Forma scritta per i patti

Forma scritta per i patti

Forma scritta per i patti tra cliente e professionista sul compenso, anche se non digitalizzato con la IA, il professionista previa informativa, deve sempre pattuire il compenso della prestazione.

L’art. 9 del D.L. 1/2012 ha abrogato le tariffe professionali ed ha stabilito che per la liquidazione giudiziale dei compensi il giudice dovrà fare riferimento a parametri ministeriali, fissati con decreto per le diverse categorie professionali.
L’inciso relativo al parere dell’associazione professionale deve ritenersi abrogato in quanto le norme corporative sono state soppresse con R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721.

L’art. 2233 c.c. dispone la nullità dei patti conclusi tra i professionisti e clienti sui compensi professionali non è abrogato, proposta e accettazione, per la validità dell’accordo, devono essere quindi redatte in forma scritta

  • Accordo sui compensi professionali
  • Nessun accordo scritto sul compenso ridotto
  • Proposta e accettazione devono avere la stessa forma, il silenzio non ha valore

Accordo sui compensi professionali

Quando cliente e professionista si accordano per la determinazione del compenso, è necessario stipulare il patto per iscritto. Nel caso in cui infatti a una proposta inviata via email dall’avvocato non segua un’accettazione nella stessa forma scritta, l’accordo non può dirsi concluso, così come se un fax di risposta a una proposta non richiami espressamente un particolare criterio indicato dal cliente per la quantificazione del compenso. Queste le due importanti precisazioni contenute nell’ordinanza di Cassazione n. 15563/2022.

Azione di recupero per i compensi di un avvocato

Un avvocato ricorre in giudizio per ottenere il pagamento dei propri compensi da una società, in relazione a tre giudizi, per un importo complessivo che supera i 122.000,00 euro. La convenuta non contesta le prestazioni eseguite, ma fa presente di aver convenuto con l’avvocato l’applicazione delle tariffe nella misura minima, con ulteriore riduzione e la divisione a metà del corrispettivo, avendo seguito le pratiche con un collega.

Il Tribunale riduce il compenso richiesto dall’Avvocato, rilevando in effetti, in un caso la presenza di un accordo e negli alti due la già avvenuta corresponsione di somme in suo favore.

Nessun accordo scritto sul compenso ridotto

L’avvocato però nel ricorrere in Cassazione solleva i seguenti motivi di doglianza:

  • con il primo motivo contesta la sussistenza di un accordo con la cliente, visto che per la normativa impone la forma scritta per questi patti e il dimezzamento del compenso visto che l’intera pratica è stata svolta dallo stesso;
  • con il secondo deduce l’assenza di accordi sul compenso in relazione a un’altra pratica e lamenta il mancato aumento del 30% del compenso a lui spettante, come previsto dal d.m 55/2014;
  • con il terzo fa presente infine l’errata decorrenza degli interessi dovuti in un caso dalla costituzione in mora e in un altro dalla domanda giudiziale.

Proposta e accettazione devono avere la stessa forma, il silenzio non ha valore

Per la Cassazione devono essere accolti il primo e il secondo motivo del ricorso, assorbito invece il terzo.

In effetti, ha precisato di recente la stessa Cassazione l’art. 2233 c.c. non può ritenersi implicitamente abrogato dall’art. 13, comma 2, della 1. n. 247 del 2012: tale norma stabilisce che il compenso spettante al professionista sia pattuito di regola per iscritto. Infatti, secondo l’interpretazione preferibile, la novità legislativa ha lasciato impregiudicata la prescrizione contenuta nel terzo comma dell’art. 2233 c.c..

In base a questa interpretazione, la norma sopravvenuta non si riferisce alla forma del patto, ma al momento in cui stipularlo: essa, cioè, stabilisce che il patto deve essere stipulato all’atto del conferimento dell’incarico.

Pertanto, poiché la email inviata dall’avv. non è stata seguita dall’accettazione nella stessa forma non è possibile affermare che vi è stato un consenso in quanto “in tema di formazione del contratto, l’accettazione non può essere desunta dal mero silenzio serbato su una proposta, pur quando questa faccia seguito a precedenti trattative intercorse tra le parti, delle quali mostri di aver tenuto conto, assumendo il silenzio valore negoziale soltanto se, in date circostanze, il comune modo di agire o la buona fede, nei rapporti instauratisi tra le parti, impongano l’onere o il dovere di parlare, ovvero se, in un dato momento storico e sociale, avuto riguardo alla qualità dei contraenti e alle loro relazioni di affari, il tacere di uno possa intendersi come adesione alla volontà dell’altro.

