valuta del Regno Unito rimarranno ampiamente coerenti con il blocco a breve termine.

Il Regno Unito attuerà, ad esempio, direttive equivalenti alle proposte dell’UE sui mercati delle crypto valute (MiCA) e sulla moneta elettronica, insieme a varie direttive antiriciclaggio. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Olanda
Nel gennaio 2018 la De Nederlandsche Bank (DNB) ha pubblicato un documento di sintesi in cui si afferma che le crypto valute non svolgono il ruolo di denaro e non hanno alcuna implicazione sulla politica monetaria.

Il ministro delle finanze olandese ha dichiarato in una lettera al parlamento olandese che un divieto sulle crypto valute non è auspicabile, ma sarebbe vantaggioso regolamentare il commercio di crypto valute a livello europeo o internazionale.

Questo regolamento è stato implementato dal Dutch Implementation Act del 21 maggio 2020, sottoponendo solo i fornitori di portafogli e gli scambi di crypto valute alla quinta direttiva europea sull’antiriciclaggio e il finanziamento del terrorismo (AMLD V).
A differenza della maggior parte dei paesi membri, non esiste una tassa sulle plusvalenze in crypto valute nei Paesi Bassi. Piuttosto, le crypto valute sono tassate come un asset, se il valore imponibile dei tuoi beni (criptati e non) è superiore a 50.000,00 di EURO, sei soggetto all’imposta sul patrimonio del 31%. 

L’imposta sul patrimonio viene riscossa sul rendimento presunto delle attività detenute, che è un rendimento percentuale fisso assunto dal governo, perciò Il reddito effettivo è irrilevante.

Questo risulta diverso dai paesi che trattano le crypto valute come proprietà in quanto un guadagno viene tassato solo se l’attività è negoziata ed effettivamente realizzata. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Belgio
L’Autorità belga per i servizi e i mercati finanziari e la Banca nazionale del Belgio sono i principali organismi di regolamentazione per i servizi finanziari in Belgio.

Le autorità di regolamentazione hanno pubblicato linee guida e avvertimenti al pubblico che le crypto valute non hanno corso legale e hanno anche rilasciato dichiarazioni in merito a truffe e protezione degli investitori.

Il Belgio, tuttavia, ha promosso una forte comunità fintech coinvolta nelle risorse digitali e nella blockchain.

Il ministro della giustizia ha annunciato l’intenzione di stabilire un quadro giuridico relativo alle crypto valute. A partire dal 1 maggio 2022, tutte le persone giuridiche stabilite e operanti in Belgio che desiderano fornire servizi di cambio tra “valute virtuali e valute legali” devono registrarsi presso la Financial Services and Markets Authority (FSMA), l’autorità di regolamentazione finanziaria del paese. Lo stesso vale per le aziende che offrono servizi di custodia, ha annunciato l’agenzia. 

I guadagni sulle crypto valute sono tassabili come “reddito vario”.

In quanto membro dell’UE, si applicano i regolamenti emanati da EBA, EIOPA ed ESMA. Le valute virtuali sono definite dalla BCE come “una rappresentazione digitale del valore, non emessa da una banca centrale, un istituto di credito o un istituto di moneta elettronica, che, in alcune circostanze, può essere utilizzata come alternativa al denaro”.

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Portogallo
Nonostante abbia emesso avvertimenti sui rischi legati alle crypto valute, il Portogallo è ampiamente considerato il paese più crypto friendly d’Europa.

Il Portogallo

Tuttavia, segue il regolamento dell’UE come concordato con l’AMLD5. Nella sentenza ufficiale del 2016, l’autorità fiscale portoghese ha analizzato la possibile classificazione delle crypto valute all’interno di alcuni tipi di reddito soggetti all’imposta portoghese, in particolare plusvalenze, redditi da capitale e redditi da attività commerciali, e ha deciso che, come regola generale, le persone non dovrebbero essere tassate in relazione ai guadagni derivanti dalla valutazione o dalla vendita di crypto valute, salvo che, in caso di vendita di crypto valute, se corrispondono alla principale attività ricorrente della persona, il reddito ottenuto da tale attività potrebbe essere soggetto all’imposta portoghese.

I guadagni ottenuti dall’acquisizione e dalla vendita di crypto valute, perciò , non sono tassati, mentre, le aziende che forniscono servizi relativi alla cripto valuta, d’altra parte, sono tassate sulle plusvalenze su una scala compresa tra il 28 e il 35%.  

Nell’aprile 2020, il governo portoghese ha pubblicato un piano d’azione per la transizione digitale che comprendeva 12 pilastri, il più importante dei quali era l’emancipazione digitale delle persone, la trasformazione digitale delle aziende e la digitalizzazione dello stato.

Il piano ha anche stabilito un ambiente normativo flessibile per il test e lo sviluppo della tecnologia.

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Spagna
Il governo spagnolo è stato molto cauto e conservatore riguardo alle crypto valute, poiché la legge spagnola è altamente protettiva dei diritti di investitori e consumatori.

Nel 2021 la Commissione spagnola per i titoli e gli scambi, la Comision Nacional del Mercado de Valores (CNMV) e la Banca di Spagna hanno emesso una dichiarazione congiunta in cui avvertono i rischi e la volatilità associati alle crypto valute. 

Non esiste quindi

Una regolamentazione specifica sulle crypto valute in Spagna, tranne per il fatto che non possono essere trattate come moneta a corso legale, che è riservata esclusivamente all’euro come valuta nazionale.

Nel diritto spagnolo, una cripto valuta non può essere considerata uno strumento finanziario, né una valuta (nazionale o estera), ma riteniamo che potrebbero essere assimilati a titoli nel caso di offerte pubbliche, o a beni mobili o merci quando vengono scambiati individualmente.

La Spagna

Ha emesso il regio decreto legge 5/202176 che includeva una disposizione che conferiva alla CNMV il potere di regolamentare la pubblicità relativa alle crypto valute. Nel gennaio 2022, la CNMV ha pubblicato a circolare che afferma che inizierebbe a regolamentare la pubblicità dilagante delle risorse crittografiche, anche da parte degli influencer dei social media, per assicurarsi che gli investitori siano consapevoli dei rischi.

Le plusvalenze derivanti dalla vendita di crypto valute da parte di una persona residente in Spagna saranno tassate secondo un’aliquota variabile dal 19 al 23%. Il tasso più elevato si applica per guadagni superiori a 50.000 euro.

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Asia – Pacifico

Il contesto normativo nelle giurisdizioni dell’aera asiatico pacifica sta maturando velocemente. Molte giurisdizioni, tra cui Giappone, Corea, Indonesia, Singapore, Thailandia, Hong Kong e Malesia, hanno tutte emesso linee guida e imposto requisiti di licenza per crypto valute e ogni giurisdizione si trova in una fase diversa.  

È significativo che la Cina continentale abbia vietato l’attività commerciale di crypto valute e Hong Kong che ha recentemente proposto una legislazione per vietare il commercio di crypto valute per gli investitori al dettaglio. Inoltre, molte giurisdizioni come Giappone, Corea, Tailandia, Hong Kong e Australia, stanno prendendo in considerazione le CBDC,  la Cina è in prima linea, avendo già fatto i progetti pilota e implementato un CBDC, per un caso d’uso reale. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Australia”

In Australia, tutte le crypto valute sono considerate proprietà dal punto di vista normativo.

Nel 2018

Nuove leggi per i fornitori di servizi di cambio valuta digitale sono state implementate dall’Australian Transaction Reports and Analysis Center (AUSTRAC), l’agenzia di intelligence finanziaria e regolatore AML/CTF.

L’Anti-Money Laundering and Counter-Terrorism Financing Act 2006 (AML/CTF 2006) tratta la criypto valuta come una rappresentazione digitale del valore che può funzionare come unità di scambio, essere utilizzata come corrispettivo per la fornitura o beni e servizi e che è intercambiabile con altre forme di denaro.  

L’AML/CTF 2006

Fornisce un quadro normativo abbastanza sostanziale per le crypto valute, stabilendo che tutte le entità che scambiano valuta digitale devono registrarsi come scambi; identificare e verificare gli utenti; mantenere registri finanziari accurati e rispettare gli obblighi di rendicontazione specificati. L’eventuale inosservanza dei suddetti requisiti può comportare sanzioni penali.

Nel dicembre 2021, l’Australia ha dichiarato che creerà un quadro di licenza per gli scambi di crypto valuta e considererà il lancio di un CBDC al dettaglio come parte di una revisione del suo settore dei pagamenti.  

Josh Frydenberg, il tesoriere, ha affermato che il governo inizierà le consultazioni all’inizio del 2022 per stabilire un quadro di licenza per gli scambi digitali, consentendo l’acquisto e la vendita di crypto valute da parte dei consumatori in un ambiente regolamentato. Le tasse sulle crypto valute in Australia, generalmente sono soggette a imposte sulle plusvalenze che vanno dal 19% al 45%. 

