Legge di Bilancio 2021 tutela i più deboli

Tra le altre misure, il bonus per mamme con figli disabili, l’accesso al superbonus per abbattere barriere architettoniche, aumento fondi per non autosufficienze, caregiver, dopo di noi e contrassegno auto disabili

Legge di Bilancio 2021 tutela i più deboli

Legge di Bilancio 2021: tutte le misure per le persone disabili e le loro famiglie

Tra le altre misure. Il bonus per mamme con figli disabili, l’accesso al superbonus per abbattere barriere architettoniche, aumento fondi per non autosufficienze, caregiver. Dopo di noi e contrassegno auto disabili.

Nell’ultimo giorno di approvazione utile, dopo una sfilza di DPCM focalizzati sulla gestione dell’emergenza Covid nei giorni di festa. Il 30 dicembre 2020 è finalmente stato pubblicato in gazzetta ufficiale il testo della Legge di Bilancio 2021. Ovvero la normativa che contiene il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.

Riassumiamo di seguito. Anche grazie all’approfondimento dedicato sul sito dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le misure previste all’interno della Legge dedicate al mondo del sociale, alle persone con disabilità e alle loro famiglie.

CONTRIBUTO ALLA FISH

Il comma 337 dell’Art. 1 della legge n. 160 del 27 dicembre 2019 aveva stanziato un contributo di 400.000 euro da destinare alla Federazione Italiana Superamento Handicap. Ora la Legge di Bilancio sancisce un ulteriore contributo di 400.000 euro, per un totale di 800.000.
I fondi, stando a quanto definito dal comma 156, sono volti a garantire le attività di inclusione sociale delle persone con differenti disabilità in base agli obiettivi e ai princìpi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata ai sensi della legge 3 marzo 2009, n. 18.

TUTELA DEI LAVORATORI FRAGILI

All’Art. 1, commi 481/482, la Legge riprende le tutele previste per i cosiddetti “lavoratori fragili” originariamente previste dall’Art. 26 del DL Cura Italia e le reintroduce per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 28 febbraio 2021.

Legge di Bilancio 2021, tutela i più deboli

Indicazioni operative per il riconoscimento della tutela previdenziale della malattia

Dal 1° gennaio fino al 28 febbraio, dunque, per questa categoria l’assenza dal posto di lavoro sarà equiparata al ricovero ospedaliero, senza pesare sul periodo di comporto.
Inoltre, viene estesa fino a fine febbraio anche l’opportunità che i lavoratori fragili svolgano di norma la prestazione lavorativa in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento.
Ricordiamo che le agevolazioni si applicano ai lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità.

CONTRIBUTO ECONOMICO PER FIGLI CON DISABILITÀ

I commi 365-366 sanciscono lo stanziamento di un contributo per i tre anni a venire (2021, 2022, 2023) destinato alle madri disoccupate o monoreddito facenti parte di nuclei familiari monoparentali con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento.

Il contributo, corrisposto mensilmente, avrà valore massimo di 500 euro netti, anche se non sono ancora chiari i criteri di graduazione dell’importo, demandati dal testo a successivi decreti attuativi ministeriali.
Non sono pochi i dubbi che solleva questo stanziamento, a partire da quel 60% d’invalidità, richiesto nonostante per i minori non sia prassi assegnare una percentuale, per arrivare all’esclusione dei padri. Per fugarli dovremo, ancora una volta, attendere i dettagli operativi.

SUPERBONUS 110% PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

Come anticipato, i commi 66-74, non solo prorogano la detrazione al 110% (il cosiddetto superbonus) per gli interventi di efficienza energetica e antisismici effettuati sugli edifici fino al 30 giugno 2022, ma ne ampliano anche l’applicabilità a interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche, anche nel caso siano effettuati in favore di persone aventi più di 65 anni.
Si tratta di adattamenti che riguardano ascensori e montacarichi o finalizzati alla realizzazione di strumenti tecnologici che favoriscono la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone con disabilità grave (legge 104/1992).

Legge di Bilancio 2021, tutela i più deboli

FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE

Dopo l’aumento di stanziamenti previsto dal Decreto Rilancio, il Bilancio 2021 destina, per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, ulteriori 100 milioni (per un totale di 668 milioni per il 2021, 667 milioni per il 2022 e 665 milioni per il 2023.

FONDO PER IL DOPO DI NOI

Anche in questo caso, in aggiunta all’incremento già previsto dal Decreto Rilancio, la Legge stabilisce, per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, un aumento del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare di 20 milioni (per un totale di 76 milioni per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023).