Pignoramento presso terzi; Cambia da giugno 2022

Pignoramento presso terzi; Cambia da giugno 2022

Pignoramento presso terzi; Cambia da giugno 2022. La cassazione ci fornisce l’occasione per approfondire i temi sul recupero dei crediti, fino al punto di doverli cedere per esigenze di bilancio.

La riforma del processo civile introduce un nuovo onere per il creditore, andando a modificare il pignoramento presso terzi ex art. 543 c.p.c.

  • Come cambia il pignoramento presso terzi
  • Cosa dovrà fare l’avvocato dal 22 giugno 2022?
  • Onere a pena d’inefficacia del pignoramento

Come cambia il pignoramento presso terzi

Il pignoramento presso terzi cambia dal 22 giugno 2022. Una data che l’avvocato dovrà tenere bene a mente per le nuove scadenzare se dovrà procedere, a partire dalla data, a un pignoramento presso terzi.

Ricordiamo che il 24 dicembre 2021 è entrata in vigore la Legge n. 206/2021. Che contiene la “Delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione. Della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione. Dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata”.

Diverse le norme del processo esecutivo modificate dalla riforma, tra queste anche l’art. 543 c.p.c., che prevede a carico del creditore un onere ulteriore, nel momento in cui procede al pignoramento presso terzi.

Cosa dovrà fare il creditore dal 22 giugno 2022?

L’art. 543 c.p.c, in virtù della riforma del processo civile viene integrato con altri due commi, che vengono aggiunti dopo il quarto e che così recitano:

  • “Il creditore. Entro la data dell’udienza di comparizione indicata nell’atto di pignoramento. Notifica al debitore e al terzo l’avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione. Del numero di ruolo della procedura e deposita l’avviso notificato, nel fascicolo dell’esecuzione. La mancata notifica dell’avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell’esecuzione determina l’inefficacia del pignoramento.
  • Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi. L’inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l’avviso. In ogni caso. Ove la notifica dell’avviso di cui al presente comma non sia effettuata. Gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell’udienza indicata nell’atto di pignoramento.”

L’onere che dovrà essere sopportato dal creditore. In caso di pignoramento presso terzi, è quello della notifica dell’avviso di avvenuta iscrizione a ruolo e del relativo deposito nel fascicolo dell’esecuzione.

Nuovo onere a pena d’inefficacia del pignoramento

Un inutile e vergognoso onere procedurale in più. Che va a gravare sul legale del creditore. E che sembra porsi in contrasto con le finalità di “semplificazione” e di accelerazione del rito procedurale in materia civile. Tanto sbandierato dai governo, finendo così come di consueto. Per appesantire la procedura finalizzata a tutelare il credito da parte di un soggetto che comunque. È già in possesso di un titolo esecutivo, per avviare l’esecuzione nelle sue diverse e possibili forme.

Informatica quantistica nello Studio Professionale

Quale influenza potrebbe avere l’informatica quantistica nello Studio Professionale?

Quale influenza potrebbe avere l’informatica quantistica nello Studio Professionale ? Abbiamo visto come la IA può influenzare l’attività del commercialista.

L’idea dell’informatica quantistica nasce all’inizio degli anni ottanta quando il fisico americano Paul Benioff espose il suo primo modello teorico di computer quantico. Parallelamente a Benioff, un altro fisico statunitense, Richard Feynman, indicò nel suo studio Simulating Physics with Computers la necessità di progettare computer quantistici per poter realizzare esperimenti di meccanica quantistica in modo digitale.

Concetti base del calcolo quantistico

Prima di procedere, introduciamo rapidamente alcuni concetti di calcolo quantisticoNei computer classici (ad esempio i nostri laptop, telefoni, ecc.), tutte le informazioni sono rappresentate in forma binaria, attraverso sistemi fisici bistabili che possono trovarsi in uno stato 0 oppure 1. Ciò che rende unici i bit quantistici (o qubit) è che sono “non-binari”, nel senso che possono trovarsi in uno stato 0, 1 o in uno stato speciale noto come sovrapposizioneMentre si trova in sovrapposizione, un qubit è contemporaneamente sia 0 che 1. Quando misuriamo il qubit, esso collassa fuori dal suo stato quantico e restituisce uno 0 o 1.

