Pegno Mobiliare NON Possessorio

credito su pegno non possessorio

Il pegno mobiliare diventa non possessorio.

Una delle forme più antiche di finanziamento privato è il cosiddetto credito su pegno. Tornato in auge, negli ultimi tempi, a causa delle tante difficoltà economiche vissute da molte imprese. Oltre alle sempre maggiori difficoltà per l’accesso al credito bancario.

Vediamo come funziona il sistema per dare in garanzia qualsiasi bene mobile e/o immobile riservandosi l’uso ed il godimento. E comunque, ottenere un prestito ovvero una apertura straordinaria di credito bancario.

Ci occuperemo della normativa che disciplina il settore del credito bancario, quali sono le conseguenze se non si ripaga il debito contratto. Il meccanismo delle aste.

Quindi, valuteremo l’opportunità del credito su pegno, anche alla luce delle nuove tecnologie sugli smart contract ed il loro contenuto di patti ed immagini. I famigerati NFT (Non Fongible Token).

In fine segnaliamo le banche e le finanziarie che permettono di ottenere un piccolo prestito con il credito su pegno, almeno quelle principali. Le quali nonostante impieghino sempre più massicciamente la tecnologia in block chain non si prestano ancora alla realizzazione dei NFT.


SOMMARIO: Pegno Mobiliare NON Possessorio.

Come funziona il credito su pegno e che cos’è;

Il pegno non possessorio: quali le caratteristiche del contratto;

Il registro dei pegni non possessori;

La garanzia del prestito è il bene dato in pegno;

Quali oggetti si possono impegnare;

Valutazione del bene impegnato;

Nessuna istruttoria e tempi veloci;

Durata e riscatto;

A chi conviene;

Normativa e legge del credito su pegno;

Divieto del patto commissorio;

Lista istituti bancari che fanno credito su pegno.


Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Come funziona il credito su pegno e che cos’è

Chi cerca una soluzione di questo tipo è ovviamente un soggetto in gravi difficoltà economiche, costretto ad impegnare un bene posseduto, in genere oro. Per ottenere un piccolo prestito da restituire in un secondo momento.

Il funzionamento del credito su pegno è semplice, si dà in garanzia un bene di norma mobile, si ottiene un finanziamento. E se non si restituisce il prestito, il bene impegnato viene venduto all’asta dalla banca o altro soggetto finanziatore.

In particolare all’articolo 1 del DL 59/2016, approvato dal parlamento il 29 giugno 2016 (Pubblicato in Gazzetta Ufficiale). Sono definite tutte le caratteristiche di questo che appare come nuovo contratto.

In questo approfondimento vediamo chi può farlo, su quali beni, quali caratteristiche ha il contratto. In cosa consiste la nuova formalità del “registro dei pegni non possessori”.

Cercheremo anche di tracciare un profilo contrattuale per la block chain.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Quali le caratteristiche del contratto

Il contratto costitutivo, che può essere generato come NFT su block chain, a pena di nullità. Deve risultare da atto scritto e registrato con le seguenti caratteristiche:

  • data di stipula indicazione del creditore;
  • indicazione del debitore e dell’eventuale terzo concedente il pegno;
  • descrizione del bene dato in garanzia;
  • indicazione del valore di commercio ed ammontare del prestito;
  • indicazione del credito garantito;
  • indicazione dell’importo massimo garantito;
  • modalità di pagamento degli interessi;
  • scadenza del rimborso del credito.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Il registro dei pegni non possessori

Il contratto così redatto è opponibile ai terzi solo se iscritto nel registro informatizzato (“registro dei pegni non possessori”) tenuto dall’Agenzia delle entrate: l’iscrizione determina il grado della garanzia e consente l’opposizione del pegno ai terzi e nelle procedure concorsuali.

Attenzione: il pegno non possessorio non si costituisce con l’iscrizione nel registro. Essendo sufficiente la conclusione del contratto. L’iscrizione consente però di rendere la garanzia sul bene pubblica e opponibile ai terzi.

A seguito di tale adempimento, inoltre, il contratto sarà opponibile anche nelle procedure esecutive, oltre che in quelle concorsuali.