FONDO PER I CAREGIVER FAMILIARI

Con il comma 334 la legge di bilancio (re)istituisce – dopo il tentativo fallito della legislatura precedente – un fondo destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare, come definito dal comma 255 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205. La dotazione del Fondo sarà di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.

FONDO PER LA CURA DI SOGGETTI CON AUTISMO

Con i commi 454-456 viene aumentato di 50 milioni per il 2021 il “Fondo per la cura di soggetti con autismo”.

Le risorse, in questo caso, vengono così suddivise:
a) una quota pari al 15% per lo sviluppo di progetti di ricerca riguardanti le basi eziologiche, la conoscenza del disturbo dello spettro autistico, il trattamento e le buone pratiche terapeutiche ed educative;
b) una quota pari al 25% all’incremento del numero delle strutture semiresidenziali e residenziali pubbliche e private con competenze specifiche sui disturbi dello spettro autistico in grado di effettuare il trattamento di soggetti minori, degli adolescenti e degli adulti, con contributo da erogare alle strutture private subordinatamente al conseguimento dell’accreditamento da parte del SSN;
c) una quota pari al 60% all’incremento del personale del SSN preposto alla prestazione delle terapie indicate nelle linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico adottate dall’Istituto Superiore di Sanità.

FONDO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Ai sensi dei commi 1134-1139 viene istituito il “Fondo contro le discriminazioni e la violenza di genere“, con una dotazione di 6 milioni di euro totali per il triennio 2021-2023.
Nonostante il nome si concentri sulla questione di genere, il Fondo sarà destinato, in senso molto più ampio, a garantire le attività di promozione della libertà femminile e di genere e le attività di prevenzione e contrasto delle forme di violenza e discriminazione fondate sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

SPAZI RISERVATI ALLA SOSTA DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

Al fine di favorire la mobilità urbana ed extraurbana, anche con riferimento alla mobilità delle persone con disabilità, – recita il comma 819 –nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è istituito un fondo con una dotazione di 3 milioni di euro per l’anno 2021 e di 6 milioni di euro per l’anno 2022, destinato all’erogazione, nei limiti delle risorse disponibili per ciascuno degli anni 2021 e 2022, di contributi in favore dei comuni che, con ordinanza adottata entro il 30 giugno 2021 ai sensi dell’articolo 7 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, provvedono a istituire spazi riservati destinati alla sosta gratuita dei veicoli adibiti al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria muniti di contrassegno speciale ovvero delle donne in stato di gravidanza.

INCLUSIONE SCOLASTICA

I commi 960-963 toccano il capitolo dell’inclusione scolastica sotto diversi aspetti: formazione del personale, numerosità degli insegnanti di sostegno e ausili e strumenti didattici.
Il comma 960 definisce un progressivo incremento degli insegnanti di sostegno5.000 per prossimo anno scolastico, 11.000 dall’anno scolastico 2022/2023 e 9.000 a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024.
Il 961, invece, sancisce l’incremento, per il 2021, di 10 milioni del fondo (ex cosiddetta “Buona scuola”) da destinare alla formazione obbligatoria del personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità.
Il comma successivo, poi, stabilisce che, al fine di realizzare l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, per ciascuno degli anni scolastici 2021/2022, 2022/ 2023 e 2023/2024 sono stanziati 10 milioni di euro per l’acquisto e la manutenzione di attrezzature tecniche e di sussidi didattici.
Infine, il comma 963, regolamenta l’assegnazione delle risorse professionali di sostegno didattico e di assistenza specialistica agli alunni con disturbi specifici di apprendimento, diagnosticati ai sensi della legge 8 ottobre 2010, n. 170. A questi ultimi – si legge – spettano esclusivamente le misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5 della citata legge n. 170 del 2010, senza l’impiego delle risorse professionali di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, erogate in attuazione dell’articolo 3 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66.

MISURE PER IL SOSTEGNO ALLA PARTECIPAZIONE POLITICA

Attraverso i commi 341-342 sono stanziati 100mila euro annui, a decorrere dal 2021, per la realizzazione di una piattaforma per la raccolta delle firme digitali per la richiesta di referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo.

La piattaforma consentirà, a partire dal 2022, la raccolta di firme anche da parte di persone allettate o che non possono lasciare la propria abitazione.

PROROGA DEI PIANI TERAPEUTICI

Dopo la proroga dei piani terapeutici fino al 31 agosto 2020, da parte di AIFA, la durata degli stessi viene ulteriormente estesa, eccezionalmente, per i casi in cui, per criticità locali legate alla pandemia, non sia ancora possibile seguire i percorsi di ordinario monitoraggio delle terapie.