Crypto asset nel mondo:

le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Cina” 

La People’s Bank of China ha vietato alle istituzioni finanziarie di negoziare crypto valute nel 2013 e successivamente ha esteso il divieto a coprire gli scambi di crypto valute e gli ICO.

Nel settembre 2017

Infatti, le autorità di regolamentazione cinesi hanno continuato a vietare le Initial Coin Offering (ICO) affermando che l’uso di crypto valute come Bitcoin ed Ether per condurre ICO era una forma non autorizzata e illegale di finanziamento pubblico.  

Nonostante ciò, la Cina è stata l’epicentro dell’attività mineraria a causa dei bassi costi dell’elettricità, dove, al suo apice, è stato stimato che oltre il 65% del mining di bitcoin si svolgeva in Cina.

Il governo

Ha preso in considerazione il divieto di mining di crypto valute, ma nel 2019 ha riconfermato che sarebbe rimasto legale. 

Nel maggio 2021, il Comitato cinese per la stabilità e lo sviluppo finanziario, l’agenzia di regolamentazione finanziaria sotto il vicepremier Liu He, ha affermato che il governo cinese avrebbe “represso il comportamento di estrazione e scambio di bitcoin e impedito risolutamente il trasferimento dei rischi individuali alla società“.

La maggior parte degli esperti ora stima che l’estrazione mineraria cinese sia, in effetti, vicina allo zero. Sebbene le politiche aggressive contro le cripto attività, la PBOC è impegnata nell’adozione della tecnologia blockchain ed è in prima linea nello sviluppo della valuta digitale della banca centrale, lo yuan digitale. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Hong Kong” 

La Hong Kong Securities and Futures Commission (SFC) ha emanato un quadro normativo rigoroso e requisiti di licenza per i VASP. Ha anche proposto un divieto al trading di crypto valute per gli investitori al dettaglio in base al quale solo gli investitori professionali che hanno più di 8 milioni di dollari di Hong Kong in attività sarebbero autorizzati a negoziare.

La regolamentazione delle crypto valute di Hong Kong non è stata chiara negli ultimi anni. Il divieto cinese delle crypto valute ha causato disagio, con molte aziende fintech e crypto valute che hanno abbandonato o ridimensionato le operazioni nella regione.

Nel gennaio 2022 l’Autorità monetaria di Hong Kong (HKMA) ha emesso due documenti: uno sulle stablecoin e un altro sui fondi negoziati in borsa legati alle crypto valute nelle quali il bitcoin è definito come una merce virtuale e non a corso legale. Non ci sono imposte sulle plusvalenze e le leggi AML/CFT si applicano a ogni individuo o azienda a Hong Kong, indipendentemente dall’attività e sono conformi ai requisiti del GAFI. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Indonesia” 

Nel 2019 l’Agenzia indonesiana di regolamentazione del commercio ha approvato il regolamento Bappebti n. 5/2019,94 che legalmente riconosce e regola bitcoin e altre crypto valute come commodities.

La Bank Indonesia perciò vieta le crypto valute come strumento di pagamento ma consente loro di essere scambiate come merce.

Nel 2020 il regolamento Bappebti n. 7/2020 ha definito le 229 crypto valute che saranno negoziate in Indonesia e i potenziali trader e trader fisici di crypto valute come piattaforme in cui i clienti possono acquistare e vendere crypto valute. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Giappone” 

Il Giappone ha uno dei regimi normativi più progressisti e sviluppati per le crypto valute. Gli scambi di crypto valuta devono essere registrati e conformi alla tradizionale AML/CFT e ad altre normative.

Sono regolati dal Payment Services Act (PSA), che definisce la “crypto valuta” come un valore di proprietà e non una moneta a corso legale.

Il PSA definisce “crypto asset”

Come metodi di pagamento che non sono denominati in valuta fiat e possono essere utilizzati per pagare persone non specificate. A dicembre 2017, l’Agenzia delle Entrate Nazionale del Giappone ha stabilito che i guadagni sulle crypto valute dovrebbero essere classificati come “reddito vario” e tassati di conseguenza.

Ci sono stati diversi nuovi regolamenti e modifiche al PSA e al Financial Instruments and Exchange Act (FIEA), che hanno introdotto il termine “crypto asset” e regolamentato il trading di derivati ​​​​crittografici. 

I fornitori di servizi

Di custodia di crypto valuta (che non vendono o acquistano crypto valute) rientrano nell’ambito del PSA, mentre le attività di derivati ​​​​di crypto valuta rientrano nell’ambito della FIEA. Nell’aprile 2020, il Giappone è stato il primo paese a creare organismi di autoregolamentazione, la Japanese Virtual Currency Exchange Association (JVCEA) e la Japan STO Association. La JVCEA e l’Associazione STO promuovono la conformità normativa e svolgono un ruolo significativo nello stabilire le migliori pratiche e garantire la conformità alle normative. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Singapore” 

Nel 2019 la Corte commerciale internazionale di Singapore si è unita alla breve lista di giurisdizioni riconoscendo formalmente (per giurisprudenza o legislazione) che le crypto valute possono essere considerate proprietà.

La Corte ha concluso che, nonostante la giurisprudenza suggerisca difficoltà nel conciliare le valute virtuali con la classica definizione di proprietà, la crypto valuta ha le caratteristiche fondamentali di immateriale proprietà, essendo una cosa di valore identificabile, nonostante non sia considerata a corso legale. 

 Nel gennaio 2020 è entrato in vigore il Payment Services Act (“PSA”), che regola le operazioni delle società di crypto valute a Singapore e introduce un quadro normativo per i pagamenti in cripto valuta. Il PSA regola sette tipi di servizi di pagamento, inclusi i servizi di trasferimento di denaro, sia nazionali che transfrontalieri, i servizi di emissione di moneta elettronica e i servizi di token di pagamento digitale. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Sud Korea” 

Nel 2021

Il volume totale degli scambi di crypto valute in Corea del Sud ha superato quello del mercato azionario nazionale. Le autorità di regolamentazione della Corea del Sud hanno adottato un approccio cauto nei confronti degli scambi e delle società di crypto valute.

Le società sono soggette a AML e obblighi fiscali equivalenti a quelli di altre istituzioni finanziarie.

A seguito di numerosi grandi hack di scambio di crypto valute, la Corea del Sud ha approvato la “Legge sulla segnalazione e l’utilizzo di informazioni specifiche sulle transazioni finanziarie”, noto anche come Financial Transaction Reports Act (FTRA), che richiede ai VASP di registrarsi e conformarsi alle normative antiriciclaggio.  

La Corea del Sud

Ha cercato di garantire l’integrità del mercato conforme al GAFI. Le autorità di regolamentazione hanno anche sottolineato l’importanza della sicurezza delle piattaforme di trading. Nuove regole sono entrate in vigore nel 2021 richiedendo a tutti i fornitori di servizi crittografici di registrarsi presso la Korean Financial Services Commission.

Le piattaforme devono inoltre rispettare gli obblighi antiriciclaggio e acquisire un certificato ISMS (Information Security Management System) dalla Korea Internet & Security Agency (KISA).

Nel novembre 2021

Il comitato finanziario dell’Assemblea nazionale sudcoreana ha approvato di differire una tassa del 20% da prelevare sui profitti crittografici di oltre 2,5 milioni di won coreani (2.105 USD).  

Tutti i profitti guadagnati fino a questo valore saranno esenti da tassazione.

Le normative sulle aliquote fiscali applicabili differiscono a seconda che si sia residenti (ai sensi dell’Income Tax Act, qualsiasi persona fisica che abbia il proprio domicilio o luogo di residenza nella Repubblica di Corea da almeno 183 giorni) o un non residente (qualsiasi persona fisica che non è residente) della Corea del Sud.

Come per i residenti, il reddito derivante da transazioni di asset virtuali nazionali di non residenti è classificato come “altro reddito da fonte domestica“, tuttavia il governo trattiene come imposta il minore tra il 20% degli utili derivanti dal trasferimento del bene virtuale, o il 10% dell’importo del pagamento a titolo di imposta.

Poiché i non residenti sono tassati sotto forma di ritenuta d’acconto, il sostituto d’imposta che versa il reddito del bene virtuale al non residente trattiene l’importo dell’imposta quando versa il reddito del bene virtuale al non residente ed è tenuto al pagamento della ritenuta d’acconto agli uffici delle imposte. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Russa, Medioriente, Africa” 

In Africa la maggior parte dei paesi è ancora in fase di monitoraggio per quanto riguarda la tecnologia Blockchain e le crypto valute, solo pochi paesi hanno emesso delle linee guida e in molti di questi le crypto valute non sono riconosciute come valute.

Il Sudafrica è il paese più vicino a inserire le crypto valute in un quadro giuridico delineato, mentre paesi situati nella parte nord come Marocco, Algeria e Libia li hanno banditi direttamente.