Il pegno non possessorio, anche se anteriormente costituito ed iscritto, non è opponibile a chi abbia acquistato con un precedente finanziamento. Un bene determinato che sia destinato all’esercizio dell’impresa e sia garantito da riserva della proprietà sul bene medesimo. Oppure da un pegno anche non possessorio, a condizione che il pegno non possessorio sia iscritto nel registro. E che al momento della sua iscrizione il creditore, informi i titolari della esistenza del precedente pegno non possessorio iscritto.

L’iscrizione deve indicare il creditore, il debitore, se presente il terzo datore del pegno, la descrizione del bene dato in garanzia e del credito garantito. Secondo quanto previsto dal comma 1 e. Per il pegno non possessorio che garantisce il finanziamento per l’acquisto di un bene determinato, la specifica individuazione del medesimo bene. L’iscrizione ha una durata di dieci anni, rinnovabile per mezzo di un’iscrizione nel registro effettuata prima della scadenza del decimo anno. 

Tutte le specifiche del registro sono rimesse a un decreto del MEF da pubblicare entro i 30 giorni dalla conversione in legge del decreto legge.

Al registro dell’ AdE si affianca la block chain, la quale come sappiamo si presta a rendere univoca qualsiasi transazione e/o accordo, ogni transazione/accordo è rappresentata da un NFT.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

La garanzia del prestito è il bene dato in pegno

Il richiedente un prestito consegna alla banca, ma anche alcune finanziarie fanno credito su pegno. Un bene in garanzia il cui valore è sufficiente a coprire la richiesta di credito effettuata.

In cambio otterrà il prestito. Corrispondente ad un valore di stima, che andrà restituito in una certa data con in più gli interessi stabiliti ed eventuali spese dovute. Se vogliamo, il credito su pegno è una particolare forma di prestiti senza garanzie. Se per queste ultime intendiamo una busta paga od un reddito che sia.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Quali oggetti si possono impegnare

Naturalmente, le banche e le finanziarie che offrono credito su pegno tendono ad accettare in garanzia beni facilmente valutabili e vendibili. Se non si ripaga il prestito ottenuto.

Viene da sè che, soprattutto, si possono impegnare oggetti in metalli preziosi, monete, argenteria di casa, orologi di lusso e gioielli. Ovviamente, si possono impegnare anche i diamanti, ma aspettatevi una valutazione certo non a vostro favore.

Sono accettati anche altri beni di valore, come i tappeti, quadri, soprammobili e così via. L’importante è che abbiano un valore sufficiente a coprire il credito richiesto (vedremo più avanti come funziona la normativa del credito su pegno al riguardo).

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Valutazione del bene impegnato

È bene precisare che l’ammontare del prestito che concede una banca che fa servizio di credito su pegno. Non sarà mai equivalente al valore stimato del bene che andrete ad impegnare.

Vedremo poi come funziona la normativa del settore. Comunque la legge stabilisce un valore massimo del prestito che non può superare la soglia dei 4/5 del valore di stima dell’oggetto impegnato. Per quanto riguarda i beni preziosi, ed i 2/3 nel caso di altre tipologie di beni.

Quindi, se decidiamo di impegnare un’anello d’oro che il perito della banca stima con un valore di 1.000 euro. Il prestito che ci verrà concesso corrisponderà ad un massimo di 800 euro. Nel caso di una autovettura, per esempio, valutata 6.000 euro, otterremo un finanziamento fino a 4.000 euro.

La ragione di questi limiti per legge è data dal fatto che in mancanza di riscatto del bene da parte del proprietario. La banca, o finanziaria che sia, può recuperare dalla vendita del bene all’asta sia il capitale equivalente al prestito concesso che gli interessi previsti.

Per evitare di accettare una valutazione troppo bassa, se decidete di impegnare un oggetto in oro. Dovete farvi un’idea più precisa nel momento in cui decidete di impegnare un oggetto di tipo equivalente. Valutando se il valore stabilito dal perito della banca, o della finanziaria, rispecchia il reale valore del vostro bene.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Nessuna istruttoria e tempi veloci

Normalmente, quando si richiede un prestito presso una banca o una finanziaria. Viene svolta la cosiddetta istruttoria creditizia, con cui si valuta l’affidabilità del futuro debitore.

Nel caso del credito su pegno il bene consegnato fa da garanzia e quindi non è necessaria un’istruttoria o indagine patrimoniale, come la vogliamo chiamare. Questa caratteristica rende il prestito ottenuto con il credito su pegno particolarmente veloce, quasi istantaneo nella sostanza. I documenti necessari alla richiesta del finanziamento sono semplicemente un documento di identità ed il codice fiscale.