Legge di Bilancio 2021, tutela i più deboli


ECA. abrogata ma i comuni la riscuotono;

ECA. abrogata ma i comuni la riscuotono;

L’ECA é contenuta in migliaia di avvisi di accertamento nonostante abrogata, i comuni continuano a riscuoterla a mezzo ruoli contenenti importi relativi alla locuzione “addizionale ex Eca”. 

La ex Tarsu rinominata TARI dal 2013 fa nutrire forti dubbi sul fondamento della pretesa per gli abituali rilievi che ne compromettono l’efficacia.

Cos’è L’ECA

ECA è la sigla degli ex “Enti comunali di assistenza”, istituiti con la legge n. 837 del 3 giugno 1937 in sostituzione delle preesistenti “Congregazioni di carità”. Gli enti ECA furono soppressi di fatto già nel 1978, con il passaggio delle funzioni assistenziali e sanitarie alle Regioni.

La storia dell’ECA

L’addizionale  fu istituita con il R.D.L. 2145 del 30 novembre 1937, convertito con la L. n° 614 del 1938, nella misura del 2% sui tributi erariali. Dopo la soppressione degli ECA, l’addizionale nel frattempo elevata sino al 10 % infatti è stata devoluta dalla legge n° 549 del 28 dicembre 1995 ai Comuni, i quali potevano riscuoterla sul prelievo della tassa sui rifiuti.

Federalismo Impositivo

Il Regio Decreto consentiva il prelievo sui tributi riscossi tramite concessionario e ruolo, in questi termini hanno continuato le disposizioni che nel tempo si sono succedute, in particolare la L. 549/1995 e il D.M. delle Finanze del 2 maggio 1996.

Con il D.Lgs. n. 446 del 1997 il legislatore attribuì ai Comuni una specifica potestà regolamentare in materia di accertamento e di riscossione dei tributi locali e delle altre entrate proprie, introducendo la formula della riscossione diretta, che consente agli enti comunali di procedere in autonomia.

Stabilito che l’addizionale è consentito riscuoterla tramite il Concessionario (ex Esattorie) e ruolo (titolo esecutivo), ci si domanda se l’addizionale ECA sia dovuta anche per quei Comuni che procedono direttamente all’accertamento e riscossione dei tributi locali come il caso di Salerno. A giudicare dalla scomparsa dell’addizionale dal calcolo sembra proprio scomparsa definitivamente.

Tutto è possibile

Intanto sono intervenuti anche autorevoli pareri, fino alla Corte dei conti (cfr Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia, deliberazione n. 146/2009/PAR del 24 aprile 2009 e nr 274/2011 della sezione regionale di controllo della Campania) che ne stabiliscono la non applicabilità dell’addizionale ECA.

Stante ciò, in base a quale legge e regolamento il Comune di Salerno continuava ad applicare tale addizionale nonostante la sua intervenuta abrogazione con la gestione diretta del servizio di riscossione omettendo di emettere il ruolo presupposto fondamentale per la sua riscossione.

Più nel profondo della sua inapplicabilità

Non è da escludere, altresì, la presumibile violazione costituzionale posta in essere dallo stesso Comune in quanto la reiterata applicazione dell’addizionale ex ECA senza alcuna altra specificazione, di per sé vìola l’art. 53 della Costituzione perché il prelievo addizionale non è correlato ad alcun servizio.

Mai fidarsi degli addebiti alla cieca

Non indirizzandosi a finanziare direttamente alcunché, ovvero supportare alcuna spesa comunale, il criptico prelievo quando presente in dettaglio, assume i chiari tratti dell’imposta più che della tassa, violando apertamente il principio costituzionale della capacità contributiva di ciascuno.

Per ricevere maggiori dettagli e spiegazioni sulle voci di addebito indicati nelle richieste di pagamento ricevute, potete fare riferimento al form che segue.

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ECA. abrogata ma i comuni la riscuotono;

Piano Transizione 4.0 – 2021

Piano Transizione 4.0 – 2021

Che cos’è il Piano Transizione 4.0

Il Piano Transizione 4.0 sostituisce i precedenti Impresa 4.0 e Industry 4.0 e rappresenta l’indirizzo di politica industriale dell’Italia, quantomeno per il prossimo triennio.

Ormai non si torna indietro bisogna a tutti i costi digitalizzare l’Italia.

La pandemia ha dato un impulso non indifferente infatti ha reso possibile l’informatizzazione e la digitalizzazione di ulteriori settori della P.A. i più recrudescenti. Indubbiamente la digitalizzazione della vita quotidiana dei cittadini interfacciata alla P.A. renderà risultati stupefacenti sul recupero delle imposte da evasione e del riciclaggio del danaro sporco, sicuramente darà ulteriori risultati stupefacenti in termini di  antiterrorismo e prevenzione degli infami attacchi terroristici.

