Preammortamento: cos’è a cosa serve come si calcola ?

Preammortamento: cos’è a cosa serve come si calcola ?

Preammortamento su prestito: cos’è, a cosa serve e come si calcola ?

Quando ci si appresta a stipulare un mutuo, spesso ci si confronta con termini quantomeno insoliti od inusuali, i quali però sono capaci di confonderci le idee, soprattutto per i prestiti che beneficiano della garanzia statale del Fondo di Garanzia. Ci riferiamo nello specifico alla parola “preammortamento”

Bisogna quindi sapere cos’è il preammortamento e se eventualmente chiederlo alla banca per farlo diventare un vantaggio.

Ma nel dettaglio vediamo tre le domande che ci rivolgono i clienti, gli imprenditori piuttosto che una coppia di giovani:

Cos’è il preammortamento

È pacifico che quando si chiede un prestito, bisogna restituire l’importo finanziato in un determinato periodo di tempo che insieme con tutte le altre condizioni viene “concordato” con la banca.

Le modalità di restituzione del finanziamento alla banca quali la durata, il tasso di interesse e quello di mora, la periodicità della rata, le spese di incasso di ogni singola rata, le commissioni di istruttoria e l’eventuale assicurazione; Queste sono le informazioni utili per definire il piano di ammortamento del finanziamento.

https://www.avvocatoandreani.it/servizi/utility.php?ut=calcolo-ammortamento-mutuo&palette=giallo

L’importo della rata periodica, è composta dalla:

  • Quota capitale: con cui si rimborsa la parte del capitale riferita al periodo;
  • Quota interessi: con cui si rimborsa la parte degli interessi riferiti al periodo.

La rata quindi rappresenta il rimborso o l’ammortamento del capitale e degli interessi, spesso però, prima del pagamento delle rate di ammortamento, potrebbe essere previsto un periodo di preammortamento, durante il quale si pagano delle rate più basse, in quanto contengono solo la quota interessi e non la quota capitale del finanziamento.

Durante questo periodo che anticipa l’ammortamento vero  e proprio, saranno dovuti alla banca degli interessi di preammortamento.

Per darne una definizione:

Il preammortamento, è il periodo che intercorre tra la data di erogazione del prestito e la data di inizio dell’ammortamento vero e proprio.

 A cosa serve il Preammortamento

Sono due le tipologie di preammortamento, distinte tra:

Il Preammortamento TECNICO:

Questo tipo di preammortamento ha lo scopo di spostare la data di scadenza della prima rata in un giorno diverso rispetto al giorno dell’erogazione.

Può essere richiesto:

  • dalla banca, per allineare le scadenze di tutti i finanziamenti in un determinato giorno ad esempio ad inizio mese oppure a fine mese, per evitare la confusione con le scadenze fiscali di metà mese.
  • dal cliente, per far si che la rata scada in un periodo del mese in cui si riesce maggiormente a pagare regolarmente, ad esempio alcuni giorni dopo l’accredito dello stipendio per un privato, alcuni giorni dopo l’incasso dei crediti dai clienti per un impresa.

Generalmente è bene evitare o quanto meno limitare l’ammortamento tecnico, in questo articolo del Sole24Ore è spiegato molto bene, perchè può rappresentare un onere inutile e gravoso.

Il Preammortamento FINANZIARIO:

Il secondo tipo di preammortamento, ha lo scopo di concedere al debitore un periodo di tempo di maggiore tranquillità finanziaria.

Infatti può beneficiare di un periodo di preammortamento di 6, 12, 24 mesi 60 per i mutui ipotecari giustificati per esempio da:

  • l’acquisto di un nuovo macchinario che permette un incremento del fatturato, che andrà a pieno regime produttivo entro un tempo preciso;
  • la costruzione di un nuovo fabbricato su terreno di proprietà, con erogazione del finanziamento a stati avanzamento lavori (S.A.L.);
  • una situazione di particolare incertezza come quella dell’era pandemica da COVID-19. In questo caso il periodo di preammortamento permette al debitore di dover far fronte a rate di importo inferiore, in attesa che si stabilizzi la situazione economica e si torni alla “normalità economica”.

 Come si calcolano gli interessi di Preammortamento

Considerato che nel periodo di preammortamento non viene rimborsata la quota capitale, calcolare gli interessi di preammortamento è semplice.