Una volta valutato il valore del pegno la banca rilascia una polizza al portatore. Con la data del riscatto del bene impegnato e l’indicazione degli interessi da pagare, vale a dire del costo del prestito. Il credito su pegno, dal punto di vista della velocità di erogazione del capitale richiesto, è l’alternativa principale ai prestiti cambializzati.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Durata e riscatto

Per legge il credito su pegno può avere una durata che va da un minimo di 3 mesi ad un massimo di un anno. In media, le banche che erogano questo servizio stabiliscono una durata di 6 mesi. Che si può successivamente anche rinnovare pagando gli interessi maturati e il diritto fisso di custodia.

Scaduto il termine del prestito, stabilito nella polizza al portatore. Il cliente debitore ha le due possibilità, seguono:

  • Riscatto del bene e restituzione del prestito;
  • Messa all’asta dell’oggetto impegnato.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

A chi conviene

Se per convenienza si intendono gli interessi, allora ci sentiamo di dire a nessuno! La verità è che il credito su pegno è considerato rischioso e quindi è costoso e non certo conveniente in genere. Ma può essere una soluzione per chi non può accedere al normale settore creditizio. Quindi è possibile superare i limiti di banche e finanziarie. Per chi non passerebbe la fase dell’istruttoria creditizia, perché non ha una busta paga, un reddito dimostrabile. Oppure ha avuto problemi nella restituzione di un precedente prestito ed è inserito in una lista di cattivi pagatori.

A questo proposito, vi consigliamo la nostra guida alle centrali di rischio. Dove troverete tutte le informazioni su quali sono e come funzionano le banche dati dei cattivi pagatori. Dalla Centrale rischi di Banca d’Italia ai vari SIC, come CRIF, il più diffuso nel nostro paese. Chi si trova in questa situazione, oltre ai prestiti cambializzati. può provare la strada del prestito tra privati. Oppure anche del Social Lending, il prestito tra privati online che sta prendendo piede sempre di più anche in Italia. In quest’ultimo caso qualche garanzia può essere richiesta, ma non è una regola fissa.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Normativa e legge del credito su pegno

Il credito su pegno viene disciplinato da una normativa risalente addirittura al 1938 ed ancora in vigore. Parliamo della Legge n° 745 del 10 maggio 1938, rivisitata soltanto con il D.LGS. 1 SETTEMBRE 1993, N. 385. La garanzia di pegno si applica su cose mobili. La normativa stabilisce anche durata minima e massima del prestito ed altre caratteristiche che andiamo ad elencare:

  • Durata;
  • Polizza al portatore;
  • Stima del bene;
  • Vendita all’asta;
  • Diritto di restituzione.

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Divieto del patto commissorio

Un aspetto molto importante della normativa del credito su pegno. Riguarda la proprietà del bene nel momento in cui il debitore non restituisce il prestito ricevuto. L’argomento è decisivo, perché va a legiferare la differenza di prezzo tra la stima iniziale del bene. Ed il valore che lo stesso potrebbe avere al momento della vendita all’asta. Pensiamo, per esempio, ad un oggetto in oro o in un altro materiale prezioso, la cui quotazione può variare nel tempo. Come abbiamo detto in precedenza, in questo caso la banca deve versare al cliente l’eventuale differenza di prezzo. Non può incassarla, perché il bene non diventa di sua proprietà se il cliente non lo riscatta. Può solo venderlo per rientrare del capitale finanziato e degli interessi vantati. Il divieto del patto commissorio, che alcune banche potrebbero cercare di imporre al cliente, è normato dall’articolo 2744 del Codice Civile, che recita:

“È nullo il patto (1419) con il quale si conviene che, in mancanza del pagamento del credito nel termine fissato, la proprietà della cosa ipotecata o data in pegno passi al creditore. Il patto è nullo anche se posteriore alla costituzione dell’ipoteca o del pegno (2796 e seguenti del c.c.).”

Pegno Mobiliare NON Possessorio:

Lista istituti bancari che fanno credito su pegno

Non sono poche le banche che effettuano questo servizio. Quindi vedremo la lista di quelle che, a nostro parere, ma anche per ricerche online effettuate da altri siti. Possono essere considerati gli istituti principali a cui è possibile rivolgersi per richiedere un credito su pegno.