Interfacciare telecamere e microfoni anche per strada ed i flussi di cassa di ciascuno di noi; Ci costerà la libertà, per la quale sono morti molti dei nostri nonni.

Adesso la stiamo cedendo per partecipare ad un organismo europeo nato per snellire gli scambi commerciali ed oggi incide sulla nostra politica interna, in maniera lesionista.

Perché ? Non si spreca occasione per dimostrarlo.

L’Europa dimostra di essere contro l’Italia e gli Italiani.

Il governo di turno per ingraziarsi favori da non concedere, infatti sappiamo che agli Italiani basta promettere.

Nell’ottica quindi di generare credito, che rappresenta l’attuale moneta elettronica voluta dall’Europa, nasce il Piano di Transizione 4.0 il quale consiste in un’unica misura, con aliquote differenti per incentivare l’acquisto di  diverse categorie di beni.

Il nuovo credito di imposta previsto dal Piano Transizione 4.0 sostituisce dal 2020 le misure disponibili fino all’anno scorso, tra le quali l’ iperammortamento e superammortamento. Nello specifico sono disponibili per gli imprenditori:

  • In sostituzione dell’iperammortamento è disponibile il credito di imposta per beni 4.0:
  • 40% per investire fino a 2,5 milioni di euro
  • 20% per investire tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro.

Oltre i dieci milioni di euro non sono previste misure.

Crediti d’imposta sui beni strumentali

  • In sostituzione del superammortamento, è stata pensata la misura del credito di imposta per beni strumentali al 6% per investire fino a 2 milioni di euro;
  • Prevista anche una misura specifica per i beni immateriali, in particolare i software: credito di imposta al 15% per investimenti con tetto fino a mezzo milione di euro.

Crediti per ricerca e sviluppo

Le nuove regole prevedono anche ulteriori crediti di imposta per altre categorie:

  • 12% fino a 3 milioni di euro di investimento per R&S – Ricerca e sviluppo;
  • 10% con investimenti fino un milione e mezzo di euro per progetti green e trasformazione digitale;
  • 6% per investimenti fino a un milione e mezzo di euro in design.

Transizione 4.0 le risorse disponibili per il 2021 in Italia

Il piano Transizione 4.0 scadrebbe quest’anno, ma i nuovi incentivi pensati per il prossimo triennio copriranno anche gli investimenti fatti a partire da novembre 2020, ma è possibile che si estendano per tutto il 2021 e 22 con consegna dei beni sicuramente fino a giugno 2023 in caso di pagamento anticipato dell’acconto.

Le risorse secondo il Ministro Patuanelli ammontano a 23,8 miliardi di euro.

Si prevede anche la fruizione dei crediti in tre anni e non in cinque anni. Le novità relative alle aliquote, come emerso a novembre, sarebbero:

  • l’ex iperammortamento, ora credito di imposta per beni 4.0, vedrebbe un ritocco delle fasce di investimento:
    • l’aliquota del 40% per la prima fascia vede un rialzo del tetto da 2,5 milioni a 4 milioni di euro, come confermato dal ministro Patuanelli a novembre 2020, con ritorno alle cifre attualmente in vigore nel 2022.
    • La seconda fascia dovrebbe avere tetto fissato ancora a 10 milioni, con aliquota dal 20 al 30%.
    • La terza fascia per investimenti dai 10 ai 20 milioni di euro, con aliquota del 10%.
  • l’ex superammortamento, diventa credito di imposta per beni strumentali materiali, nel 2021 dovrebbe vedere il rialzo dell’aliquota dal 6 al 10%. Se si tratta di beni utili per lo smart working, l’aliquota salirà fino al 15%, come confermato dal ministro, almeno per il primo anno.

Transizione 4.0 quali aiuti ci sono per le Pmi

L’idea emersa a novembre 2020 era quella di permettere alle PMI con ricavi fino a 5 milioni di usufruire del credito di imposta per beni strumentali in un anno invece che in tre anni.

Dopo il coronavirus: la proposta di utilizzo dei fondi europei

Durante l’audizione al Senato sul Recovery Plan, riguardo alla percentuale relativa agli investimenti in Ricerca & Sviluppo, a ottobre 2020 il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli ha annunciato che sarebbe necessario passare dal 12% al 20%. Inoltre, ha affermato che per sostenere il piano di rafforzamento delle misure 4.0 al fine di favorire l’innovazione e lo sviluppo, sarebbe necessario mettere sul piatto circa 25 miliardi di euro. Non una parola su come investire dette risorse.