Quella che segue è la formula matematica per il calcolo degli interessi di preammortamento in base ai giorni, che viene utilizzato in un preammortamento tecnico:

 Giorni di preamm.to * capitale * Tasso % annuo / 36500

Nel caso, si debba calcolare la rata di preammortamento relativa ad un preammortamento finanziario, è consigliato utilizzare questa seconda formula di calcolo definita in mesi:

 Periodicità rata preamm.to  (in mesi) * capitale * Tasso % annuo / 1200

In conclusione, quando si chiede un prestito alla banca, è meglio chiedere anche un periodo di preammortamento?

Sempre meglio non chiedere il preammortamento, perché potrebbe dare l’illusione della soluzione di un problema, che invece è solo rimandato.

Preammortamento su prestito: cos’è, a cosa serve e come si calcola ?

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Amerigo Vespucci e Palinuro insieme nelle acque di Procida

Amerigo Vespucci e Palinuro insieme nelle acque di Procida

Amerigo Vespucci e Palinuro insieme nelle acque di Procida

L’incontro dei due velieri nel golfo di Napoli è l’occasione per ripassare la nostra storia.

Amerigo Vespucci

Era il 22 febbraio 1931 quando venne varata presso il Regio Cantiere di Castellamare di Stabia. C’erano le autorità militari, civili e religiose così come il progettista, l’ingegnere Francesco Rotundi, un tenente colonnello del Genio navale e la madrina del varo, la signora Elena Cerio.

Consegnata alla Regia Marina il 26 maggio 1931, entrò in servizio come nave-scuola il successivo 6 giugno, aggiungendosi alla gemella Cristoforo Colombo, di tre anni più anziana ceduta alla fine della seconda guerra mondiale alla Russia tra gli altri beni chiesti in risarcimento.

Costituivano la Divisione Navi Scuola al comando dell’Ammiraglio Domenico Cavagnari. Il motto originario era Per la Patria e per il Re, ma venne modificato successivamente con l’avvento dell’Italia repubblicana e la caduta della monarchia, nel 1946, in Saldi nella furia dei venti e degli eventi.

L’attuale motto è Non chi comincia, ma quel che perservera. Assegnato nel 1978 è un’esortazione all’impegno e alla perseveranza a non mollare nei momenti difficili. 

La coincidenza del cambio di motto concentrandolo sulla resilienza, con la fine degli anni settanta la dice lunga sui governi inconcludenti che si susseguono proprio da quegli anni.

Palinuro

La nave scuola Palinuro è un veliero che la Marina Militare Italiana utilizzata come nave scuola per gli Allievi Sottufficiali Nocchieri, Nocchieri di Porto, Meccanici e Motoristi Navali. Le Scuole frequentate dagli Allievi sono quelle di Venezia, Porto Ferraio, La Maddalena e Taranto.
Il nocchiere è il marinaio che governa la nave. Sono nocchieri il timoniere, il capo timoniere e tutti coloro che si occupano delle operazioni in coperta e fuori bordo (ormeggio, disormeggio, rifornimento, manutenzione e pulizia).

Il Palinuro è una nave goletta. Ha tre alberi più il bompresso. L’albero di trinchetto ha le vele quadre. Gli alberi di mezzana e maestra invece sono armati con vele auriche. Il bompresso ha i fiocchi.

La nave fu varata nel 1934 in Francia, nei Cantieri Navali di Nantes. Il suo primo nome fu Commandant Louis Richard.

Era utilizzata da una società privata francese come nave da trasporto e da pesca del merluzzo nella zona dei Banchi di Terranova. Era armata con tre alberi a vele auriche ed era dotata di un motore diesel di 375hp.
Venne acquistata dalla Marina Militare Italiana nel 1950, dopo la perdita della nave scuola Cristoforo Colombo, ceduta alla Russia come già detto, in conto danni di guerra.

Grazie alle cure dell’Arsenale di La Spezia sono stati apportati i lavori necessari per trasformarla in nave scuola. Il 16 luglio 1955 entrò finalmente in servizio. Ha effettuato 34 Campagne Addestrative (nel 2005) soprattutto nel Mediterraneo, ma anche nel Nord Europa.

Il motto mai sostituito di Nave Palinuro è “Faventibus Ventis”, “Con il favore dei venti”, il porto di assegnazione è La Maddalena.

oligarchi pronti a sganciarsi: sono le donne a rompere gli indugi

oligarchi pronti a sganciarsi: sono le donne a rompere gli indugi

oligarchi pronti a sganciarsi: sono le donne a rompere gli indugi.

Tra gli oligarchi russi monta il malcontento contro Putin e la guerra voluta dallo “zar 4.0”, sta toccando seriamente i loro interessi economici, ma soprattutto sono i patrimoni ad essere aggrediti ed erosi.