Nella tabella seguente indicheremo anche varie caratteristiche del prestito che si può ottenere, compresi durata, interessi e costo totale. Mostreremo anche il Tan e il Taeg, così potrete farvi un’idea della convenienza o meno di questa soluzione rispetto ad altre opportunità. Come vedrete, comunque, il credito su pegno costa, non è certo a buon mercato. La tabella mostra le condizioni di un prestito per un bene impegnato con un valore di stima di 500 euro. Che quindi permette di ottenere un capitale finanziato di massimo 400 euro. Il costo totale viene calcolato, nei vari esempi, sommando il credito ottenuto e gli interessi dovuti. Questi esempi sono solo indicativi. In quanto le banche possono cambiare le condizioni del finanziamento anche con una certa frequenza. Quindi solo recandosi presso una filiale si può venire a conoscenza del costo reale del prestito.

Lista degli istituti bancari che fanno credito su pegno
BancaDurata (mesi)Prestito (euro)Costo totaleTan (%)Taeg (%)
Unicredit6400418,5010,509,46
Intesa San Paolo6400427,5010,7514,22
Ubi Banca6400426,00713,42
Carige4400420,5310,0016,20
Banca Sistema6400426,00713,42
Creval6400418,849,859,64
Banca di Asti6400423,509,0012,10
Banco Bpm6400427,609,8014,28
Carifermo6400418,005,009,20

Business Intelligence Analyst

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Business Intelligence Analyst sempre più organigrammi aziendali si arricchiscono di figure altamente specializzate. Non perdiamo l’occasione di rimanere al passo con i tempi.

Tenuto conto che un’azienda sana genera attività sana la BI quindi sarà inficiata dalla governance e la sua moralità.

Scopri il lavoro e le nuove sfide in azienda

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La quotidianità della Business Intelligence

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In questo contest parliamo di:

  • Chi è il Business Intelligence Analyst;
  • La routine operativa del BI Analyst;
  • Fase zero: comunicare con l’utente/cliente;
  • Fase uno: comprendere la richiesta ed i sui contenuti;
  • Fase due: identificare l’origine dei dati e metadati;
  • Fase tre: elaborare i dati
  • Fase quattro: fornire l’informazione verificata.

Cosa fa il Business Intelligence Analyst?

L’analista o consulente Business Intelligence è una figura tecnica che si occupa di rielaborare i dati provenienti dai vari reparti di un’azienda per estrarre nuove informazioni utili alla guida operativa, direzionale e strategica dell’azienda stessa.

Queste informazioni sono estrapolate dai dati del sistema informativo aziendale, per poi essere utilizzate dal management per prendere le decisioni o prevenire e verificare senza costi le mosse più opportune relative all’azienda.

Il BI Analyst è la persona con competenze tecniche incaricata di elaborare i metadati nella maniera più corretta e funzionale alle esigenze di qualsiasi core business.

In materia fiscale anche l’AdE ha avviato l’uso della IA attraverso l’analisi dei metadati già in suo possesso con i quali promette di scovare fino all’ultimo evasore attraverso l’allegato tecnico, che riporta un esempio di applicazione della logica degli algoritmi fiscali, utili al BI Analyst, per non confondere l’AdE e rimanere intrappolati in assurdi contenziosi o richieste fiscali non dovute.

In particolare, questi algoritmi sono stati sviluppati al fine di supportare gli Uffici preposti al controllo, con lo scopo di effettuare efficaci selezioni delle posizioni dei contribuenti verso cui avviare l’attività istruttoria.

Approfondimenti e consigli

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Siamo a disposizione per consigliare la soluzione più adatta alle esigenze dell’azienda, contattaci per consulenza senza impegno.

Miniguida NFT: del Notaio

La nostra mini guida NFT's spiega l'uso degli NFT da parte del notaio.

Miniguida NFT: del Notaio; La nostra miniguida NFT spiega l’uso degli NFT da parte del Notaio. L’ultima pubblicazione ha riguardato l’impiego e la creazione degli NFT nello studio dell’Architetto.