L’informatica quantistica si sta facendo strada nel mondo. I computer quantistici sono passati da essere il futuro dell’informatica nei primi anni 90 ad essere sempre più vicini e diventare realtà.

Questi super computer utilizzano le regole della meccanica quantistica, cioè, quel ramo della fisica che studia il comportamento della luce e della materia su scala atomica e subatomica, per superare le limitazioni dell’informatica classica.

Anche lo studio professionale e l’attività del Libero Professionista, saranno influenzate. Ma quali applicazioni può avere questa nuova informatica quantistica nello Studio Professionale?

Con l’aiuto della quantistica si potrebbe ottenere, ad esempio, una migliore gestione della clientela in termini di assistenza realmente efficiente, Prevenire l’assunzione di responsabilità non attese o non previste, nei confronti della Pubblica Amministrazione e dei suoi organi di controllo.

Cos’è l’informatica quantistica?

La computazione quantistica consiste nell’applicare le leggi della meccanica quantistica nell’ambito dell’informatica. Secondo quanto afferma il Professore di Scienza Quantistica Lee Spector nel suo libro Advances in Genetic Programming: “L’informatica quantistica è un campo dell’informatica che utilizza le dinamiche degli oggetti su scala atomica per immagazzinare e manipolare le informazioni”.

In altre parole, questa tecnologia parte dai principi di sovrapposizione della materia e la correlazione quantistica per sviluppare la capacità dei computer. Se possibile mantenere la capacità dell’uomo di non perdere il controllo. L’informatica mette a disposizione dei computer algoritmi molto più efficaci a livello numerico, dotando il sistema di maggior capacità di calcolo rispetto a un computer tradizionale.

Dal bit classico al qubit

qubit (dall’inglese, quantum bit) sono l’unità d’informazione usata nell’informatica quantistica.

A differenza del classico bit binario, che ammette solo i valori 0 o 1, un qubit ammette uno stato indefinito di 0, 1 o qualsiasi proporzione di 0 e 1 sovrapposta.

Potendo sviluppare contemporaneamente funzioni di 0 e 1 mediante i bit quantistici, l’informatica quantistica aumenta notevolmente la velocità di esecuzione“I qubit sono l’unità d’informazione più piccola processabile nell’informatica quantistica, cioè, un sistema di meccanica quantistica bidimensionale che permette di combinare allo stesso tempo la codifica classica dei bit d’informazione (0 e 1)”, cos’ semplifica Román Orús, Professore della Johannes Gutenberg University in Germania, nella rivista accademica Reviews in Physics.

In funzione del numero esatto di bit quantistici, questi computer possono eseguire calcoli in meno spazio e a una velocità irraggiungibile da un computer classico. Microsoft, in tema di spazio occupato l’azienda leader nella realizzazione del software quantistico, spiega che, ad esempio, l’informazione contenuta in 500 qubit equivale alla medesima informazione in più di 2500 bit classici.

Attualmente, esistono già i computer quantistici sul mercato: la multinazionale nordamericana IBM ha lanciato il suo primo computer quantistico commerciale nel 2019, che unisce l’informatica quantistica con quella tradizionale.

Vantaggi (e svantaggi) dell’informatica quantistica

Il principale vantaggio dell’informatica quantistica è il suo maggior potere di calcolo. Questa tecnologia, tuttavia, continua a presentare alcuni svantaggi. I super computer quantistici non apportano ancora la flessibilità necessaria. Questo non è l’unico inconveniente dell’informatica quantistica: i computer quantistici hanno bisogno di lavorare in ambienti molto freddi (-273 ºC). Attualmente, questi computer richiedono che i materiali superconduttivi stiano a questa temperatura per garantire un buon funzionamento.

Applicazioni in ufficio del computer quantistico

L’informatica quantistica potrebbe migliorare la velocità di risposta delle tecnologie che sono sempre più presenti nel nostro quotidiano: Internet delle Cose Industriali, Big data o blockchain. La maggiore interazione tra le macchine di gestione delle immagini e le machine che eseguono applicativi possono restituire una precisa archiviazione dei documenti ricevuti dai clienti.

Sulla stessa linea si trova lo studio Quantum supremacy using a programmable superconducting processor, pubblicato sulla rivista Nature“Con i computer quantistici certe attività di calcolo potrebbero essere eseguite molto più rapidamente in un processore quantistico piuttosto che in uno tradizionale”.