La situazione risulta simili anche per i paesi più a Est, da una parte gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita sono intervenute a favore della diffusione delle crypto attività mentre in Russia e India, nonostante siano riconosciute e utilizzate come mezzi di pagamento, permangono ancora degli ostacoli al loro sviluppo. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Russia” 

La crypto valuta occupa una posizione piuttosto indecisa all’interno della legge e della politica russa. Nel 2020, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che regola le transazioni di asset finanziari digitali.

Secondo la legge

Entrata in vigore il 1° gennaio 2021, le valute digitali sono riconosciute come mezzo di pagamento e investimento, tuttavia, queste non possono essere utilizzate per pagare beni e servizi.

La Banca centrale Russa ha avviato un programma pilota per lo sviluppo di una valuta della banca centrale digitale, il rublo digitale, allo stesso tempo si è fermamente opposta alle crypto valute.  

Nel gennaio 2022

La Banca centrale Russa ha chiesto il divieto totale delle crypto valute all’interno del paese, citando i rischi posti dalla volatilità delle valute digitali sull’economia più ampia del paese.

Nel febbraio 2022, il ministero delle Finanze russo ha presentato una nuova bozza di regolamento che disciplina le crypto valute in Russia, confermando un divieto esistente sull’uso di pagamenti in crypto valute per beni e servizi e fissando un limite alla quantità di rubli che qualsiasi individuo può investire in crypto valute.

Tuttavia, la Russia

Ospita la terza industria mineraria di cripto valuta più grande del mondo dietro gli Stati Uniti e il Kazakistan, una contraddizione sconcertante che suggerisce che il generale disprezzo del governo per i rischi legati alle crypto valute non è condiviso da tutti. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “India”

Le prime regolamentazioni da parte della legge indiana dell’esistenza di crypto valute sono rappresentate da circolari emesse dalla Reserve Bank of India (“RBI”), la banca centrale indiana, dal 2013 al 2017.

Nel 2018 la Reserve Bank of India ha vietato il commercio di crypto valute e ha proibito alle banche indiane di trattare con gli scambi di crypto valute a causa di problemi di protezione dei consumatori, AML e integrità del mercato.

Nel 2020, tuttavia, la Corte suprema indiana ha annullato il divieto e chiarito che non esiste alcun divieto. Nonostante le preoccupazioni diffuse, lo scetticismo e i precedenti divieti sulle crypto valute, l’India ha incoraggiato l’innovazione e l’uso della blockchain.  

Ha anche iniziato a lavorare su una CBDC sostenuta dallo stato, la rupia digitale. Standards Council of India ha annunciato nuove linee guida relative alla pubblicità di crypto valute e NFT nel febbraio 2022.

Le nuove regole, che entreranno in vigore il 1° aprile, vietano l’uso delle parole “valuta, titoli, custodia e depositari” in pubblicità, poiché i consumatori spesso associano i termini a prodotti regolamentati. 

Ad oggi, le crypto valute non sono né regolamentate né vietate in India in attesa del disegno di legge sulle crypto valute ancora in sospeso “The Cryptocurrency and Regulation of Official Digital Currency Bill of 2021” e della proposta per la creazione della valuta digitale ufficiale che sarà emessa dalla Reserve Bank of India. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Sud Africa”

La South African Reserve Bank, la Financial Sector Conduct Authority (FCSA) e il National Treasury, insieme a un gruppo di lavoro intergovernativo sulla tecnologia finanziaria, hanno pubblicato piani per sviluppare un quadro normativo per la registrazione. La FCSA mira anche ad affrontare il modo in cui le crypto valute interagiranno con i servizi finanziari tradizionali e la stabilità finanziaria complessiva.

Le crypto valute non sono considerate come valuta o proprietà in Sud Africa ma come beni immateriali. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Emirati Arabi”

Gli Emirati Arabi Uniti sono considerati uno dei paesi crittografici più progressisti al mondo.

Financial Services Regulatory Authority (FSRA),

L’autorità di regolamentazione finanziaria dell’Abu Dhabi Global Markets (ADGM), è diventata la prima autorità a emanare linee guida e regolamenti completi sullo svolgimento delle attività relative alle crypto valute.

La FSRA

Ha pubblicato una guida supplementare sulla regolamentazione delle offerte iniziali di monete/token e valute virtuali (ai sensi dei suoi servizi finanziari e dei regolamenti di mercato), in base alle quali ha commentato le offerte iniziali di monete (ICO), in base alle quali le crypto valute sono offerte in vendita al pubblico in generale. Il 28 febbraio 2022, l’Emirato di Dubai ha promulgato la legge n. 4 del 2022 sulla regolamentazione delle risorse virtuali (“VAL”) e ha istituito la Dubai Virtual Assets Regulatory Authority (“VARA”).  

Stabilendo un quadro legale per le imprese legate alle risorse virtuali, comprese le crypto valute e i token non fungibili (NFT), questa legge fondamentale riflette la visione di Dubai di diventare una delle principali giurisdizioni per gli imprenditori e gli investitori della tecnologia blockchain.

Inoltre, nel 2020, la Banca centrale degli Emirati Arabi Uniti (CBUAE) e la Banca centrale dell’Arabia Saudita (SAMA) hanno pubblicato un rapporto sul loro sforzo congiunto durato un anno, intitolato “Progetto Aber: progetto congiunto di valuta digitale e contabilità distribuita” 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Nigeria”

I due principali regolatori finanziari in Nigeria vedono le crypto valute in modo diverso.

La Banca centrale della Nigeria ha vietato alle banche e alle istituzioni finanziarie di trattare crypto valute, ha anche affermato che le crypto valute non sono regolamentate e non hanno corso legale.

Nel frattempo, la Nigerian Securities and Exchange Commission (SEC) ha cercato di regolamentare gli investimenti in crypto valute sulla base del fatto che si qualificano come transazioni in titoli.

Entrambi i regolatori

Hanno affermato di aver identificato alcuni rischi nel settore degli asset digitali, senza fornire ulteriori spiegazioni.  

L’uso del bitcoin, la crypto valuta originale e più grande, è esploso in Nigeria negli ultimi anni, soprattutto tra le piccole imprese, poiché l’indebolimento della valuta naira rende difficile ottenere i dollari statunitensi necessari per importare beni o servizi.

La Banca centrale della Nigeria ha lanciato ufficialmente “eNaira”, la sua CBDC, il 25 ottobre 2021.  

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Arabia Saudita”

La banca centrale saudita

E il ministro delle finanze hanno messo in guardia contro il commercio o l’investimento in valute virtuali, comprese le crypto valute, poiché non sono riconosciute dalle persone giuridiche del regno.

Sono al di fuori dell’ambito del quadro normativo e non sono scambiati da istituzioni finanziarie a livello locale.  

Sebbene la Banca centrale saudita abbia avvertito il pubblico dei rischi associati alle crypto valute e che non hanno corso legale, il bitcoin è accettato dalle piccole imprese e dai commercianti e il governo ha adottato finora un approccio normativo molto leggero.

Negli ultimi anni, l’Arabia Saudita ha collaborato con gli Emirati Arabi Uniti per attrarre società di crypto valute nella regione.

Le crypto valute giocheranno sicuramente un ruolo importante nello sforzo a lungo termine del paese per diversificare la sua economia e diventare un hub di innovazione: “Saudi Vision 2030”. 

La banca centrale saudita ha iniziato a utilizzare la tecnologia blockchain nelle sue attività nel settore bancario e per stare al passo con le tendenze del mercato. Ha anche creato una sandbox normativa per la collaborazione su nuovi servizi bancari digitali e programmi di formazione blockchain. 

Crypto asset nel mondo:

Le regole nazionali Le risorse finanziarie digitali basate sulla tecnologia in blockchain delle crypto valute. “Egitto”

Il governo egiziano ha vietato il commercio di crypto valute nel 2018 a causa di decreti religiosi secondo la legge islamica. Nonostante il divieto, diverse piattaforme di trading di crypto valute internazionali hanno registrato una crescita significativa degli utenti nel paese negli ultimi anni.

La Banca Centrale d’Egitto

Ha citato l’importanza dell’articolo 206 della Legge sulla Banca Centrale e sul Sistema Bancario promulgata dalla Legge n. 194 del 2020. La legge vieta l’emissione, il commercio, la promozione, le piattaforme e altre attività legate alle crypto valute. 

Conclusioni 

Le particolari caratteristiche innovative delle crypto valute e la loro natura transfrontaliera rendono questi asset poco adattabili alle leggi esistenti e ad una regolamentazione specifica ferma ai confini nazionali.

I crypto asset impongono ai legislatori dei vari paesi di raggiungere un certo livello di armonizzazione e coordinazione a livello globale, almeno per quanto riguarda la classificazione e la tassonomia quantomeno degli strumenti finanziari in block chain.

Ancora oggi

Come abbiamo visto, i crypto asset sono definiti in modo ampiamente diverso dai governi nazionali e in alcuni casi addirittura le autorità dello stesso paese hanno emesso pareri e linee guida in contraddizione tra loro. 