Oggi ci occuperemo della figura professionale maggiormente interessata alla creazione ed all’impiego degli NFT’s in ambito professionale. Molti studiosi del settore ritengono che in futuro la figura del Notaio potrebbe essere resa obsoleta dall’uso degli NFT’s, però è anche vero che potrebbe essere proprio il notaio a specializzarsi nella loro realizzazione e custodia.

Introduzione agli NFT e il loro impatto nel settore digitale

Nel contesto dell’arte digitale, gli NFT (Non-Fungible Tokens) hanno rivoluzionato il modo in cui gli artisti creano, vendono e autenticano le loro opere digitali. Ma gli NFT non sono limitati solo all’arte digitale. Anche nel settore notarile, gli NFT stanno guadagnando popolarità grazie alla loro capacità di garantire autenticità, proprietà e tracciabilità di documenti e contratti importanti. In questo capitolo, esploreremo l’uso degli NFT da parte del notaio e come questa tecnologia può migliorare l’efficienza e la sicurezza delle operazioni notarili.

Autenticazione dei documenti tramite NFT

Uno degli aspetti chiave del lavoro di un notaio è l’autenticazione dei documenti. Gli NFT possono svolgere un ruolo fondamentale in questo processo, consentendo di creare una prova digitale di autenticità e proprietà dei documenti. Un notaio può associare un NFT a un documento, creando una connessione univoca tra l’opera od un documento e il suo proprietario. Questo NFT può contenere informazioni come la data di autenticazione, la firma digitale del notaio e un hash del documento stesso per garantirne l’integrità. In questo modo, è possibile verificare rapidamente l’autenticità di un documento e tracciare la sua storia come sappiamo attraverso la blockchain.

Trasferimento e registrazione di proprietà tramite NFT

Un’altra area in cui gli NFT possono essere utili per i notaio è il trasferimento e la registrazione di proprietà. Ad esempio, nel caso di transazioni immobiliari, un notaio può creare un NFT che rappresenta la proprietà di un immobile. Questo NFT può contenere informazioni sul proprietario, la descrizione dell’immobile, i dettagli della transazione e altri dati rilevanti. Quando avviene una transazione, il notaio può trasferire l’NFT al nuovo proprietario, registrando il cambiamento di proprietà sulla blockchain. Questo processo semplifica e accelera il trasferimento di proprietà, riducendo al minimo la possibilità di frodi o contestazioni.

Conservazione sicura dei documenti tramite NFT

La conservazione sicura dei documenti è un aspetto cruciale per un notaio. Gli NFT possono essere utilizzati come strumento per garantire la conservazione affidabile dei documenti importanti. Un notaio può creare un NFT per un documento e archiviarlo sulla blockchain, garantendo la sua integrità e accessibilità nel tempo.

Inoltre, l’utilizzo di contratti intelligenti basati su blockchain può consentire la creazione di regole e condizioni di accesso specifiche, fornendo un livello aggiuntivo di sicurezza e riservatezza per i documenti conservati. Questo approccio elimina il rischio di smarrimento o alterazione dei documenti, offrendo una soluzione sicura e duratura per la conservazione dei dati in genere ma in particolare quelli sensibili.

Conclusioni

L’uso degli NFT da parte del Notaio offre numerosi vantaggi, tra cui l’autenticazione sicura dei documenti, la registrazione e il trasferimento di proprietà semplificati e una conservazione affidabile dei documenti importanti. Gli NFT forniscono una prova digitale di autenticità e proprietà, tracciabilità sulla blockchain e un livello aggiuntivo di sicurezza grazie alla crittografia. Tuttavia, è importante sottolineare che l’adozione degli NFT nel settore notarile richiede una comprensione approfondita della tecnologia e delle implicazioni legali. Mentre gli NFT offrono nuove opportunità e soluzioni innovative per i notaio, è essenziale mantenere un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e i principi fondamentali dell’autenticità e dell’affidabilità legale. Con ulteriori sviluppi nel campo degli NFT e delle tecnologie blockchain, l’uso di queste soluzioni nel settore notarile potrebbe espandersi, migliorando l’efficienza e la sicurezza delle operazioni notarili.

Come abbiamo anticipato, alcuni confrontano i certificati NFT con un atto notarile, sostenendo che determina anche chi è il proprietario del bene applicato al mondo digitale. Si dice che  l’NFT potrebbe sostituire progressivamente la fede pubblica, poiché i record sono archiviati in blockchain verificati e inalterabili. I sostenitori di questo confronto affermano che la blockchain diventerà il grande notaio universale, mentre gli NFT sarebbero i nuovi certificati immobiliari per eccellenza, nel breve medio e lungo periodo. 