Deripaska e Fridman lo sfidano, e strizzano l’occhio alle proteste di piazza, mentre Roman Abramovich media con Kiev per arrivare al cessate il fuoco.

È Mordashov il primo oligarca colpito dall’Italia Sequestrato ad Imperia il maxi yacht «Lady M» Già congelati beni di lusso per 140 milioni.

L’Europa con le mani legate

Perchè non può intervenire con i militari, punta sulle sanzioni economiche per cercare di fermare Vladimir Putin e la guerra in Ucraina.

Gli oligarchi, inseriti nella black list europea vedono aggredito e non solo dall’europa il loro patrimonio e potrebbero a loro volta rivoltarsi contro il presidente russo.

Al momento, però, quasi tutti tacciono.

Chi non tace sono le figlie dei ricchissimi di Mosca e dintorni. Le chiamano rich kids (o rich girls), si schierano apertamente contro la guerra in Ucraina attraverso i social forti dei milioni di follower precisano che non tutti i Russi sono d’accordo con Putin, molte avvertono sulla pericolosa disinformazione in Russia e si pongono così molto più avanti dei loro stessi padri.

Gli oligarchi sono da tempo attenzionati anche in Italia.

Ad occuparsene proprio oggi è stato il Ministero dell’Economia e delle Finanze che per questo ha riunito il Comitato di Sicurezza Finanziaria. Tenuto conto della pubblicazione

A strettissimo giro è infatti arrivata anche la richiesta della Uif di Bankitalia a banche e operatori finanziari di comunicare «non appena possibile» considerate le difficoltà che si incontrano per notificare atti agli oligarchi le misure di congelamento di fondi e risorse economiche» dei soggetti russi colpiti dalle sanzioni europee.

Il Csf, fondato nel 2001

Presieduto dal Direttore Generale del Tesoro, è composto da rappresentanti del Mef, dell’Interno, della Giustizia, degli Affari Esteri, della Banca d’Italia, della Consob, dell’Isvap, dell’Unità di informazione finanziaria, della GdF, della DiA, dei Carabinieri e della Direzione Nazionale Antimafia.

«Il Comitato – spiega il Mef – ha condotto una ricognizione delle misure di congelamento di fondi, risorse economiche mobili e immobili, sinora adottate nei confronti delle persone ed entità russe individuate nelle liste allegate ai suddetti regolamenti, e degli scambi informativi in corso». Quindi ora: «Il Comitato continuerà a garantire il massimo raccordo delle iniziative e azioni amministrative e investigative necessarie ad assicurare l’efficacia delle sanzioni».

Il rischio per l’Italia

Tutti sanno che gli oligarchi hanno una serie di cittadinanze ciascuno, Malta in particolare per attrarre investitori negli anni ha concretato una vera e propria svendita.

Gli oligarchi con cittadinanza maltese possono decidere di venire a svernare da noi.

La Banca Centrale Russa, intanto, annuncia misure per «supportare il settore finanziario» sotto pressione a causa delle sanzioni.

Oligarchi pronti a sganciarsi: sono le donne a rompere gli indugi.

yacht degli oligarchi: sequestri in Francia Germania e Italia

yacht degli oligarchi: sequestri in Francia Germania e Italia

yacht degli oligarchi: sequestri in Francia Germania e Italia.

L’obiettivo comune di Bruxelles, Washington e Londra, non è solo quello di mettere sotto tiro proprietà da mille e una notte, yacht, beni mobili ed immobili vari, piuttosto che conti bancari custoditi all’estero dalle elite moscovita.

Ma la triade e soprattutto l’ONU intende usare le sanzioni come una sorta di scardinamento della politica interna e di eventuali finanziatori della scellerata iniziativa bellica.

Con riguardo agli yacht molti dei quali in transito nel mediterraneo spesso soggiornano nella baia di Salerno.

‘Lady M’

https://youtu.be/rsxtr3mCqUA

Imbarcazione di 65 metri il Megayacht appartenente ad Alexei Mordashov, miliardario e comproprietario della Rossiya Bank, potrebbe venir bloccato nelle prossime ore. Ormeggiato nel porto di Imperia, rischia di rimanerci.

L’imbarcazione, se sorpresa in manovra, potrebbe essere bloccata a causa delle recenti sanzioni Ue.