Questo incremento della velocità dei computer potrebbe apportare vantaggi in molti campi, dall’investigazione statistica, alla diagnosi di patologie delle imprese o della clientela, fino alla prevenzione di attività, i cui studi ne aumentano l’affidabilità grazie all’analisi simultanea di molteplici modelli dell’informatica quantistica applicata alla gestione dello Studio Professionale..

L’informatica quantistica nello Studio Professionale

L’informatica quantistica potrebbe offrire molteplici possibilità nel campo della logica e della promozione, della affidabilità e della esaustività. Se supportati con professionale attenzione, i computer quantistici integrerebbero i processori attuali, aumentando la rapidità dei dispositivi che lavorano con tecnologie come il machine learning o l’intelligenza artificiale.

Come segnala un report dell’agenzia di consulenza internazionale Accenture, “I computer quantistici possono fornire informazioni sicure agli algoritmi di machine learning. Ogni iterazione di nuovi dati può aiutare l’intelligenza artificiale nell’apprendimento”.

Nel campo libero Professionale, la pianificazione delle consulenze sarebbe una delle grandi avvantaggiate dall’implementazione dei super computer quantistici.

L’informatica quantistica permetterebbe una migliore applicazione della simulazione sulle attività del Professionista, analizzando tutti i percorsi possibili e scegliendo quelli più efficienti, tenendo in considerazione tutte le varianti. Cliente per cliente.

La Pianificazione delle consulenze non è l’unico campo dove l’implementazione dell’informatica quantistica potrebbe beneficiare il rendimento logico di uno Studio Professionale. Velocizzando la simulazione degli scenari, i computer quantistici potrebbero arrivare ad essere in grado di creare delle supply chain più resilienti e sostenibili.

Quale influenza potrebbe avere l’informatica quantistica nello Studio Professionale?

L’informatica quantistica non è semplicemente una tecnologia in più da tenere presente nei prossimi anni.
Coloro che non vogliono essere presi alla sprovvista dall’informatica quantistica, possono già iniziare a preparare il suo arrivo.

Quale influenza potrebbe avere l’informatica quantistica nello Studio Professionale?

Fake news, come riconoscerle ?

Fake news, come riconoscerle ?

Fake news, come riconoscerle ?

Le reti di conoscenze, la tv, la radio, ed i social sono il terreno fertile e l’humus che alimenta le fake news.

Le fake news hanno più terreno fertile in maniera diretta e proporzionale quanto più i contenuti sono letti senza alcuno spirito critico da parte del lettore.

Abbiamo fatto in modo ed accettato di buon grado che chiuse tutte o quasi, le edicole perchè non si vende più il giornale, l’informazione personale sia acquisita direttamente dalla rete nella maggior parte dei casi direttamente sul telefono cellulare.

È quindi fondamentale che gli utenti della rete imparino a distinguere tra le opinioni ed i fatti accertati, per informarsi correttamente bisogna saper identificare fonti credibili.

Non che la carta stampata sia credibile al 100% ma almeno sulla carta stampata esisteva a deontologia dei professionisti che la scrivono. Infatti depurata dalle inflessioni politiche o di marketing, difficilmente dai giornali o dall’etere si ascoltavano notizie false. Le famigerate Fake News sono annoverate tra gli effetti collaterali della digitalizzazione.

La digitalizzazione ha intensificato la tendenza di influenzare in maniera strumentale i lettori.

In internet i maggiori fornitori di informazione ed i social media hanno predisposto dei piani di informazione per evitare che, le fake news si diffondano in modo frequente e rapido.

Sulle piattaforme online siamo tutti editori, forniamo informazioni unilaterali e possiamo non ammettere altri punti di vista.

Ma come essere in grado di verificare la credibilità delle affermazioni, od il grado di affidabilità del diffusore della informazione.

Cosa sono le fake news?

A prima vista, le fake news somigliano alle notizie o ai report tradizionali.

Siccome però l’obiettivo dell’autore non è quello di adempiere al dovere di informare, bensì quello di manipolare l’opinione e/o scatenare emozioni.

Ad esempio bisogna evitare i gruppi con opinioni estreme, o una particolare visione del mondo ove sistematicamente sono fomentati gli animi e si diffondono opinioni unilaterali, e fatti manipolati.

Riguardo la guerra in Ucraina, in particolare, circola una grande quantità di fake news. Anche la politica e la scienza sono spesso bersaglio e fucina di fake news.

Come individuare le fake news

Individuare fake news spesso è anche facile. Ecco alcuni spunti di riflessione per stimolare la critica, oppure suggerire alcune delle modalità di verifica prima di assumere qualsiasi notizia quale veritiera, per riconoscere le fonti affidabili ed eventualmente poterla riportare.

