Piano Transizione 4.0 – 2021

Piano Transizione 4.0 – 2021

Che cos’è il Piano Transizione 4.0

Il Piano Transizione 4.0 sostituisce i precedenti Impresa 4.0 e Industry 4.0 e rappresenta l’indirizzo di politica industriale dell’Italia, quantomeno per il prossimo triennio.

Ormai non si torna indietro bisogna a tutti i costi digitalizzare l’Italia.

La pandemia ha dato un impulso non indifferente infatti ha reso possibile l’informatizzazione e la digitalizzazione di ulteriori settori della P.A. i più recrudescenti. Indubbiamente la digitalizzazione della vita quotidiana dei cittadini interfacciata alla P.A. renderà risultati stupefacenti sul recupero delle imposte da evasione e del riciclaggio del danaro sporco, sicuramente darà ulteriori risultati stupefacenti in termini di  antiterrorismo e prevenzione degli infami attacchi terroristici.

Interfacciare telecamere e microfoni anche per strada ed i flussi di cassa di ciascuno di noi; Ci costerà la libertà, per la quale sono morti molti dei nostri nonni.

Adesso la stiamo cedendo per partecipare ad un organismo europeo nato per snellire gli scambi commerciali ed oggi incide sulla nostra politica interna, in maniera lesionista.

Perché ? Non si spreca occasione per dimostrarlo.

L’Europa dimostra di essere contro l’Italia e gli Italiani.

Il governo di turno per ingraziarsi favori da non concedere, infatti sappiamo che agli Italiani basta promettere.

Nell’ottica quindi di generare credito, che rappresenta l’attuale moneta elettronica voluta dall’Europa, nasce il Piano di Transizione 4.0 il quale consiste in un’unica misura, con aliquote differenti per incentivare l’acquisto di  diverse categorie di beni.

Il nuovo credito di imposta previsto dal Piano Transizione 4.0 sostituisce dal 2020 le misure disponibili fino all’anno scorso, tra le quali l’ iperammortamento e superammortamento. Nello specifico sono disponibili per gli imprenditori:

  • In sostituzione dell’iperammortamento è disponibile il credito di imposta per beni 4.0:
  • 40% per investire fino a 2,5 milioni di euro
  • 20% per investire tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro.

Oltre i dieci milioni di euro non sono previste misure.

Crediti d’imposta sui beni strumentali

  • In sostituzione del superammortamento, è stata pensata la misura del credito di imposta per beni strumentali al 6% per investire fino a 2 milioni di euro;
  • Prevista anche una misura specifica per i beni immateriali, in particolare i software: credito di imposta al 15% per investimenti con tetto fino a mezzo milione di euro.

Crediti per ricerca e sviluppo

Le nuove regole prevedono anche ulteriori crediti di imposta per altre categorie:

  • 12% fino a 3 milioni di euro di investimento per R&S – Ricerca e sviluppo;
  • 10% con investimenti fino un milione e mezzo di euro per progetti green e trasformazione digitale;
  • 6% per investimenti fino a un milione e mezzo di euro in design.

Transizione 4.0 le risorse disponibili per il 2021 in Italia

Il piano Transizione 4.0 scadrebbe quest’anno, ma i nuovi incentivi pensati per il prossimo triennio copriranno anche gli investimenti fatti a partire da novembre 2020, ma è possibile che si estendano per tutto il 2021 e 22 con consegna dei beni sicuramente fino a giugno 2023 in caso di pagamento anticipato dell’acconto.

Le risorse secondo il Ministro Patuanelli ammontano a 23,8 miliardi di euro.

Si prevede anche la fruizione dei crediti in tre anni e non in cinque anni. Le novità relative alle aliquote, come emerso a novembre, sarebbero:

  • l’ex iperammortamento, ora credito di imposta per beni 4.0, vedrebbe un ritocco delle fasce di investimento:
    • l’aliquota del 40% per la prima fascia vede un rialzo del tetto da 2,5 milioni a 4 milioni di euro, come confermato dal ministro Patuanelli a novembre 2020, con ritorno alle cifre attualmente in vigore nel 2022.
    • La seconda fascia dovrebbe avere tetto fissato ancora a 10 milioni, con aliquota dal 20 al 30%.
    • La terza fascia per investimenti dai 10 ai 20 milioni di euro, con aliquota del 10%.
  • l’ex superammortamento, diventa credito di imposta per beni strumentali materiali, nel 2021 dovrebbe vedere il rialzo dell’aliquota dal 6 al 10%. Se si tratta di beni utili per lo smart working, l’aliquota salirà fino al 15%, come confermato dal ministro, almeno per il primo anno.