‘Lady Lena’

Un altro yacht extralusso, di 40 metri, ha invece lasciato da poco la banchina occupata nel porto di Sanremo. Quest’ultimo appartiene a Gennady Timchenko, proprietario di Volga Group, una holding con vasti interessi nei settori dell’energia.

‘Amore Vero’

La dogana francese ha proceduto al sequestro dello yacht a La Ciotat nel sud della Francia, in seguito alle sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Russia.

Il mega yacht è di proprietà di una società di cui Igor Sechin, dirigente della società Rosneft, della quale è stato identificato come principale azionista.

Arrivato a La Ciotat lo scorso 3 gennaio lo yacht doveva restare nel porto fino al primo aprile per effettuare delle riparazioni.

Al momento del controllo lo yacht stava prendendo disposizioni per salpare in tutta fretta e senza aver completato i lavori di manutenzione previsti.

Al termine del controllo da parte delle Dogane francesi è stato preso il provvedimento in quanto il tentativo di uscita dalle acque territoriali francesi in sordina costituiva una infrazione alle sanzioni dell’Ue.

Pertanto la nave è stata sequestrata. Sechin figura insieme al figlio Ivan (dirigente della stessa azienda), nell’elenco degli oligarchi in black list pubblicata sulla Gazzetta Europea.

‘Dilbar’

Dei giorni scorsi è invece il sequestro da parte delle autorità tedesche del super yacht Dilbar di 512 piedi da 600 milioni di dollari del miliardario russo Alisher Usmanov in un cantiere navale di Amburgo.

Anche Usmanov figura nella lista dei miliardari colpiti dalle sanzioni dell’Unione Europea in risposta all’invasione Russa dell’Ucraina.

Usmanov ha acquistato il Dilbar nel 2016 dal cantiere navale tedesco Lürssen, che lo ha costruito su misura per lui in 52 mesi.

I vertici del cantiere costruttore lo definiscono uno degli yacht più complessi e impegnativi mai costruiti, in termini sia di dimensioni che di tecnologia.

Con le sue 15.917 tonnellate, è lo yacht a motore più grande del mondo per stazza lorda, ha un equipaggio di 96 persone.

Il Dilbar vanta anche la più grande piscina mai installata su uno yacht, una sauna, un salone di bellezza e una palestra. Due elicotteri assicurano i contatti con la terra ferma.

Può ospitare fino a 24 persone in 12 suite, trionfa ogni estate al largo della Costa Smeralda.

Usmanov, 68 anni, origine uzbeke, ha un patrimonio stimato di 19,3 miliardi di dollari secondo Bloomberg Billionaires Index (14,3 miliardi di dollari per Forbes).

Vanta investimenti anche nel calcio inglese (Arsenal ed Everton) e dal 2008 era presidente della Federazione internazionale della scherma dalla quale si è dimesso per protestare contro le sanzioni subite.

‘Nord’

Yacht da favola, 144 metri di lunghezza, è stato frettolosamente mandato secondo il Guardian a svernare nell’Oceano Indiano.

La “caccia” in Occidente agli oligarchi del business russo non risparmia neppure Aleksei Mordashov, 56 anni, accreditato da Forbes nel 2021 come l’uomo più ricco di Russia.

Un patrimonio stimato a oltre 29 miliardi di dollari, è stato preso di mira e destinatario di una nuova raffica di sanzioni firmate Ue.  Da ciò la provvidenziale fuga del Nord.

Nato in una famiglia operaia della regione di Vologda ed emerso dal nulla come altri nel far west delle privatizzazioni degli anni ’90 fino a farsi padrone dei ciclopici impianti siderurgici targati ora Severstal, nel Grande Nord, Mordashov è uno dei re dell’acciaio a livello planetario.

E’ di casa nella City; ha rilevato in Germania in piena pandemia quasi il 35% del colosso turistico internazionale Tui divenendone il maggior azionista; possiede giacimenti d’oro; fa affari in India e Cina; viaggia su un jet privato Bombardier Global 6000 tracciato di recente in volo fra Londra e Pechino e poi fra le Seychelles e Mosca.

L’Unione Europea lo ha inserito nella sua black list per le quote che detiene in seno a Rossiya Bank. Intanto si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Tui. E le sue quote, con un valore di mercato di poco inferiore a 1,2 miliardi di euro, sono state congelate.

La mappa degli yacht

Sulla mappa vessel finder potete cercare l’indicazione di dove si trovano gli yachts degli oligarchi nel mirino delle sanzioni.

Guerra Ucraina: oligarchi russi i primi dissociati

Guerra Ucraina: oligarchi russi i primi dissociati

Guerra Ucraina: oligarchi russi i primi dissociati.