Miniguida NFT: del Notaio

Tuttavia, sembra che questo confronto non tenga conto del ruolo del notaio come figura professionale.

Il lavoro del notaio non è solo  legittimare la firma e verificarne l’appartenenza ad una determinata persona, ma consiste anche:

  1. nel pronunciarsi sulla qualità del firmatario
  2. nel verificare la legittimità dell’operazione.
  3. Il notaio redige l’atto sotto la sua responsabilità
  4. verifica la legalità e che le parti ne abbiano compreso il contenuto.
  5. svolge anche altre funzioni quali la consulenza imparziale, la prevenzione del riciclaggio di denaro o la comunicazione dell’operazione ai diversi organi della pubblica amministrazione. 

Affermare che blockchain e NFT potranno sostituire i notai è un’affermazione che non ha senso.

Anche se è vero che l’uso di blockchain consente di garantire la veridicità e la titolarità di determinati beni che sono conservati in una rete pubblica, purtroppo però la blockchain non svolge molte delle funzioni dei notai.

La blockchain non redige gli atti come fanno i notai, non può provare la capacità dei suoi concedenti o la comprensione di quanto concesso, ma la cosa più importante è che non può garantire la legalità dell’operazione.

I notai svolgono tutte le funzioni sopra menzionate, ragion per cui solo alcune delle quali possono svolgere anche attività di tecnologia blockchain. Quello che però chi fa il paragone dimentica è che firmare un atto notarile è simbolo di garanzia di sicurezza e legalità. 

Forse, con il progresso della tecnologia, le blockchain possono integrare la funzione dei notai, ma non li possono sostituire a causa dell’impossibilità di svolgere tutte le medesime funzioni. 

Realtà Aumentata dal Commercialista

Realtà Aumentata del Commercialista

Realtà Aumentata dal Commercialista, la RA entra anche nello studio del commercialista.

Dopo la robotica entra nello studio la RA, anche se i commercialisti sono titubanti dall’approfondire l’argomento, per molti motivi, infatti sia la pubblica amministrazione in generale, che il fisco in particolare nonostante abbiano da tempo impiegato “gli algoritmi” alla base della RA, non rilasciano note o riconoscimenti per un impiego generalizzato e senza sorprese.

Come la Realtà Aumentata può aiutare i commercialisti a gestire meglio i loro clienti

La RA è una tecnologia emergente che sta cambiando il modo in cui le persone interagiscono con l’ambiente circostante, può essere utilizzata per aiutare i commercialisti a gestire meglio il proprio studio professionale ma anche i loro singoli clienti.

Realtà Aumentata dal Commercialista può aiutare i commercialisti a fornire un servizio più efficiente e personalizzato ai loro clienti. Ad esempio, i commercialisti possono utilizzare AR per visualizzare i dati finanziari dei loro clienti in tempo reale.

Ciò consente loro di fornire consulenza più accurata e tempestiva ai loro clienti. Con la RA sarà possibile integrare/confrontare i meta dati dell’esercizio con quelli degli esercizi precedenti, con quelli dell’andamento del settore operativo e con quelli diffusi dall’Agenzia delle Entrate per simulare situazioni di bilancio ed imposte su attività ed annualità successive.

Inoltre, AR può essere utilizzata per fornire una rappresentazione visiva dei dati finanziari/fiscali dei clienti, consentendo ai commercialisti di comprendere meglio le informazioni e le proiezioni.

AR può anche aiutare i commercialisti a gestire meglio le loro attività. Ad esempio, i commercialisti possono utilizzare AR per tenere traccia dei loro clienti e delle loro attività. Ciò consente loro di risparmiare tempo prezioso e di concentrarsi su altre attività. Inoltre, AR può essere utilizzata per fornire una rappresentazione visiva dei dati fiscali dei clienti, consentendo ai commercialisti di comprendere meglio le informazioni relazionandole al settore economico di appartenenza del cliente.