Transizione 4.0 quali aiuti ci sono per le Pmi

L’idea emersa a novembre 2020 era quella di permettere alle PMI con ricavi fino a 5 milioni di usufruire del credito di imposta per beni strumentali in un anno invece che in tre anni.

Dopo il coronavirus: la proposta di utilizzo dei fondi europei

Durante l’audizione al Senato sul Recovery Plan, riguardo alla percentuale relativa agli investimenti in Ricerca & Sviluppo, a ottobre 2020 il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli ha annunciato che sarebbe necessario passare dal 12% al 20%. Inoltre, ha affermato che per sostenere il piano di rafforzamento delle misure 4.0 al fine di favorire l’innovazione e lo sviluppo, sarebbe necessario mettere sul piatto circa 25 miliardi di euro. Non una parola su come investire dette risorse.

Credito di imposta: le regole dell’Agenzia delle entrate

A gennaio 2021, comincerà la diatriba delle incomprensioni con l’Agenzia delle entrate la quale tenterà di recuperare tutti i crediti non riconoscibili, val bene la pena di ricordare ai furbetti che la costruzione di un credito d’imposta fasullo secondo la finanziaria 2021 può essere fatale, infatti oltre a prevedere una recrudescenza sanzionatoria, ma è  stata reintrodotta la misura cautelare dell’arresto.

A tal proposito segnaliamo anche che a gennaio 2020 l’Agenzia delle Entrate ha già pubblicato una comunicazione in cui precisa alcune regole per usufruire dei crediti di imposta del  Piano Transizione 4.0.

Innanzitutto, l’ente precisa che gli investimenti devono essere fatti da aziende che si trovano in Italia, tra il primo gennaio e il 31 dicembre del 2020, oppure fino al 30 giugno 2021 ma solo se entro il 31 dicembre 2020 è stato accettato l’ordine e sia stato pagato almeno il 20% del costo.

L’Agenzia delle entrate spiega

“il credito di imposta concretamente sarà fruibile tramite compensazione con il modello F24”

L’Agenzia delle entrate presenta anche una lista di beni esclusi dalle misure previste:

  • mezzi di trasporto motorizzati
  • i beni per i quali, spiega la nota, “il decreto ministeriale del 31 dicembre 1988 stabilisce coefficienti di ammortamento ai fini fiscali inferiori al 6,5%”
  • costruzioni e fabbricati
  • condutture delle industrie di imbottigliamento di acque minerali, stabilimenti balneari e termali oppure condutture per la produzione e distribuzione di gas naturale, aerei, materiale rotabile
  • i beni descritti come “gratuitamente devolvibili delle imprese operanti, in concessione e a tariffa, nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti”, come riporta la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate.

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Lead Generation; Perché è così importante per le aziende ed i professionisti

Prima di allargare il discorso alla funzione ed alle sue applicazioni vediamo;

Cos’è la Lead Generation ?

In estrema sintesi, rappresenta uno dei sistemi di vendita on line, comprende l’insieme di tecniche di network marketing che consentono ad un’azienda di generare potenziali contatti, attirando persone si, ma realmente interessate, le quali saranno parte del relativo processo di fidelizzazione.

Acquisire nuovi clienti con la Lead Generation significa costruire relazioni e guadagnare la fiducia dei nuovi clienti periodo dopo periodo, per far sì che questi scelgano e continuino a scegliere il prodotto e/o il servizio dell’azienda o dello studio Professionale.

Un tempo, per acquisire contatti, le aziende utilizzavano il passaparola le fiere o gli eventi di settore, i clienti fidelizzati, oppure concentravano tutta la loro attenzione sulle classiche “chiamate a freddo”, oggi strumenti come i siti web, i social network, gli SMS/MMS o l’e-mail; Hanno stravolto il modo di fare marketing migrando gran parte delle attività nella rete internet, ove attingere e generare nuova clientela.

L’avvento delle risorse informatiche ha permesso che il processo decisionale utile a condurre il cliente all’acquisto è totalmente cambiato.

Tutte le aziende, dai piccoli artigiani alle grandi industrie, ma anche gli studi professionali, sono costretti a porsi nuove domande; Come acquisire nuovi clienti, come fidelizzarli quali sono gli strumenti moderni utili allo scopo;

La lead generation in conclusione è il sistema integrato di attività che risponde a queste domande.