Nella serata di lunedì 28 febbraio la Ue ha pubblicato una lista nera contenente i nomi degli uomini d’affari legati strettamente al presidente russo Vladimir Putin.

Si tratta dei famigerati oligarchi, diventati miliardari alla fine degli anni ’90 con le privatizzazioni delle ex aziende di Stato, nei settori delle telecomunicazioni del petrolio, dell’acciaio, delle materie prime, e che poi nel corso degli anni duemila fino ai giorni nostri hanno investito le loro fortune nei mercati occidentali comprando palazzi nelle città, ville nelle località più prestigiose e yacht di dimensioni enormi.

Nelle acque turchesi della Costa Smeralda

La scorsa estate ha fatto capolino proveniente da Gibilterra il “Nord”, nuovo megayacht di 142 metri di Alexei Mordashov, 56 anni, principale azionista del gruppo metallurgico Severstal e titolare di un patrimonio oltre i 25 miliardi di dollari.

Mordashov nel 2013 aveva rilevato dalla famiglia Lucchini le acciaierie di Piombino ma non è riuscito a rilanciarle e dopo un breve periodo le ha lasciate in mano alle banche creditrici.

In quell’anno ha anche acquistato la villa Parodi a Portisco, a sud di Porto Cervo, per 66 milioni, ed è stato accusato di evasione fiscale per 6 milioni.

Mossi dall’intenzione di ostentare ricchezza e acquisire territori, non pochi danni sono stati creati anche nella nostra economia.

Finora questi signori del denaro russo, quasi sempre veicolato attraverso paradisi fiscali ed il sistema bancario di Cipro, avevano giurato fedeltà a Putin, promettendo di assecondare tutte le mosse del presidente in cambio del mantenimento delle loro ricchezze.

Chi non ha obbedito a questo patto occulto

Come Mikhail Khodorkovsky, è stato spogliato delle proprietà e mandato in carcere con accuse false, oppure costretti all’esilio, c’è anche chi ha deciso di suicidarsi.

Mikhail Khodorkovsky nel 2003 era l’uomo più ricco della Russia, con un patrimonio stimato di 15 miliardi. Negli anni ’90 si impadronì delle principali aziende del Paese, specialmente quelle nel campo dell’estrazione delle materie prime, come la Yukos Oil.

Feroce oppositore di Putin, nel 2003 venne arrestato per frode fiscale e scontò dieci anni di carcere. Rilasciato nel 2013, Khodorkovsky lasciò la Russia costretto all’esilio. Attualmente vive a Londra.

Boris Berezovskij invece faceva parte della cerchia di oligarchi che approfittò dell’ondata di privatizzazioni dell’era Eltsin negli anni ’90.

Dopo aver sostenuto economicamente la campagna che portò all’elezione di Putin nel 2000, Berezovskij ne diventò oppositore.

Accusato di frode ed evasione fiscale, lasciò la Russia per la Gran Bretagna, dove fu trovato morto suicida nel 2013 a 67 anni, nello stupore di parenti ed amici i quali lo vedevano in pieno godimento della vita e delle sue fortune.

Qualche incrinatura nel sistema rosso di potere e denaro sembra però manifestarsi.

A supportare l’humus negativo le stime di Forbes, secondo la quale l’invasione dell’Ucraina è costata finora 128 miliardi di dollari solo agli oligarchi russi più ricchi.

I pacchetti di sanzioni finanziarie messi a punto dall’Occidente vanno a colpire i loro interessi economici causando perdite nei loro patrimoni miliardari.

Guerra Ucraina: oligarchi russi i primi dissociati

Ma vediamo chi sono gli uomini d’affari più in vista del Paese.

Negli ultimi giorni due degli oligarchi più vicini a Putin, cioé Mikhail Fridman Oleg Deripaska, hanno espresso opinioni contrarie alla guerra in Ucraina.

  • Mikhail Fridmanha inviato una lettera al suo staff alla sede londinese della sua società di private equity LetterOne. “Non faccio dichiarazioni politiche, sono un uomo d’affari con responsabilità nei confronti delle mie migliaia di dipendenti in Russia e Ucraina. Sono convinto che la guerra non potrà mai essere la risposta.