La RA può aiutare i commercialisti a gestire meglio i loro clienti. AR può fornire ai commercialisti un servizio più efficiente e personalizzato ai loro clienti, consentendo loro di fornire consulenza più accurata e tempestiva. Inoltre, AR può aiutare i commercialisti a tenere traccia delle loro attività e a fornire una rappresentazione visiva dei dati fiscali e finanziari dei clienti.

Ecco alcuni software di RA popolari per i commercialisti:

  1. Xero AR Invoicing
  2. QuickBooks AR Invoicing
  3. Sage AR Invoicing
  4. Zoho Invoice AR
  5. Wave AR Invoicing
  6. FreshBooks AR Invoicing
  7. Microsoft Dynamics 365 Remote Assist
  8. Salesforce AR Companion.

Conclusione

In conclusione, la RA dal Commercialista offre una soluzione innovativa per aiutare i commercialisti a gestire meglio le loro attività. La tecnologia consente loro di ottenere una visione più chiara dei loro clienti, delle loro finanze e delle loro attività. Inoltre, la RA del Commercialista può aiutare i commercialisti a risparmiare tempo e denaro, aumentando la produttività e la precisione. Proiezioni temporali e statistiche sui metadati già raccolti grazie alla RA possono essere utilizzate con maggiore certezza sui risultati, maggiore affidabilità sarà possibile attribuire a dette valutazioni prospettiche anche in relazone a singoli affari od analisi del bilancio.

La RA è una tecnologia che può aiutare i commercialisti a gestire meglio le loro attività e a fornire un servizio migliore ai loro clienti.

Sono un commercialista con esperienza nell’utilizzo della RA utile a migliorare la produttività e l’efficienza del lavoro. Se hai bisogno di ulteriori informazioni su come la RA può aiutare la tua attività, non esitare a contattarmi.

Sarò felice di rispondere a qualsiasi domanda e condividere la mia conoscenza e esperienza. Puoi raggiungermi tramite email eurobusiness@tin.it o telefono 3356541999, oppure attraverso la pagina dei contatti del blog.

Rating di legalità: Modello 231/01

Il rating di legalità contiene il modello 231/01 delle imprese.

Rating di legalità: Modello 231/01 delle imprese.

Il rating di legalità è uno strumento importante per valutare la conformità normativa e la reputazione delle aziende anche di quelle pubbliche.

Il modello organizzativo 231/01, noto anche come “Modello 231”, è il sistema di organizzazione e gestione adottato dalle aziende per favorire e valutare l’adeguato assetto organizzativo.

Il Modello 231 è utile anche per limitare la responsabilità amministrativa derivante da reati commessi dai propri dipendenti nell’esercizio delle attività aziendali. Questo modello di condotta è disciplinato dal Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 
Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300
. (G.U. n. 140 del 19 giugno 2001)

Rating di legalità: Modello231/01; Di seguito elenchiamo i punti salienti del Modello 231:

  1. Ambito di applicazione: Il Modello 231 si applica a tutte le aziende, associazioni, enti e società di capitali italiane, sia pubbliche che private, operative.
  2. Responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Il Modello 231 stabilisce che le persone giuridiche possono essere ritenute responsabili dei reati commessi dai propri dipendenti o rappresentanti.
  3. Reati previsti. Il Modello 231 elenca una serie di reati per i quali le persone giuridiche possono essere ritenute responsabili. Tra essi la corruzione, frode, riciclaggio di denaro, finanziamento illecito dei partiti politici e altri reati economici.
  4. Sistema di organizzazione e gestione. Il Modello 231 richiede alle aziende di adottare un sistema di organizzazione e gestione che includa misure di prevenzione e controllo finalizzate a evitare reati.
  5. Codice etico e procedure interne. Le aziende devono sviluppare un codice etico che stabilisca i principi e i valori guida dell’azienda e definire procedure interne che disciplinino le attività aziendali. Prevenendo il rischio di commettere reati.
  6. Nomina di un organismo di vigilanza. Le aziende devono nominare un organismo di vigilanza indipendente, incaricato di monitorare l’applicazione del Modello 231, segnalare eventuali violazioni e proporre miglioramenti.
  7. Addestramento del personale. È importante fornire un adeguato addestramento al personale dell’azienda affinché sia consapevole dei rischi di reato e dei meccanismi di prevenzione previsti dal Modello 231.
  8. Sanzioni. Il Modello 231 prevede sanzioni amministrative, quali multe e confisca dei beni, per le persone giuridiche ritenute responsabili di reati commessi nel contesto delle attività.