In dettaglio vediamo che per ottenere i risultati sperati dalle campagne di lead generation è necessario adoperare gli strumenti più utili del mondo digitale, in parte alla base della già nota net economy:

  1. SEO, Search Engine Optimization. Sono le attività di posizionamento organico sui motori di ricerca;
  2. SEM, Search Engine Marketing. Identifica ma ha un ambito più ampio della SEO, include la stessa SEO ma anche la SEA;
  3. SEA, Search Engine Advertising. È la disciplina che comprende tutte le strategie e le tecniche finalizzate ad aumentare la visibilità di un sito web;
  4. Content Marketing. È il marketing strategico che si basa sulla creazione e distribuzione di contenuti di valore;
  5. Social Media Marketing. È il modo per aumentare la popolarità e diffondere ad una vasta community il proprio brand, attraverso i Social Network;
  6. DEM, Direct Email Marketing. È l’attività pubblicitaria online basata sull’invio di un messaggio pubblicitario tramite email verso una lista preselezionata e monitorata nelle reazioni che suscita;
  7. Squeeze Page. Rappresentano le pagine dedicate ad aumentare il più possibile la lista di contatti;
  8. Lead Nurturing. È l’insieme di attività che puntano alla creazione di un rapporto con i lead attraverso l’invio di contenuti rilevanti per chi li riceve;
  9. Funnel. È il modello di marketing impiegato per descrivere e analizzare il cammino per l’acquisto, ossia il percorso che dovrà compiere il consumatore per aderire alla promozione in corso.

Raggiunta la fase di acquisizione del contatto, attraverso i nove punti sopra, bisogna passare alla cura della relazione instaurata con comunicazioni Business to Business o Business to Customers, che la coltivino.

Convertire l’interesse dell’utente raggiunto, in una vendita è il compito più difficile, soccorre quindi il lead nurturing (nutrimento in Italiano) è parte integrante di una strategia di marketing, che parta dall’acquisizione del contatto fino alla “vendita” definitiva, ed oltre fino alla fidelizzazione del nuovo cliente.

La fiducia e l’empatia con il potenziale cliente va costruita sono i contenuti a giocare un ruolo fondamentale, in questa fase.

Senza dimenticare poi che è necessario non lasciare da parte le campagne su Google Adwords o Facebook e l’utilizzo di software di Marketing Automation oggi diffusamente disponibile nella rete internet.

Ma perché la Lead Generation è così importante per il business ? per le imprese, per gli studi Professionali.
L’acquisizione di un lead (in italiano condurre) rappresenta come abbiamo visto il principio del funnel (in Italiano imbuto) di vendita in cui è fondamentale raggiungere in maniera semplice con un argomento valido ed accompagnare il potenziale cliente, attraverso strumenti e messaggi specifici, in questo percorso mirato che si completi in un acquisto.

Il punto di forza della lead generation è poter fare business su una lista profilata di contatti interessati all’azienda od ai servizi di uno studio Professionale ed ottenere maggiori possibilità di conversione, perché attraverso una strategia mirata ed un percorso ben preciso (funnel), i contatti vengono condotti fino alla fase di acquisto ed oltre fino alla fidelizzazione, che sappiamo non essere mai anche definitiva.

Ciò che diventa vitale per le aziende è capire quanti sono i potenziali clienti (lead) che può ottenere nel medio/lungo periodo, quanto fatturato può generare dalle strategie di lead generation e quanto costa, l’itero programma di marketing. La risposta a questa domanda dipende dall’azienda interessata e dal prodotto/servizio che intende vendere.

Nel contesto analitico di una campagna di marketing va tenuto conto dell’Inbound Marketing e delle variabili generate per una Lead Generation.
Il metodo Inbound è di fondamentale importanza nella lead generation, poiché mette al centro della comunicazione l’utente e le sue esigenze.

Niente pubblicità invasive e rumori di sottofondo, ma solo trasmissione dati concreti dai quali ci si attende una interazione che serva sia all’azienda proponente che al cliente raggiunto.

La competizione si gioca tutta online, in questo contesto in cui il consumatore diventa un soggetto attivo nella scelta e nel processo di acquisto. sarà stesso il cliente da raggiungere con le sue tracce lasciate in internet a dichiarare come e quanto vuole spendere.

L’Inbound marketing consiste nell’offrire valore agli utenti, creare contatti e curare relazioni: azioni fondamentali per la promozione e la crescita del business di un’azienda.