Requisito fondamentale è quindi

Una comprensione comune della notevole ampiezza delle cripto attività, nonché un linguaggio coerente per descrivere queste attività e discuterne le implicazioni. 

Scopo principale è definire una tassonomia coerente e affidabile di questi nuovi token, del loro ciclo di vita e degli attori del mercato che interagiscono con essi, e utilizzare questo come punto di partenza delineare una regolamentazione normativa e fiscale adatta.  

Dal punto di vista giuridico e fiscale

Molti paesi trattano le crypto valute come beni immateriali o commodities, altri come asset d’investimento e solo pochi, tra cui l’Italia, come valute estere. Mentre alcuni paesi tassano la creazione di crypto valute, che possono assumere forme diverse (mining, airdrop, offerta iniziale di token, contraffazione), altri paesi si concentrano principalmente sulla vendita di crypto valute o distinguono tra trading occasionali e professionali.  

Più in generale, i regolatori dovranno decidere cosa costituisce un evento imponibile per le crypto valute ai fini fiscali e in che misura questi differiscono nel trattamento contabile fiscale.

Una serie di sfide e criticità che sono state affrontate nel recente CdA di INCISTA SpA: Novità e attualità su crypto valute, Smart Contracts e NFT” tenutosi il 15 Novembre scorso  a cui hanno partecipato esperti in ambito fiscale e legale per chiarire i principali aspetti dell’ecosistema crypto in Italia nel contesto internazionale.

Divieti insidie Patti Successori

divieti insidie patti successori

Quali sono i divieti e le insidie nei patti successori ?

Patti successori – indice:


L’ordinamento civile italiano, prevede a chiare lettere il divieto di patti successori, salvo alcune deroghe che vedremo in dettaglio.

Il divieto trova la propria fonte normativa nell’articolo 458 del nostro codice Civile. Infatti vi si legge “Fatto salvo quanto disposto dagli articoli 768 bis e seguenti, è nulla [1418 c.c.] ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione. È del pari nullo ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta, o rinunzia ai medesimi” sembra chiaramente sancita la nullità di ogni patto volto a disporre della propria successione, dei diritti di una successione che si deve ancora aprire.

Che cos’è un patto successorio?

I patti successori sono una categoria di contratti o atti unilaterali che hanno come oggetto la disposizione futura dei beni di una persona non ancora defunta. L’articolo 458 del codice civile sembra suggerire tre categorie di patti successori nulli: quelli istitutivi, quelli dispositivi e quelli abdicativi (o rinunciativi).

Ciascuna di queste categorie ha in realtà caratteristiche diverse. Come vedremo ma prima bisogna anche chiedersi il perchè.

Perché vige il divieto dei patti successori?

La scelta del legislatore italiano deve ricondursi ad una forte tutela della libertà testamentaria. Nell’ordinamento italiano può davvero ritenersi che il testatore possa modificare la propria volontà rispetto alla propria successione fino ad un istante prima della sua morte.

Vincolare la sua successione ad un momento precedente la sua morte stride con la possibilità di liberamente disporre del suo patrimonio fino alla morte.

Per questo motivo il testatore non può essere vincolato contrattualmente a disporre per testamento in un determinato modo piuttosto che in un altro. La sua volontà deve essere tutelata quindi assolutamente libera, fino alla morte.

Un secondo motivo alla base dell’art 458 del codice Civile, al quale va ricondotto il divieto è da ricercarsi nella tipicità della delazione successoria. Nell’ordinamento italiano è possibile succedere per legge (successione legittima) o per testamento (successione testamentaria).

Non è previsto un terzo genere di delazione successoria ad esempio “contrattuale” o “pattizia”.

I patti successori istitutivi

Il patto successorio istitutivo è un contratto attraverso il quale un soggetto viene nominato erede dal proprio futuro dante causa. Gli effetti prodotti da questo tipo di pattuizione sarebbero del tutto simili a quelli di un testamento. Un esempio di patto istitutivo potrebbe essere rappresentato dal contratto in cui “Tizio conviene  con Caio, che Caio sia proprio erede”. La violazione della libertà testamentaria in questo caso è evidente.

I patti successori dispositivi

Sono quelli attraverso i quali un soggetto dispone per atto tra vivi di diritti che potrebbero essergli destinati all’apertura di una futura successione. Hanno generalmente natura contrattuale, ma astrattamente potrebbero anche essere atti unilaterali (ad esempio una donazione obnuziale avente ad oggetto un’eredità di una persona in vita). Un esempio di questa categoria potrebbe essere rappresentato dal contratto con il quale Tizio venda a Caio l’eredità della propria madre ancora in vita.

I patti successori abdicativi

Sono quelli attraverso i quali un soggetto rinuncia ai diritti che gli potrebbero spettare da una successione non ancora aperta. I patti successori rinunziativi possono manifestarsi sia come contratto ma anche come atto unilaterale. Hanno natura di contratto quando la rinuncia ad una futura eredità è oggetto di una pattuizione fra due o più soggetti. Viceversa un patto successorio abdicativo può essere unilaterale quando sia rappresentato dalla rinuncia (che è un atto unilaterale) ad una eredità di una persona ancora in vita. Ai sensi dell’articolo 557 del codice civile, deve ritenersi colpita dal divieto di cui trattasi la rinuncia preventiva dei legittimari all’azione di riduzione.

Gli atti esecutivi di patti successori nulli

La vicenda che ha a riguardo un patto successorio, non è in realtà solita esaurirsi nella nullità dello stesso. A un patto successorio nullo possono infatti seguire uno o più atti esecutivi. Solitamente, ad esempio, ad un patto successorio istitutivo segue un testamento in cui il testatore dà esecuzione al contratto attraverso cui si è obbligato a disporre in un certo modo. Vediamo dunque quali sono le conseguenze caso per caso.

Testamento esecutivo di patto istitutivo

Quando ad un patto successorio istitutivo segua un testamento esecutivo, quest’ultimo potrà essere dichiarato nullo ai sensi dell’articolo 626 del codice civile. Il testamento, ove in esso sia fatta menzione del patto successorio concluso, sarà nullo per illiceità del motivo.

Contratto esecutivo di patto dispositivo

Ad un patto successorio dispositivo può, non necessariamente, seguire un atto od un contratto esecutivo. Quest’ultimo sarà annullabile ai sensi del numero 4) dell’articolo 1429 del codice civile: può trattarsi di un errore di diritto, ragione determinante per il contratto. Secondo un’altra tesi un contratto esecutivo di patto dispositivo potrebbe essere ritenuto nullo ai sensi dell’articolo 1345 del codice civile, per motivo illecito, quando questo sia però comune alle parti del contratto.

Rinuncia all’eredità conseguente a patto abdicativo

La rinuncia all’eredità che faccia seguito a un patto successorio di rinunzia, non potrà invece essere impugnata, se fatta dopo l’apertura della successione. La rinuncia all’eredità può infatti essere impugnata soltanto per dolo o per violenza ai sensi dell’articolo 526 del codice civile, non per errore. Ove invece la rinuncia all’eredità che faccia seguito ad un patto abdicativo sia fatta prima dell’apertura della successione sarà invece colpita da nullità.

La recente ordinanza della Corte di Cassazione sulla nullità dei patti successori

Risulta utile riportare come esempio di valutazione del giudice sulla nullità dei patti successori la lite risolta dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 14110/2021.

Tra due figli e un padre si stipulava un accordo sotto forma di scrittura privata in cui si conveniva quanto segue. I figli si impegnavano a corrispondere annualmente al padre una rendita vitalizia dell’importo di 120.000 euro in quattro rate mensili di 30.000 euro l’una. Il padre in cambio si impegnava a custodire una collezione di opere d’arte di sua proprietà conservandola in un caveau e cercando di aumentarne il valore.

La lite tra le parti sorge nel momento in cui i figli non pagano tre restanti rate della rendita pattuita. Il padre si rivolge al tribunale ottenendo i decreti ingiuntivi richiesti per il pagamento delle tre rate. Si oppongono i figli deducendo le ragioni del mancato pagamento derivanti ovvero dall’inadempimento del padre alla propria obbligazione di custodire le opere e non diminuirne il valore e chiedendo la declaratoria di nullità degli accordi presi ex articolo 458 del codice civile. Il tribunale accoglieva l’opposizione. Alla sentenza con cui veniva dichiarata la nullità degli accordi si opponeva il padre con l’appello che veniva accolto e riformava la sentenza impugnata confermando l’efficacia dei decreti ingiuntivi. Propongono ricorso per cassazione i figli.

La massima della pronuncia

La Corte d’appello negava la natura di patto successorio alla scrittura privata redatta fra le parti.

La Corte di Cassazione si conforma a tale statuizione del giudice di merito e ricorda che “ai sensi dell’art. 458, comma 1, seconda parte, c.c., sono patti successori le convenzioni che abbiano per oggetto la costituzione, trasmissione o estinzione di diritti relativi ad una successione non ancora aperta e facciano, così, sorgere un vinculum iuris, di cui la disposizione ereditaria rappresenti l’adempimento”.