Credito di imposta: le regole dell’Agenzia delle entrate

A gennaio 2021, comincerà la diatriba delle incomprensioni con l’Agenzia delle entrate la quale tenterà di recuperare tutti i crediti non riconoscibili, val bene la pena di ricordare ai furbetti che la costruzione di un credito d’imposta fasullo secondo la finanziaria 2021 può essere fatale, infatti oltre a prevedere una recrudescenza sanzionatoria, ma è  stata reintrodotta la misura cautelare dell’arresto.

A tal proposito segnaliamo anche che a gennaio 2020 l’Agenzia delle Entrate ha già pubblicato una comunicazione in cui precisa alcune regole per usufruire dei crediti di imposta del  Piano Transizione 4.0.

Innanzitutto, l’ente precisa che gli investimenti devono essere fatti da aziende che si trovano in Italia, tra il primo gennaio e il 31 dicembre del 2020, oppure fino al 30 giugno 2021 ma solo se entro il 31 dicembre 2020 è stato accettato l’ordine e sia stato pagato almeno il 20% del costo.

L’Agenzia delle entrate spiega

“il credito di imposta concretamente sarà fruibile tramite compensazione con il modello F24”

L’Agenzia delle entrate presenta anche una lista di beni esclusi dalle misure previste:

  • mezzi di trasporto motorizzati
  • i beni per i quali, spiega la nota, “il decreto ministeriale del 31 dicembre 1988 stabilisce coefficienti di ammortamento ai fini fiscali inferiori al 6,5%”
  • costruzioni e fabbricati
  • condutture delle industrie di imbottigliamento di acque minerali, stabilimenti balneari e termali oppure condutture per la produzione e distribuzione di gas naturale, aerei, materiale rotabile
  • i beni descritti come “gratuitamente devolvibili delle imprese operanti, in concessione e a tariffa, nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti”, come riporta la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate.

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L’analisi del bilancio; Svela i segreti del cliente

L'analisi del bilancio; Svela i segreti del cliente

L’analisi del bilancio; Svela i segreti del cliente

Ormai sempre più imprenditori sembrano particolarmente avveduti, molti cercano di evitare situazioni di insolvenza dei propri clienti. Infatti a cospetto dell’acquisizione di un nuovo cliente, ci richiedono nella qualità di loro consulenti, come appare la situazione dell’affidabilità del loro cliente.

Ovviamente scaricato dalla CCIAA il bilancio e gli allegati procediamo ad una analisi che possa quantomeno sincerare sulla solvibilità o meno a medio termine. Del cliente da affidare per le forniture future.

Di norma prima di rilasciare un parere scritto informiamo il cliente sulla non esaustività del parere e sulla percentuale di rilevanza effettiva. Perché l’analisi di bilancio non è una scienza esatta. Subito dopo consideriamo le domande che si pone il fornitore riguardo la situazione patrimoniale del suo cliente. Le quali sono molto simili a quelle che si è già posto il fisco.

E’ così, che dagli studi di settore soccorrono gli indici che segnalano anche al fisco come stanno le cose. Salvo poi a verificare attraverso le segnalazioni all’Agenzia delle Entrate la realtà degli scostamenti analizzati. Ovvero la bontà del bilancio di esercizio, il quale ricordiamo, viene redatto secondo il principio della continuità e della prudenza.

Due indici per tutti: Presenti nello stato patrimoniale precisamente nell’Attivo.

  1. il magazzino in termini di rotazione;
  2. i crediti verso clienti (soprattutto se non verso imprese private)

Per capire se il valore del magazzino esposto in bilancio e gonfiato. Pratica commerciale scorretta che consente di migliorare il proprio rating e soprattutto per eludere le imposte. Circostanza che rende l’analisi di rotazione del magazzino particolarmente attenzionata per “coerenza” nello studio di settore.

In sintesi è facilmente rilevabile dalla sezione situazione patrimoniale ove prendete la voce C 1 “Rimanenza” la dividete per la somma dei valori espressi. Nella sezione Conto economico del bilancio le voci B6 “per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci” sommata e la voce B11 “Variazione delle rimanenze”; Il valore ottenuto se diviso per 365, restituisce se pur in maniera grossolana i giorni che impiega il magazzino a ruotare.

Il risultato quindi porrà in condizione di valutare con gli altri dati conosciuti se il magazzino risulta sopra valutato.