  • Controllo: Da dove proviene l’informazione, chi e quale attinenza ha con la pubblicazione della notizia oppure con il contenuto pubblicato. La notizia pubblicata potrebbe giovare qualcuno che vuol diffondere un messaggio mirato. In quale contesto abbiamo ricevuto l’informazione giornale, reti sociali, YouTube, servizi di messaggeria gruppi WhatsApp ecc. l’informazione od il suo contenuto si prestano ad una qualsiasi strumentalizzazione ad esempio politica o professionale.
  • Verifica: È attuale. L’argomento è riportato anche su altri canali noti e seri. Come e con quali toni è riportato lì. 
  • Target: A chi è rivolta la notizia. Se il messaggio è pubblicato sul web, quanta altra informazione è visibile su questa pagina. Il titolo, il layout sembrano strani, ci sono molti errori di ortografia o il testo è enfatizzato o grossolano con più punti esclamativi.
  • L’URL: Che aspetto ha l’indirizzo telematico l’URL oppure gli indirizzi dei link per intenderci. Le fake news appaiono spesso su pagine che sembra appartengano ad editori seri ed accreditati. Anche l’indirizzo web può confondere perché molto simile a quello del sito originale, ad esempio è importante che il nome che riconosciamo (ad esempio il famoso e serio editore “notizie” sia immediatamente prima della desinenza o TLD del nome a dominio. www.notizie.it invece di notizie.blog.it

Esistono anche strumenti tecnici che ci possono aiutare a smascherare i fake editors e le loro news, ad esempio il motore di ricerca di fake news «Hoaxsearch.com», il portale di informazione «Mimikama.at» o la pagina web «Zuerst denken, dann klicken» su Facebook o Instagram. 

Attenzione a TikTok

Distinguere tra circostanze reali e notizie false è particolarmente difficile perché le informazioni si diffondono molto più velocemente sui social media che sui media classici dove prima della pubblicazione vengono adeguatamente controllate. Un recente fenomeno riguarda le notizie sulla guerra riportate sul portale video TikTok.

La piattaforma ha un numero di utenti giovani superiore alla media. In molti casi la fonte originale di un video non è visibile e, oltre ai video autentici provenienti dall’Ucraina, circolano anche video in cui sono state montate registrazioni di suoni e immagini di altri conflitti o addirittura di videogiochi.

moltiplicatori di fake news

Le fake news si diffondono principalmente attraverso le reti sociali, come Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, o servizi di messaggeria come Telegram o WhatsApp. Ricevono molta attenzione soprattutto quando evocano forti emozioni. Le notizie false che seminano dubbi, ridicolizzano una tesi o escludono le minoranze ricevono facilmente più «like» o vengono condivise e commentate più rapidamente e, così, si diffondono in pochissimo tempo.

Per gli utenti

  • Avvertiamo i più piccoli, che non tutto ciò che legge, vede o sente su internet corrisponde alla verità. Mostriamo loro perché è importante usare diversi canali e permettere alla propria discrezione di decidere attraverso la diversità di opinioni riscontrabili.
  • Saremo il modello di cui figli, colleghi e dipendenti hanno bisogno: saremo i primi a essere attenti ed a mettere in discussione i contenuti online. Esprimete i vostri pensieri ad alta voce e parlatene tra di voi.
  • Parliamo e smascheriamo le fake news, delle intenzioni che si celano dietro e di come si diffondono. Chiediamo ai più piccoli cosa ne pensano. Cerchiamo insieme esempi attuali di fake news.
  • Confrontiamo la notifica e la notizia la loro proporzionale attinenza, di norma svela fatti ed intenzioni reali.
  • Utilizzate i metodi di verifica più complessi, come il controllo dell’URL o la ricerca inversa della fonte per le immagini.
  • Trovate altri consigli utili su Giovani e media & AGICOM

In concreto non esiste un sistema dirimente la questione, ma l’attenzione ed il buon senso supportato dal proprio bagaglio culturale, sicuramente funzionano di più del migliore degli algoritmi messi in campo dai big della informazione. I quali giocoforza sono anche i maggiori diffusori di fake news.

Questa in Italia è l’informazione, figuriamoci quando si parla di politica, che si basa su questo tipo di informazione supportata dalla statistica più becera, sulla quale ci soffermeremo in un prossimo articolo.