“Per stabilire, quindi, – afferma la Corte – se una determinata pattuizione ricada sotto la comminatoria di nullità di cui all’art. 458 c.c. occorre accertare: 1) se il vincolo giuridico con essa creato abbia avuto la specifica finalità di costituire, modificare, trasmettere o estinguere diritti relativi ad una successione non ancora aperta; 2) se la cosa o i diritti formanti oggetto della convenzione siano stati considerati dai contraenti come entità comprese nella futura successione o debbano comunque essere compresi nella stessa; 3) se il promittente abbia inteso provvedere in tutto o in parte della propria successione, così privandosi dello ius poenitendi; 4) se l’acquirente abbia contratto o stipulato come avente diritto alla successione stessa; 5) se il convenuto trasferimento, del promittente al promissario, debba avere luogo mortis causa ossia a titolo di eredità o di legato”.

Deroghe alla nullità dei patti successori

Abbiamo anticipato sopra, che divieto dei patti successori trova in realtà qualche deroga all’interno del codice civile.

La prima deroga, testuale, è rappresentata dagli articoli 768-bis e seguenti del codice civile: il patto di famiglia. Il patto di famiglia, come contratto tipico è previsto dal codice, non incorrerà dunque nel divieto di patti successori.

L’articolo 1920 del codice civile rappresenta un’ulteriore deroga al divieto di patti successori. Tale articolo consente infatti di designare per testamento il beneficiario di un’assicurazione sulla vita stipulata per atto fra vivi.

Ulteriore deroga è rappresentata dalla possibilità riconosciuta dal combinato disposto degli articoli 210 e 179 lettera b) del codice civile. I coniugi in regime di comunione legale, potranno convenire che i beni pervenuti per successione ereditaria siano attribuiti alla comunione legale dei beni.

La dottrina individua diverse deroghe al divieto dei patti successori.

Tali deroghe sono in realtà da ravvisarsi ogni qualvolta il legislatore preveda la possibilità di stipulare contratti o atti astrattamente riconducibili alle categorie di patti successori sopra elencate.

L’ultima evoluzione degli NFT: Strumento Contrattuale

L’ultima evoluzione degli NFT

L’ultima evoluzione degli NFT contempla la possibilità di utilizzare questi certificati “di proprietà” nati per le opere digitali, come un potente strumento contrattuale anche per i professionisti e le imprese.

Abbiamo già avuto modo su tax blog di interessarci del Metaverso delle CryptoValute, e dell’uso indiscriminato di cui ne fanno i VIP nel mondo; Non possiamo non soffermarci sulle attività dello Studio libero Professionale e nelle aziende.

Ecco alcune evidenze, le piattaforme di utilizzo e le possibili prospettive di sviluppo, degli smart contract per i Professionisti, le imprese e perchè no, anche la Pubblica Amministrazione.

In questo momento di espansione, che potrebbe stabilizzare la crescita d’impiego o condannare all’oblio questo nuovo orizzonte tecnologico, gli NFT si stanno espandendo oltre il settore della crypto-art che li aveva fatti esplodere, cercando sempre nuove identità digitali e sperimentare nuove funzionalità.

Tutto ciò che è collezionabile può essere attratto e rappresentato da un NFT;

Tra i “collectibles” più bizzarri recentemente ceduti come NFT si registra, ad esempio, chi ha venduto il codice sorgente di internet, chi invece come l’Università della California ha venduto come NFT una sorta di copia autografata di parte del lavoro del premio Nobel James Allison; chi invece progetta di vendere il proprio genoma, i professionisti trasformeranno in NFT il prodotto del loro lavoro.

Le evoluzioni del fenomeno NFT si basano sempre sul principio per cui, i token non fungibili, sono utilizzabili per “digitalizzare” beni collezionabili o conservabili.

Volendo immaginare di aprire nuovi impieghi per l’NFT, a volte di fatto è possibile creare dal nulla un bene ed attribuirgli un valore, altrimenti non spendibile sul web o perché non vendibile o perché già troppo diffuso. La rivoluzione è l’unicità data dal concetto di Non Fungible Token “NFT”.

Nel mercato degli NFT inizia però a muoversi qualcos’altro, qualcosa di forse più interessante e più duraturo della semplice possibilità di “autografare” pezzi di codice, fotografie oppure quadri e sculture.

Se studiamo quindi le caratteristiche essenziali degli NFT, ci rendiamo conto che questi possono essere un potente strumento contrattuale, e che sono quindi reinventabili come strumento giuridico in un senso più ampio, che possa spaziare dalla fiscalità alla medicina, oppure dalla libera contrattazione civile al prova e data certa nel processo per altro già ampiamente telematico.

Bisogna sempre ricordare che per capire di cosa si tratta è utile tornare alla definizione di “NFT“.

Infatti chi acquista un non fungible token acquista di fatto una piccola serie di bit, che digitalizzano uno speciale contratto, lo “Smart Contract” il quale è costituito da un preciso standard tecnologico ad esempio su OpenSea uno dei Market Place dove si scambiano gli NFT attraverso gli standard utilizzati ERC-721 o ERC-1155 i sistemi (ce ne sono moti altri) sono universalmente riconosciuti a valenza notarile.

L’ultima evoluzione degli NFT prevede che gli Smart Contract di norma contengano:

(1) collegamento al Wallet portafoglio digitale che si occupa dell’aspetto finanziario di ogni NFT scambi o prenotazioni di cryptovaluta.

(2) la serie di bit oggetto del contratto, la quale sarà successivamente spezzettata e distribuita nella rete rimanendo collegati in testa e coda per mezzo dei puntatori, Il sistema forma la ormai famosa BlockChain;

(3) l’indirizzo, l’account, il soggetto informatico, da cui proviene la serie di bit;

(4) una serie di regole e condizioni che disciplinano alcuni aspetti tecnici e soprattutto quelli legali da uniformare al paese ove viene effettuata l’invio;;

(5) l’indirizzo del destinatario della serie di bit, di norma il gestore del Market Place e successivamente gli acquirenti i cedenti e comunque l’ultimo beneficiario;

(6) attribuzione di una frase chiave di almeno 12 parole.

Per quel che interessa il mondo delle professioni, la serie di bit oggetto del contratto rimanda con una funzione di hash, ovvero un riferimento univoco ad un file oppure ad un contenuto preciso nella rete.

Quel che dà valore al contenuto e lo distingue dalle sue infinite repliche sulla rete è l’audience dell’account “sempre accreditato”, da cui proviene il contenuto stesso e che ne costituisce, di fatto, la proprietà, paternità oppure la firma. Proprio quello che cercano i Professionisti la Rappresentanza e la Responsabilità Legale.

L’anonimato che caratterizza le operazioni su BlockChain viene quindi meno quando si parla di NFT

Anzi è essenziale denunciare il collegamento fra l’autore dell’opera e l’account da cui questa proviene, perché sarà proprio la provenienza dell’opera professionale da un dato account legittimo a conferirle valore, la tecnologia BlockChain consentirà di poter risalire la catena delle cessioni a ritroso fino al creatore con sicurezza e senza possibilità di errori, plagi o truffe.

L’opera anche Professionale in sé, potrebbe non essere inclusa nel token, il contratto quindi include solamente un rimando univoco all’opera professionale, che sarà poi conservata altrove sulla rete spesso con sistemi sicuri come gli indirizzi IPFS InterPlanetary File System.

Un contratto garantito da un terzo imparziale

L’NFT però evidentemente si presta anche a nascondere il contenuto dell’opera trasferita e questo può essere un ottimo espediente per trasferire ad esempio la paternità di un diritto intellettuale che non può ancora essere reso pubblico.

L’effetto è quello di un contratto “garantito” da una figura terza e imparziale senza la necessità di dover divulgare il contenuto dell’opera al terzo né di pagare il realizzatore per la sua attività come detto in bozza od incompleta.

Il terzo imparziale è sostituito dalla blockchain, che con il proprio registro distribuito garantisce con certezza data e contenuto di una determinata operazione.

L’ultima evoluzione degli NFT, può contiene un riferimento univoco al file della bozza di un’opera professionale.

Ad entrambe le parti del contratto, senza che nessuno possa conoscere il contenuto dell’originale, Si possono associare lo smart contract al file originale in modo univoco, dimostrando che il contratto era riferito a quell’opera e sottoscritto in una certa data.

Le potenzialità degli NFT come strumenti contrattuali

È pur vero che una semplice operazione di trasferimento di fondi su BlockChain consente di ottenere lo stesso effetto della data certa (inserendo come “causale” l’hash del file), ed è pur vero che l’ultima evoluzione degli NFT li vede collegabili in altri smart-contract consentendo così di trasferire la disponibilità di opere o documenti da mantenere “nascosti”.