L’altra voce dell’attivo che tendenzialmente può risultare sopra valutata è quella dei crediti “verso clienti”, nell’attivo patrimoniale al rigo C, II, 1; il valore espresso diviso il valore espresso sempre nel conto economico alla voce “Ricavi delle Vendite” A ,1; l’importo che viene restituito restituirà i giorni medi d’incasso, quindi ove contenuto in 60 saranno i giorni medi data fattura dell’incasso.

È fuori dubbio che ad esempio un risultato di 200 gg sarà ritenuto inusuale od addirittura eccessivo per eccesso o per difetto tenuto conto del tipo di attività dell’azienda osservata.

Questi ed altri indicatori, anche se ripetiamo non sono valori assoluti, data la vocazione statistica dell’intera analisi di bilancio; Ma comunque sono capaci di dare una risposta ai mille interrogativi che affliggono i fornitori prima di potersi fidare completamente di un cliente, soprattutto se nuovo.

Non indugiare oltre, prima di acquisire nuovi clienti, fai come tanti altri scaltri imprenditori, prova a conoscerli meglio attraverso i dati che loro stessi dichiarano al fisco, anche il nostro studio può eseguire una accurata e completa analisi dei bilanci depositati alla CCIAA.

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L’analisi del bilancio; Svela i segreti del cliente

Redditometro & auto

Redditometro & auto

Redditometro & auto

Dopo l’ennesimo flop sugli aiuti economici, vedi il secondo Decreto Ristori e la incombente necessità di un terzo ristoro, per tutte le categorie “dimenticate” dal Governo.

Sicuramente saranno utilizzati fondi europei, che produrranno interessi da pagare.

Difficile quindi pensare ad una ripresa spontanea dell’economia e delle finanze.

L’unica via di fuga per il Governo è la lotta alla evasione fiscale, infatti la pandemia avrà modificato la vita a tutti, partendo proprio dal modo di intendere il lavoro, ma non ha fornito alcuna forma di contrasto alla evasione fiscale. Anzi!

Prima della pandemia l’attenzione fiscale era concentrata sulle spese dei contribuenti al fine di poter ricostruire con estrema precisione, il reddito prodotto, o quantomeno il flusso di danaro occorrente per il tenore di vita rappresentato dal redditometro.

Tra le spese capaci di determinare un Accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate vi sono quelle legate all’acquisto ed al mantenimento dell’auto anche se non di grossa cilindrata ed anche se non è stata acquistata ma è solo in lungo noleggio oppure in  leasing.

La possibilità che il coronamento del proprio sogno possa creare problemi con il fisco è concreta

Infatti la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate sappiamo che hanno in calendario i controlli a tappeto per stanare le evasioni fiscali e, nella valutazione dei soggetti a rischio, fanno riferimento al possesso di beni di elevato valore come auto e non solo di lusso, infatti è ben noto a chiunque che il mantenimento in esercizio di un natante anche di piccole dimensioni di un’auto d’epoca o storica implica l’impiego di molto capitale.

Completano il ciclo delle attenzioni ovvero si determina una recrudescenza la coincidenza tra bene mobile sospetto e la e proprietà/disponibilità di appartamenti di grande dimensione.

Molti concessionari, mossi dalla necessità di convincere il cliente all’acquisto dell’auto, suggeriscono di prendere la macchina in leasing/noleggio. Sperando di evitare l’allerta del sistema informatico fiscale (SID). Infatti nella circostanza il cliente non risulterà intestatario. Ma non è così !

È possibile l’accertamento fiscale per l’auto in leasing ?

E l’auto usata ?

A partire da quale cilindrata per l’auto si rischia l’applicazione di un accertamento scaturito dal redditometro ?

A fornire una risposta a questo comprensibile dubbio sono state numerose pronunce della Cassazione tra cui l’ultima  [Cass. ord. n. 29750/2018.].

La pronuncia della Corte Suprema spiega come funziona il redditometro auto non solo per le auto di lusso, ma per qualsiasi altro mezzo di trasporto che il contribuente non possa apparentemente permettersi. Tenuto conto dei dati di reddito dallo stesso dichiarati.

L’acquisto di una macchina può comportare dei rischi nei rapporti con il fisco, vediamo se le cose cambiano in caso di auto di seconda mano o in lungo noleggio ovvero quello finanziario cosiddetto leasing.

Ma procediamo secondo l’indice che segue:

Cos’è e come funziona il Redditometro

Chi spende di più di quanto dichiara all’Agenzia delle Entrate è perché ha dei redditi nascosti.

Su questo principio nasceva il redditometro, ma oggi ?

Chi più spende più guadagna !