Vive tra Mosca e Londra. Forbes stima il patrimonio di Fridman in 15,5 miliardi di dollari. Ha 57 anni, ha creato e controlla Alpha Bank, la più grande banca privata russa, ed è tra gli ultimi a essersi arricchito con le privatizzazioni di fine millennio

È il primo oligarca russo  con una significativa presenza patrimoniale nei Paesi occidentali a criticare apertamente il conflitto, dopo le sanzioni che di fatto sono rivolte proprio agli oligarchi.

  • Oleg Deripaska, molto vicino a Putin, ha dichiarato che è arrivato il momento di porre fine al “capitalismo di stato” in Russia.

Deripaska è il fondatore di Basic Element

Uno dei più grandi gruppi industriali della Russia. “Re” dell’acciaio, possiede energia, metalmeccanica e aeroporti. Nel 2008 il suo patrimonio era di 28 miliardi.

  • Roman Abramovich, classe 1966, iniziò a fare fortuna nell’imprenditoria a fine anni ’80. Ha fondato diverse aziende di import/export, specializzandosi nel settore del commercio di petrolio e derivati. 

Secondo Forbes, nel 2020 il suo patrimonio era di 13,8 miliardi di dollari, cifra che lo ha reso il 113° uomo più ricco al mondo.

Dal 2003 è proprietario della squadra di calcio inglese del Chelsea. A causa dei rapporti tra Abramovich e Putin, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina l’oligarca ha affidato la gestione del club alla Chelsea Charitable Foundation, nonostante ne rimanga il proprietario.

  • Gennady Timchenko, ha fondato e possiede il gruppo di investimento privato Volga Group, specializzato in investimenti in asset energetici, trasporti e infrastrutture.

Il suo patrimonio stimato è di quasi 20 miliardi. Timchenko è già stato colpito dalle sanzioni internazionali dopo la guerra in Crimea del 2014.

  • Yuri Kovalchuk, noto per essere il banchiere personale di Vladimir Putin è tra gli oligarchi più vicini al presidente russo.

Possiede molti mezzi d’informazione del Paese. Nel 2008 Forbes lo inseriva tra i 100 uomini più ricchi della Russia, ma dopo le sanzioni imposte a Kovalchuk nel 2014 il suo patrimonio si è notevolmente ridotto.

  • Viktor Vekselberg è il proprietario e presidente della Renova Group, conglomerata che si occupa di materie prime, energia e telecomunicazioni. Possiede 15 uova Fabergé. 

Nel 2021 è tra le persone più ricche del mondo con un patrimonio stimato in 12,5 miliardi di dollari. Molto vicino al Cremlino, Vekselberg sta sovraintendendo i progetti per modernizzare l’economia russa.

Nel 2018

Finisce nella “black list” Usa per cui ne ha subito le imposte sanzioni.

  • Mikhail Prokhorov si è arricchito nel settore finanziario, è il 193° uomo più ricco del mondo. È presidente di Polyus Gold e del gruppo Pnexim e controlla la maggior parte della produzione di minerali preziosi nel Paese.

Prochorov è stato anche proprietario dei Brooklyn Nets della Nba fino a settembre 2019.

  • Alisher Usmanov ha un patrimonio netto stimato di 22,6 miliardi di dollari.

Imprenditore e dirigente sportivo, proprietario del quotidiano Kommersant, del secondo operatore di telefonia mobile del Paese e della più grande grande società internet del mondo russo. 

Già azionista di maggioranza di Metalloinvest, conglomerato industriale, è il direttore generale di Gazprom Invest. Dal 2019 il suo gruppo è lo sponsor dell’Everton Football Club.

Igor Bidilo. Petroliere kazako con un patrimonio personale stimato tra i cinquecento milioni e il miliardo di euro ha a disposizione una ricca collezione di passaporti in tasca è diventato il re di Siena comprando bar, ristoranti, immobili, la storica pasticceria Nannini, una tenuta alle porte della città. Con proprietà e interessi anche a Firenze, è suo lo storico caffè Giubbe Rosse, Milano e Roma, Bidilo è la dimostrazione di come i soldi (tanti) e gli amici giusti possano aprire tutte le porte. Specialmente in Italia.

La storia di Igor Bidilo, dei legami con Luigi Di Maio e con il Movimento di Grillo ora raccontata in un libro che tratta della conquista che gli oligarchi stanno facendo di Siena e non solo. In sintonia con gli accordi recentemente firmati da Conte con Putin per rilanciare il turismo in Italia, tenuto conto delle iniziative relative all’applicazione della direttiva Bolkestein, sulle concessioni balneari, ultimo esproprio ai danni di circa 30mila aziende italiane.

Guerra Ucraina: oligarchi russi i primi dissociati

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