I contratti che solitamente regolano gli NFT hanno dei vantaggi rispetto alle alternative descritte sopra per le transazioni in crypto valuta, in quanto sono molto più evoluti rispetto a una “semplice” transazione su BlockChain e, al contempo, sono in formato standard, molto diffusi e quindi più semplici da utilizzare anche per l’utente meno esperto.

Quanto alle potenzialità degli strumenti che gestiscono gli NFT, più evolute rispetto alle semplici transazioni su BlockChain o al progetto OpenTimeStamps che nasce con l’obiettivo di attribuire la sola data certa dei file, basti pensare ad esempio alla possibilità di trasferire il contratto con NFT annesso, fra professionista e cliente, nel caso in cui il Professionista voglia cedere il contratto a terzi interessati alla sua attività, ovvero gestire la diffusione di quello che si preannuncia un grande lavoro unitamente ad un altro professionista per esigenze di economia di scala. Quante volte ad esempio per eseguire un’attività il commercialista è costretto ad usufruire di altri professionisti quali medici, ingegneri, architetti, avvocati, ecc. ecc.

Gli standard contrattuali che regolano gli NFT su Ethereum sono perfettamente in grado di regolare una cessione totale o parziale dell’NFT, consentendo così alle parti del contratto originario una gestione digitale molto più flessibile nel loro rapporto negoziale.

Un altro esempio che consente di intuire le potenzialità dei sistemi contrattuali legati agli NFT è quello di un patto di riservatezza (NDA), in cui i dati da non divulgare potrebbero essere inclusi in un rimando contenuto in un NFT fra il titolare dei dati e il soggetto tenuto a non divulgarli.

Anche qui, un NFT permette alle parti di avere ben chiaro contenuto e limiti dell’obbligazione di non divulgazione, consentendo alle parti di documentare con precisione quando la pattuizione è stata negoziata e a quali dati va limitata o rivolta.

FL’ultima evoluzione degli NFT ha quindi il vantaggio di poter trasferire/estendere l’obbligazione a diversi soggetti.

Altri casi d’uso interessanti sono quelli, ad esempio, dei brevetti e dei contratti di sviluppo, che possono veder “registrati” su NFT i vari stati di avanzamento, con data certa per la detenzione od il relativo trasferimento di obbligazioni.

È chiaro che i casi d’uso della tecnologia alla base degli NFT nel settore del diritto siano molto più estesi rispetto a quelli astrattamente ipotizzabili oggi.

Gli smart-contract, sono diventati famosi con la vendita di collectibles, ma sono certamente destinati a sopravvivere all’hype e continuare a popolare il nostro quotidiano come strumenti dedicati a professionisti e imprenditori, Soamo anche certi che la Pubblica Amministrazione non sta li a guardare per il momento sta sperimentando le sue BlockChain nei rapporti con l’esterno, ma non è escluso che a breve le prestazioni sanitarie dell’INPS potrebbero essere rappresentate dall’ultima evoluzione degli NFT.

La possibilità di “combinare” smart-contract

L’utilizzo degli smart-contract dedicati agli NFT, quindi a prodotti, servizi opere dell’arte o dell’ingegno che sono e devono rimanere “unici” ben si presta anche a forme evolute di contrattualizzazione su BlockChain ricorderemo che partono da un contratto NFT (es. ERC721) per la cessione di un bene “unico” e che deve rimanere tale.

A questo NFT iniziale si possono aggiungere altri contratti secondo diversi standard ad esempio ERC20, il token “base” di Ethereum per gli smart contract.

Questi ulteriori, o contratti dipendenti sono invece focalizzati sulla transizione economica e quindi possono essere utilizzati ad esempio per gestire sub-licenze di un’opera intellettuale inizialmente ceduta via NFT.

La “tokenizzazione” attraverso l’ultima evoluzione degli NFT non è quindi, che la punta dell’iceberg per l’utilizzo professionale ed aziendale di questi contratti su BlockChain, indubbiamente il fenomeno della crypto-art ha contribuito a far conoscere e familiarizzare il grande pubblico.

Le piattaforme per l’utilizzo degli NFT

Ovviamente questi discorsi complessi dovranno essere tradotti in strumenti molto semplici ed immediati da utilizzare perché possano diffondersi al grande pubblico, ed in realtà ci sono già degli applicativi che si stanno occupando di queste soluzioni rivolte al mondo business.

Un interessante esempio italiano è Pablock, sviluppato da un’azienda spin-off del Politecnico di Milano, che offre su una comoda e intuitiva app un servizio API con le caratteristiche della certificazione notarile, creare NFT o token ERC20, il sistema presenta anche un meccanismo di “verifica” dell’utente per comprovare l’identità del soggetto che opera sulla BlockChain.

Il sistema operando su Ethereum ha il vantaggio di essere del tutto decentralizzato e quindi potenzialmente interoperabile con altri NFT.

Interessante è anche la proposta di Stampd che propone la creazione di NFT per finalità di certificazione notarile sulla blockchain di Cardano un’altra BlockChain basata su proof-of-stake, i file sono poi automaticamente caricati su InterPlanetary File System (IPFS).

Su iOS Apple, invece, è disponibile l’app S!NG, che promette la certificazione notarile come NFT per “ogni idea”. grazie al suo Smart Contract molto versatile.

Altra soluzione italiana è Dedit, che si fonda sulla BlockChain di Algorand, una BlockChain basata su un meccanismo di consenso proof-of-stake è stata lanciata nel 2019, la quale pur non consentendo di creare NFT, permette soluzioni di certificazione notarile in parte assimilabili, infatti combina la certificazione notarile su BlockChain e servizi di firma digitale.

Prospettive di sviluppo dell’ultima evoluzione degli NFT

Dopo aver scosso dalle fondamenta il mondo dell’arte, gli NFT sono stati oggetto di accesi entusiasmi e di argomentati ridimensionamenti. proprio quando si accede ai sistemi di conservazione e sicurezza, Di norma gli archivi dello studio del professionista sono sicuri e reperibili in qualsiasi momento, potrebbe non essere così per via della perdita delle password o la frase chiave per accedere all’NFT.

Comunque vada, va riconosciuto all’NFT l’effetto positivo di aver avvicinato gli utenti all’idea che valori economici estremamente significativi possano essere affidati ad un contratto su BlockChain, avvicinando anche gli utenti meno avvezzi all’idea di una gestione digitale di contratti e trasferimenti di beni immateriali

Cambiamo il modo in cui ci si approccia alla professione digitale ciò consente di ridare valore a contenuti creativi professionali spesso non spendibili per l’eccessiva riproducibilità consentita dal loro supporto informatico e dalla concorrenza.

Segnaliamo l’articolo apparso su Commercialista Telematico per approfondire le piattaforme di Market Place e le loro BlcokChain.

Questo avvicinamento potrebbe lasciare un’impronta duratura se fosse in grado di avvicinare definitivamente questi strumenti al mondo dei professionisti e delle imprese, rendendoli un asset significativo per la gestione di contratti spesso delicati e difficili da negoziare anche perché necessitano di segretezza da un lato e di certezza dall’altro.

È utile anche l’interpretazione che ne da Mark Zuckerberg del suo Metaverso visto che Meta ex Facebook si sta dirigendo proprio in questa direzione.

Comprare immobili nel Metaverso: tendenze

Dopo aver visto quali sono i mondi del Metaverso, che attualmente si concretano ad esempio, nel gioco, la medicina, le cripto valute in blockchain.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze; Dopo aver visto quali sono i mondi del Metaverso, che attualmente si concretano ad esempio.

Nel gioco, la medicina, le cripto valute in blockchain. Non possiamo non parlare degli azzardi disperati dei vip e mecenati che non sanno davvero come impiegare le proprie disponibilità.

Sino a quello che a noi “comuni mortali” potrebbe sembrare un ulteriore spreco di danaro. Spreco si, ma fino a quando qualcuno vende ci sarà sempre qualcun altro che lo farà arricchire.

Comprare una casa oppure un terreno nel Metaverso sta diventando una delle attività principali. Nella nuova dimensione digitale resa celebre dopo il cambio di nome di Facebook in Meta.

Nell’autunno 2021.

La costruzione, acquisto, vendita o affitto un immobile è infatti un elemento fondamentale per poter svolgere praticamente qualsiasi attività. Dal semplice avere un posto in cui stare all’avvio di attività commerciali, come i negozi.

Indice degli argomenti Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Comprare casa nel Metaverso, ma che cos’è il Metaverso?

Può stupire, ma il termine “Metaverso” (Metaverse in inglese) non è nuovo, anzi: esiste da esattamente trent’anni.

È stato utilizzato per la prima volta nel 1992 dallo scrittore americano Neal Stephenson nel suo libro Snow Crash. Lo scrittore diventa il profeta indiscusso di un futuro che è già presente. Termini come Metaverso e avatar non sono più prerogativa dei cultori di fantascienza. Ma entrano a far parte di un linguaggio che oggi è condiviso da milioni di “naviganti” in rete e utenti di Second Life.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Tra di essi, tanti si sentiranno simili a Hiro Protagonist, il personaggio principale del romanzo, fattorino per Cosa Nostra Pizza nella Realtà e principe del katana nel Metaverso.