Così ragiona il software in uso al fisco con cui vengono messi su una bilancia, da un lato, i redditi riportati nella dichiarazione annuale e, dall’altro, gli acquisti per incrementi patrimoniali, intesi per tali anche le spese occurrenti per il mantenimento dello stesso patrimonio: se c’è scostamento più alto del 20% di quanto risulta dalla dichiarazione presentata per l’annualità in accertamento, allora parte l’allerta per l’ufficio delle imposte di competenza.

Ma prima di poter acclarare che il maggior impiego di spesa o di incremento patrimoniale è frutto di evasione fiscale, con l’aggravante dell’auto riciclaggio di proventi illeciti;

Il contribuente è invitato; A fornire chiarimenti sulla provenienza del denaro impiegato in più, rispetto a quanto dichiarato nell’anno, e nei 5 precedenti quello in contestazione.

A questo punto; Se ritenute insufficienti le giustificazioni, l’Agenzia delle Entrate con il supporto della consolidata Cassazione, parte all’attacco e notifica l’accertamento fiscale. Non c’è scampo solo la Commissione Tributaria potrà rilevare eventuali vizi di forma della procedura.

Redditometro per auto nuova

Il Redditometro è viene utilizzato per qualsiasi acquisto fatto dai contribuenti ma solo per quelli di valore elevato e che siano “tracciabili”;

È il caso dell’acquisto di qualsiasi bene mobile od immobile la cui proprietà risulta trascritta nei pubblici registri.

L’attenzione fiscale quindi si concentra sui contratti di acquisto anche di beni di consumo dove bisogna fornire il codice fiscale o la partita Iva: un mutuo, un affitto, un viaggio, un’utenza telefonica. V’è di più non dimentichiamo che a ciò si aggiungono tutte le spese di manutenzione e/o riparazione.

Tornando a chi compra una macchina e non ha un reddito sufficiente non solo per pagarne il prezzo, ma anche per mantenerla ivi compresi i costi periodici che essa comporta come il bollo, l’assicurazione, la benzina è molto probabile che sia convocato a documentare con quali soldi ha fatto fronte alla spesa.

La giurisprudenza unanime espressa dalla Suprema Corte, attesta nello specifico che la titolarità di un’automobile fa scattare il redditometro.

Sta al contribuente dimostrare che :

  1. il presunto reddito maggiore non esiste;
  2. l’esborso non è riconducibile al contribuente;
  3. la differenza di reddito non è significativa ai fini dell’accertamento;
  4. la spesa è stata possibile con redditi soggetti a ritenuta alla fonte;
  5. la spesa esiste ma in misura inferiore a quella contestata.

Secondo la giurisprudenza [Cass. sent. n. 13041/17 del 24.05.2017], infatti, è legittimo l’accertamento fiscale dell’Agenzia delle Entrate successivo all’acquisto di un’auto, «in quanto fondato sui fattori-indice, essenzialmente costituiti dal possesso da parte del contribuente di determinati beni in concomitanza, attestati un tenore di vita definibile di lusso (macchine, case, barche, cavalli, qualsiasi bene rifugio, ecc.).

Si tratta di elementi sintomatici di capacità di spesa occultata da cui deriva la presunta corrispondente disponibilità di un adeguato reddito da tassare in capo al Contribuente».

Redditometro per auto usata

Al momento sembra che le cose vadano meglio per chi acquista un’auto di seconda mano. Infatti la Suprema Corte ha statuito che [Cass. ord. n. 23715/2018], non c’è rischio di un accertamento fiscale se il valore residuo del mezzo usato è minimo.

Ma se la macchina dovesse avere ancora un discreto valore allora il controllo sarebbe lecito, sopratutto in presenza di ingenti spese di mantenimento.

Redditometro per auto in leasing

Con l’ordinanza cui abbiamo fatto riferimento in apertura, la Cassazione ha ritenuto legittimo l’accertamento fiscale basato sul redditometro anche se l’auto di lusso non è stata acquistata ma è soltanto in leasing.

La legge [Art. 38 DPR n. 600/1973] si legge – legittima la presunzione, da parte dell’amministrazione finanziaria, di un reddito maggiore di quello dichiarato dal contribuente sulla base di elementi indiziari dotati dei caratteri della gravità, precisione e concordanza.

E ancora, per la Cassazione, in presenza di tale presupposto, la norma non impone altro onere all’Amministrazione  Finanziaria ma piuttosto consente al Contribuente di offrire la prova contraria: Con la espressa precisazione che l’entità di tali redditi e la durata del loro possesso devono risultare da idonea documentazione. Non bastano eventuali prove testimoniali.

Come contestare il redditometro auto

Considerato come l’acquisto la locazione oppure il leasing di un’auto possa mettere in moto il redditometro, vediamo come il contribuente può difendersi.