Questi sono solo alcuni dei punti principali del Modello 231.

È fondamentale che l’imprenditore; s’informi in modo più approfondito sulla normativa e si avvalga di consulenti legali specializzati per adeguare l’organizzazione aziendale a tale modello.

Rating di legalità: modello 231/01.

Il commercialista è abilitato per stilare un modello 231 ?;

No, il commercialista non è abilitato per stilare direttamente un Modello 231. La redazione e l’adeguamento del Modello 231 richiedono competenze specifiche in materia legale e di compliance.

Solitamente, per la stesura e l’implementazione del Modello 231, è necessario coinvolgere una figura professionale specializzata in diritto penale e compliance. Come ad esempio un avvocato esperto in diritto penale o un consulente legale specializzato nella normativa 231/2001.

Il commercialista può essere coinvolto nel processo di redazione e controllo del Modello 231/01 in quanto esperto in materia contabile e fiscale. Contribuisce però alla valutazione degli aspetti economici e finanziari legati all’implementazione del Modello 231 stesso.

Tuttavia, per garantire la corretta applicazione della normativa 231/2001, è consigliabile consultare un esperto legale qualificato. Per essere guidati nella stesura e nell’adeguamento del Modello 231 in base alle specifiche esigenze della azienda.

come usano la “IA” le banche

come usano la "IA" le banche

Sappiamo bene che anche le banche utilizzano l’Intelligenza Artificiale (IA) vediamo in sintesi come usano la IA le banche. Abbiamo già avuto modo di affrontare l’argomento riguardante la IA da parte dei professionisti. In particolare ci siamo chiesti la IA rappresenta una risorsa oppure un pericolo da scongiurare.

L’ABI già dal 2019 ha inteso osservare il mondo della IA per porlo al “servizio dei clienti“. Oppure più semplicemente per orientare le banche verso il proprio futuro.

Le banche la usano in vari modi per migliorare i loro servizi e processi. Ecco alcuni esempi comuni di come le banche possono sfruttare l’IA:

  1. Rilevamento delle frodi: L’IA può essere utilizzata per analizzare i modelli di transazioni finanziarie e rilevare comportamenti sospetti o attività fraudolente. Algoritmi di machine learning possono apprendere dai dati storici e identificare anomalie che potrebbero indicare una frode in corso.
  2. Assistenza virtuale e chatbot: Molte banche utilizzano chatbot basati sull’IA per fornire assistenza automatizzata ai clienti. Questi chatbot possono rispondere a domande comuni, fornire informazioni sui conti, aiutare nella gestione delle transazioni e persino fornire suggerimenti finanziari di base.
  3. Analisi dei dati e previsioni: L’IA può analizzare grandi quantità di dati finanziari e fare previsioni sulla base di modelli statistici. Ciò può essere utilizzato per identificare tendenze di mercato, valutare il rischio di credito, ottimizzare le decisioni di investimento e migliorare la pianificazione finanziaria.
  4. Personalizzazione dei servizi: Le banche possono utilizzare l’IA per offrire servizi personalizzati ai propri clienti. Attraverso l’analisi dei dati dei clienti. L’IA può fornire raccomandazioni personalizzate per prodotti finanziari; Suggerire piani di risparmio o investimento e offrire esperienze bancarie su misura.
  5. Automazione dei processi: L’IA può automatizzare diversi processi bancari, come l’elaborazione dei documenti, la verifica dell’identità dei clienti e la gestione delle transazioni. Ciò consente di ridurre i tempi di attesa, migliorare l’efficienza operativa e ridurre gli errori umani.
  6. Gestione del rischio: L’IA può essere utilizzata per analizzare e valutare i rischi finanziari, come la valutazione del credito dei mutuatari. L’identificazione delle transazioni sospette o non conformi e la gestione dei portafogli di investimento.

Questi sono solo alcuni esempi di come usano la IA le banche.

Le applicazioni specifiche possono variare da istituto a istituto, a seconda delle loro esigenze e delle risorse disponibili.

Ma sicuramente in futuro saranno sempre maggiori le occasioni di impiego della IA in ambito bancario.

Sappiamo bene che le banche operano in stretta sintonia con le assicurazioni, ci occuperemo quindi anche della IA impiegata dalle assicurazioni.