Come lui, se la Realtà lascia poco spazio alla speranza e all’individualità, molti potrebbero scegliere di vivere nel Metaverso, un universo generato al computer dove la libertà è limitata dalla sola immaginazione.

Ma anche nel Metaverso tutto può accadere e, come in un vero e proprio thriller, ecco che Snow Crash, un virus letale colpisce la mente degli hacker, si diffonde con la rapidità di un contagio virtuale.

In un paese che è divenuto un allucinato mosaico di macerie, scorie industriali, periferie post atomiche e paesaggi chimici, e in uno scenario dominato da multinazionali anarco-capitalistiche ed enclave in franchising che sostituiscono i governi nazionali ormai collassati, si snoda uno dei romanzi indubbiamente più evocativi degli ultimi anni, un vero e proprio tecno-giallo dell’età dell’informazione.

Oggi il concetto di Metaverso non è poi molto diverso. Si tratta infatti di universi virtuali, in tre dimensioni, esplorabili grazie all’uso di avatar che rappresentano gli utenti reali.

Proprio come nel mondo “analogico”, anche nel Metaverso è possibile interagire con gli altri personaggi, fare viaggi, comprare oggetti e costruire, vendere o affittare spazi immobiliari in cui vivere o avviare attività commerciali.

Sebbene quindi abbia le sue radici nello scorso millennio, il concetto di “Metaverso” è entrato nell’uso comune solo di recente, quando a ottobre 2021 Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e tra gli uomini più ricchi del mondo, ha annunciato la nascita di Meta quale compagnia-ombrello di tutte le attività di Facebook in campo tecnologico, rivelando poi l’intenzione di investire sempre di più sulla creazione del suo Metaverso.

Nelle parole di Zuckerberg, questo dovrebbe essere “un ibrido delle esperienze online oggi disponibili, che si può estendere nelle tre dimensioni per proiettarsi nel mondo fisico”.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Le piattaforme per entrare nel metaverso

Prima di vedere come funziona nel dettaglio la compravendita immobiliare nel mondo virtuale dei Metaversi, vediamo brevemente quali sono le principali piattaforme oggi disponibili.

Oltre a quello di Facebook/Meta, che come abbiamo visto è ancora in fase di costruzione, oggi esistono infatti altri mondi virtuali già attivi e accessibili dagli utenti.

Il primo vero e proprio “Metaverso” reso disponibile agli utenti è stato Second Life, lanciato nel 2003 dalla società americana Linden Lab.

Mentre esplorano il mondo virtuale di Second Life gli utenti possono, tra le altre cose, comunicare e socializzare, partecipare ad attività, creare e scambiare beni.

Second Life è presto diventato un fenomeno virale, al punto che diversi brand vi hanno insediato le loro sedi virtuali, mentre alcuni Stati hanno addirittura costituito delle vere e proprie ambasciate.

Second Life è ancora attivo, ma oggi i due Metaversi più popolari sono Sandbox e il più recente Decentraland, entrambi basati sulla tecnologia blockchain.

Il primo, Sandbox, è stato lanciato a San Francisco nel 2012 come un videogioco, e si è poi evoluto in un Metaverso vero e proprio.

Questo è costituito da tre elementi principali.

Il primo è Voxel Editor, una funzione che permette agli utenti di creare elementi grafici virtuali in tre dimensioni, come i propri avatar, ma anche animali, veicoli o oggetti di vario tipo.

Il secondo pilastro è il Marketplace, tramite il quale gli utenti possono mettere in vendita le proprie creazioni sotto forma di NFT;

Infine il Game Maker, che permette di creare videogiochi in 3D senza necessità di scrivere lunghe stringhe di codice.

Ad oggi la società di Sandbox ha raccolto investimenti per un totale di circa 95 milioni di dollari.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Decentraland invece è stato lanciato nel 2020.

È un mondo virtuale in cui gli utenti possono costruire, possedere e monetizzare la propria esperienza di gioco.

Tutto è basato sul concetto di Meta-LAND, i singoli lotti di terreno che gli utenti possono acquistare per poi costruirvi la propria abitazione o qualsiasi altro tipo di edificio.

Come Sandbox, anche Decentraland offre un Marketplace virtuale e un “Builder’, una sorta di progettatore di immobili virtuale.

Altri due Metaversi che si stanno facendo notare sono Cryptovoxel, attivo dal 2008, e Somnium Space, nato invece nel 2017.

Metaverso e real estate

Da quando Facebook ha cambiato nome in Meta e lanciato il suo progetto di Metaverso, i prezzi dei terreni sulle piattaforme già esistenti sono saliti del 500%,, nel 2021 le transazioni hanno superato il valore complessivo di 500 milioni di dollari, una cifra che secondo gli esperti potrebbe addirittura raddoppiare quest’anno, per sfondare il meta muro del miliardo di dollari.

Il settore è estremamente promettente anche se guardiamo alle proiezioni sul lungo periodo. Una ricerca di Brand Essence Market Research, società di consulenza specializzata in analisi di mercato, ha stimato con prudenza, che il mercato immobiliare dei Metaversi crescerà del 31,2% tra il 2022 e il 2028.

Secondo molti, questo è il momento migliore per investire nel settore del Meta real estate.

Grazie all rassicurante tasso di crescita, infatti, il fenomeno diventerà sempre più conosciuto.

L’aumento della domanda per i lotti di terra disponibili nei mondi virtuali – specialmente quelli più prestigiosi, situati nei centri nevralgici delle città digitali – farà quindi necessariamente lievitare i prezzi.

Parlando con il New York Times lo scorso novembre, Michael Gord – tra i fondatori della Metaverse Group, un’agenzia immobiliare specializzata nei mondi virtuali – ha detto che investire oggi nel Metaverso è “come arrivare a New York quando era tutta campagna, e tu avevi la possibilità di acquistare un pezzo di Whall Street.

Oggi queste proprietà sono fuori dal mercato, non hanno prezzo. Lo stesso succederà con quelle nel Metaverso”.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Come comprare casa nel metaverso

Il funzionamento del mercato immobiliare nel Metaverso è basato sui parcel, gli appezzamenti o lotti di terra messi a disposizione da ogni piattaforma.

Gli utenti possono quindi comprare un appezzamento per poi costruirvi un immobile.

Proprio come nel mondo reale, le operazioni di compravendita possono essere gestite da veri e propri agenti o broker immobiliari che operano nel Metaverso: secondo Cnbc, attualmente circa 12 compagnie a livello globale stanno operando come agenti immobiliari nel Metaverso, ma il numero è in continua crescita.

Un esempio tra tutti è MyLand, la quale sul suo sito si auto definisce “la prima compagnia al mondo per il settore immobiliare virtuale”.

A febbraio 2022 i quattro principali metaversi – Sandbox, Decentraland, Cryptovoxel e Somnium – gestivano in totale circa 270 mila lotti di terra di diverse dimensioni.

Il 62% – circa 166 mila – sono nelle mani di Sandbox, che quindi domina il mercato.

Lo scorso dicembre questi appezzamenti, di 96×96 metri, venivano venduti all’equivalente di 12,700 dollari l’uno.

Dencentraland ha invece 91 mila lotti da da 16x16mt, venduti a più di 14 mila dollari l’uno.

Gli acquisiti sono siglati tramite smart contracts, contratti intelligenti che sfruttano la blockchain per definire transazioni non modificabili ed estremamente sofisticate (per esempio, certe clausole vengono abilitate soltanto quando si verificano determinati eventi).

Come accennato, nel metaverso non si svolgono con le valute tradizionali.

Il sistema è infatti legato alla blockchain, e per vendere e comprare ovviamente si usano “criptovalute“.

Il ruolo delle criptovalute

Sanbox, Decentraland e Somnium sono dotati di proprie criptovalute, note rispettivamente con i nomi di SAND, MANA e CUBE.

Tutte sono legate alla blockchain Ethereum, la cui criptovaluta, ETH, è utilizzata anche da Cryptovoxel. Per operare nel Metaverso, quindi, è necessario possedere l’ormai noto crypto wallet, il proprio portafoglio virtuale che capace di raccogliere le criptovalute.

Oggi ottenerle è relativamente semplice, diverse applicazioni tra cui, di recente, anche PayPal e Venmo permettono di scambiare dollari o euro con cripto currencies e gestirne tutte le operazioni collegate.

Il valore delle valute virtuali cambia continuamente, ma al 12 aprile 2022 un ETH corrispondeva all’incirca a 2.772 dollari americani.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Perchè comprare proprietà immobiliari nel Metaverso

Il mercato immobiliare del Metaverso è entrato in un vortice di forte crescita, ma allo stesso tempo mantiene alto anche il potenziale di espansione per il futuro. Il momento sembra quindi essere propizio per investire nel settore.