Se convocato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di precedenti indagini oppure dall’Agenzia delle Entrate per segnalazione tributaria, il Contribuente deve dimostrare la fonte da cui provengono i redditi “eccedenti il 20%” rispetto a quelli denunciati nella dichiarazione dei redditi, grazie ai quali si è potuto permettere determinate spese.

Esperita la fase precedente la notifica dell’accertamento, compresa la possibilità di raggiungere un accordo con l’Amministrazione Finanziaria;

Al Contribuente non rimane quindi che impugnare e contestare l’accertamento con redditometro.

Ovviamente dovrà fornire prova documentale e dimostrare che eventualmente:

  • ci sono errori procedurali;
  • ci sono errori materiali o di calcolo;
  • i soldi sono frutto di un prestito tra parenti: nel caso si dovrà quindi dimostrare il passaggio di denaro dal conto del parente a quello proprio oppure a quello dello stesso venditore; Oppure dovrà produrre le copie degli assegni con cui gli è stato donato il denaro; Un ulteriore documento che attesti la non assoggettabilità del prestito ad interesse verso il parente coinvolto, perchè esposto anch’esso ad accertamento.
  • i soldi sono risultati da un risarcimento assicurativo oppure da una vincita al gioco: La prova documentale della maggiore disponibilità economica è di quelle previste per la circostanza;
  • ha venduto un oggetto di sua proprietà (ad esempio la precedente macchina) e con il ricavato, o parte di questo, ha comprato il nuovo veicolo;
  • ha ottenuto un mutuo;
  • ha percepito altri redditi esenti o già tassati alla fonte che, come tali, non andavano riportati nella dichiarazione dei redditi. di cui non si è voluto tener conto durante la fase precedente l’accertamento.

Di norma nelle attività di revisione è sempre prestata particolare attenzione alla documentazione delle spese tenuto conto della rilevanza ai fini del redditometro.

Dal Blog è possibile richiedere adesso la CONSULENZA specifica GRATUITA: il blogger esperto – sulla base delle esigenze specifiche– verificherà se ci sono i presupposti per applicare i servizi del blog. Per ridurre il rischio da accertamento a causa del redditometro oppure per ridurre il carico fiscale in maniera inattaccabile.

Eventuali esigenze specifiche del lettore vanno analizzate, il tutto va impostato per essere adattato al caso concreto eventualmente sottoposto. Per redigere un parere scritto per il web, è opportuno rivolgersi ad un professionista esperto della materia e che abbia conoscenze approfondite di del web.

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Esazione Imposte; prescrizione o decadenza ?

Esazione Imposte; Ad Ottobre ricomincia la diatriba - prescrizione o decadenza ?

Esazione Imposte; Ad Ottobre ricomincia la diatriba – prescrizione o decadenza ?

La Pandemia e look down hanno contribuito a rendere le cartelle di pagamento sospese per la riscossione;

Molti si domandano; Allora nulla sarà più dovuto ?

Chiariamo subito che gli effetti della pandemia sulla riscossione delle imposte. Hanno soltanto sospeso i termini di prescrizione, pertanto tutte le attività poste in essere presso l’esattore delle imposte restano congelate.

Le somme che sono state oggetto di ruolo consegnato all’esattore. Sono tutte lì ad attendere la fine della sospensione che sembra sia operativa già dal 14 ottobre.

Invece! Se l’ente ha ritardato la formazione del ruolo. Resta operativa e non sospesa la decadenza dello stesso ente per la richiesta e la formazione del ruolo da consegnare all’esattore. In quanto solo la decadenza non è suscettibile di sospensione.

Da ciò ne discerne una sostanziale differenza tra l’istituto della prescrizione e quello della decadenza.

Va detto ancora che le regole della prescrizione non possono essere applicate alla decadenza.

È chiaro quindi. Che nel momento in cui si dovesse ricevere la notifica di un ruolo. Emesso dall’ente impositore tramite una cartella di pagamento da parte dell’esattore delle imposte. Bisogna con molta cautela analizzare il documento ricevuto e gli atti che lo hanno preceduto. Presso gli enti coinvolti nella formazione del ruolo, anche tenuto conto dei due sopra cennati momenti.

Con queste note non si esorta l’evasione. L’elusione fiscale ovvero inutili contenziosi tributari, ma semplicemente si vuol rendere edotti i debitori o presunti tali, sui propri diritti.

Come di consueto l’analisi dei ruoli notificati, resta attività di studio totalmente gratuita per i fruitori del nostro Blog ed i collegati sui social.

Per qualsiasi necessità, non rinunciate all’utilizzo della form che segue per richiedere l’analisi degli atti ricevuti.

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