Sono due le ragioni principali per le quali generalmente si decide di acquistare un immobile in questi mondi virtuali. In primo luogo, il possedere una propria abitazione permette all’utente di avere una sorta di “vetrina” nel Metaverso scelto, quindi un luogo in cui è possibile mettere in mostra vari altri oggetti acquistati, ma anche semplicemente invitare amici – o, almeno, i loro avatar – e organizzare attività di socializzazione.

La seconda ragione, invece, si appoggia a una mentalità economica: molti infatti comprano un appezzamento di terra nel Metaverso per costruirci attività commerciali, come negozi o gallerie d’arte, in modo da generare poi un profitto.

In altri casi è possibile costruire immobili da mettere in vendita o in affitto, sia ad altri utenti privati che a compagnie interessate ad avere uno spazio virtuale.

Gli investimenti immobiliari più alti sul metaverso (finora)

Abbiamo visto che negli ultimi anni il Metaverso ha attratto investimenti per milioni di dollari.

A novembre 2021, per esempio, il fondo Republic Realm ha acquistato una terra nel mondo virtuale di Sandbox per 4,3 milioni di dollari.

Al momento si tratta ancora dell’operazione più costosa mai conclusa in un Metaverso, ma il record potrebbe presto essere superato.

La torre da 2,5 milioni di dollari costruita dalla società di investimenti Tokens.com, rimane per ora al secondo posto della classifica.

Lo scorso novembre un lotto di terra sulla piattaforma Metaverso di Axie Infinity è invece stato venduto per 2,3 milioni di dollari.

Il prezzo è parzialmente dovuto alla tipologia dell’appezzamento in questione, parte della categoria Genesis, considerata estremamente rara: ne esistono infatti solo 220 esemplari in tutto il mondo di Axie Infinty.

A giugno 2021, Republic Realm ha acquistato su Decentraland un terreno per più di un milione di dollari.

Questo era composto da 259 parcel, i singoli lotti, e copre una superficie virtuale che corrisponde a circa 66 mila metri quadri.

Oltre a questi investimenti milionari, diversi terreni sono stati venduti per cifre da capogiro, che partono dai 900 mila dollari.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Con il proliferare degli edifici virtuali nei vari Metaversi, si sta facendo spazio anche una professione nuova, o almeno, rivisitata: l’architetto per spazi completamente digitali.

Il business dell’architettura digitale

Come spiegato dalla rivista Domus, infatti, negli ultimi mesi è in forte crescita la richiesta di figure professionali specializzate in questo settore, e stanno quindi nascendo compagnie completamente dedicate alla progettazione di ambienti da costruire nei mondi virtuali.

Tra queste ci sono Polygonal Mind e Voxel Architects, che spesso lavorano con clienti di primo piano come la casa d’aste Sotheby’s o, appunto, il rapper Snoop Dog.

Progettare un edificio per il Metaverso elimina molte limitazioni tipicamente imposte dal mondo reale: non esistono veri e propri standard di sicurezza da rispettare o lunghi cantieri da gestire, e gli architetti sono quindi liberi di creare e sperimentare.

Allo stesso tempo, però, Domus fa notare che la maggior parte dei progetti finora realizzati riflette la struttura tradizionale degli immobili del mondo reale: un’occasione sprecata, secondo alcuni, per creare qualcosa di veramente unico e approfittare pienamente delle possibilità offerte dal sistema virtuale.

L’articolo, firmato da Andrea Daniele Signorelli, sottolinea anche il carattere prettamente comunitario della maggior parte degli spazi costruiti nel metaverso: perché mai, infatti, un utente dovrebbe voler utilizzare il mondo digitale per stare in solitudine? Generalmente, l’utilizzo degli spazi è legato alle dimensioni della socialità, e anche gli ambienti quindi devono essere pensati in un’ottica di condivisione.

Investimenti immobiliari sul Metaverso, i rischi

Investire nell’ambito real estate del Metaverso può essere una grande opportunità, ma la decisione non va presa con eccessiva leggerezza. I mondi virtuali, infatti, possono anche nascondere alcuni rischi.

Un primo elemento da tenere in conto è la mancanza generale di regolamentazioni.

Se infatti come abbiamo visto esistono compagnie innovative che lavorano come veri e propri agenti immobiliari nel Metaverso, queste al momento non sono sottoposte a tutta la serie di norme che regolano il mondo immobiliare “reale”, e così gli utenti alle prime armi sono esposti alle truffe.

D’altra parte, la necessità di sviluppare un quadro legale e normativo pensato appositamente per la compravendita immobiliare nei mondi virtuali è oggi al centro del dibattito internazionale.

Un secondo elemento da considerare è legato ai metodi di pagamenti utilizzati nel Metaverso, le criptovalute, che per loro natura sono molto volatili.

Il valore delle criptovalute cambia continuamente, se in alcuni momenti può sembrare estremamente alto, non è da escludere che possa scendere vertiginosamente poco dopo.

Un terzo elemento particolarmente discusso sta nell’estensione dei Metaversi, i quali essendo mondi digitali sono potenzialmente infiniti.

Come sempre, l’ampia disponibilità di un bene – in questo caso, i terreni – ne fa diminuire il valore e l’interesse, mentre la sua scarsità crea valore.

Anche per questo le principali piattaforme si stanno adoperando per creare l’illusione di un mondo finito, riducendo il numero di lotti disponibili per la vendita, con l’obiettivo di giustificare un aumento del prezzo e attribuire loro un senso di unicità.

Infine, sebbene il mondo del real estate virtuale si trova oggi in un momento di forte espansione, non è detto che questo non possa rivelarsi essere la prossima “bolla” del mercato. Come ha spiegato anche il New York Times, “gli investimenti nel mondo immobiliare virtuale sono fortemente speculativi, e nessuno sa con certezza se questo è destinato a essere il prossimo grande successo o la prossima grande bolla”.

Comprare immobili nel Metaverso: valori e tendenze

Le aziende entrano (e vendono) nel Metaverso

Il Metaverso sta infatti attirando l’attenzione non solo dei privati ma anche delle principali compagnie del mondo reale.

Un esempio è il mondo della moda: molte aziende – da Gucci a Balenciaga, passando per Tommy Hilfiger e Dolce & Gabbana – hanno iniziato a vendere prodotti esclusivi nel Metaverso, in molti casi sotto forma di NFT, quindi atti di proprietà per beni virtuali.

Anche le banche stanno iniziando a farsi spazio nel Metaverso, a partire dal colosso americano JP Morgan, che lo scorso febbraio ha aperto la prima sede virtuale nel Metaverso di Decentraland.

Secondo la società, nel prossimo futuro “il Metaverso si infiltrerà in ogni settore, creerà opportunità di profitto per più di un trilione all’anno”.

Le compagnie più innovative non hanno intenzione di farsi scappare l’opportunità.

Lo scorso febbraio per esempio la società d’investimento canadese Tokens.com, specializzata in attività legate al Metaverso, agli NFT e alle criptovalute, ha inaugurato la propria sede centrale nel Fashion District del Metaverso di Sandbox, costruendo una torre che offre l’equivalente di 28 mila piedi quadrati di spazio.

L’azienda ha intenzione di generare profitti tramite due fonti principali: i cartelloni pubblicitari che verranno affissi alla torre e l’affitto dello spazio, che sarà dedicato a uffici ed eventi. Intanto, l’acquisto del terreno è costato a Tokens.com 2,5 milioni di dollari.

Gli investimenti immobiliari nel Metaverso dei vip, da Snoop Dogg a Paris Hilton

Tra i volti più noti che hanno investito nel mercato immobiliare del Metaverso c’è l’americano Snoop Dogg, che ha costruito un’enorme villa virtuale sulla piattaforma Sandbox, da destinare alla organizzazione di eventi esclusivi ed esposizioni artistiche.

Il rapper ha anche creato una serie limitata di 10 mila avatar unici e personalizzati, venduti come NFT e presto andati sold-out.

A dicembre, un utente ha speso 450 mila dollari per acquistare un appezzamento di terra nei pressi della casa di Snoop Dogg e diventare quindi il vicino virtuale, del Snoop Dogg Enters The Sandbox Metaverse.

Paris Hilton ha invece costruito la sua isola privata su Roblox, l’altra piattaforma che permette di creare e gestire un mondo virtuale.

I visitatori della proprietà, che si chiama “Paris World”, possono esplorare ancora una volta delle repliche digitali della villa di Hilton a Beverly Hills, passeggiare lungo un viale digitale che si ispira alla festa lanciata con il marito Carter Reum a Santa Monica, e anche girare a bordo di una macchina sportiva o di uno yacht.

Anche la modella di Victoria’s Secret Sara Sampaio ha acquistato un’isola privata virtuale sulla piattaforma Sandbox.

Il prezzo? 25 Ethereum, che corrispondevano a più di 71 mila dollari.