Infatti, la logica generale dell’Inbound marketing si basa su 4 fasi:

  1. attrarre traffico,
  2. convertire il traffico in lead,
  3. accompagnare i lead in funnel,
  4. vendere e fidelizzare.

È possibile, quindi, affermare che la stessa lead generation si divide in 5 fasi:

  1. acquisizione traffico,
  2. attrazione dell’attenzione,
  3. conversione in vendita,
  4. fidelizzazione,
  5. cura del cliente.

Ma è bene sottolineare che non esistono regole universali per la lead generation: ogni strategia va strutturata caso per caso, perché ogni azienda ha le sue caratteristiche specifiche ed il suo mercato di riferimento, ciascuna azienda soddisfa bisogni diversi per diversi consumatori/ici.

Una campagna di lead generation online, ben studiata consente di acquisire clienti al minor costo di acquisizione rispetto ai classici canali proposti dalle agenzie di pubblicità ormai tutte migrate su internet.

Spiegato così sembra facile apporre al proprio sito un plug in che proponga sulle pagine del web un lead magnet che attiri l’attenzione degli utenti ed offra loro un contenuto di valore es. brochure di approfondimento, e-book, podcast, altri regali o benefici).

Siamo tutti coscienti che la campagna di lead generation non non è così semplice, ma diventa un vero e proprio investimento per il futuro della propria azienda/studio Professionale, misurabile in termini di ROI, (Return on Investment)

Mettendo al centro della propria strategia di marketing; Il cliente, il quale avrà sempre e costantemente un problema da risolvere o un desiderio da soddisfare, si possono ottenere risultati sorprendenti soprattutto per il proprio business, grazie a tutta una serie di strumenti, da Facebook Advertising agli articoli sul proprio blog fino ad arrivare alle attività SEO & SEM.

Ma quali sono gli strumenti della lead generation ed il marketing automation.
Una volta che la strategia ha portato traffico al sito e fornito visibilità al prodotto e/o servizio dell’azienda, non resta che iniziare a convertire i visitatori che vengono in contatto con l’attività in potenziali clienti.

Lasciando i propri dati personali sono pronti per poter usufruire di attività di lead nurturing.

In questa fase, possono sopraggiungere in aiuto dell’esperto di lead generation una nuova serie di tool o strumenti per il marketing automation.

Innescando un sistema automatizzato di mail, con Mailchimp, Magnews o Hubspot, ecc. sarà possibile “curare” il rapporto con i contatti in precedenza reperiti.

Altri software di fondamentale importanza sono Unbounce per la realizzazione di landing pages o Hotjar per le mappe di calore che riguardano l’analisi qualitativa del comportamento degli utenti online sul sito web.

In questa fase, infatti, i lead reperiti, ovvero gli utenti potenzialmente interessati a quello che l’azienda offre, possono trasformarsi in prospect, ovvero potenziali clienti che hanno mostrato interesse per il prodotto e/o servizio dell’azienda.

Insomma, senza una strategia di lead generation a 360 gradi non sarà possibile massimizzare i propri investimenti di business e riuscire a convertire i lead in clienti.

Ogni azienda come gli studi Professionali dovrebbero comprenderlo il prima possibile ed iniziare ad approfondire questa tematica all’interno della propria struttura.

Perchè è utile seguire un Corso in Growth Hacking ?

Per quanto riguarda il significato dell’espressione growth hacking o growth hacker ormai il senso dovrebbe essere chiaro, la traduzione letterale è fortemente sconsigliata in luogo del Significato anglosassone concentrarsi sulla crescita (growth) ragionando fuori dagli schemi (hacking).

Il Corso in Growth Hacking & Performance Marketing è un percorso formativo studiato per aggiornare le competenze aziendali necessarie per mettere a punto strategie e tecniche di crescita del business basate sulla massimizzazione delle conversioni nel proprio mercato, sull’ottimizzazione di attività e campagne di marketing. Secondo i principi sopra enunciati.

Seguendo questo personalizzabile percorso, potremo:
  • Visualizzare il ROI in una ottica di miglioramento continuo della performance online;
  • Ottimizzare i contenuti di un sito web per massimizzare le conversioni;
  • Valutare priorità e criticità delle azioni di marketing di un progetto web;
  • Misurare le conversioni ed analizzare i dati con Google Analytics;
  • Impostare una campagna di Google Adwords;
  • Programmare in maniera efficiente i budget pubblicitari su Facebook, Twitter od altri social network;
  • Selezionare al meglio i target delle campagne marketing ottimizzando le tecniche di profilazione;
  • Applicare le potenzialità dei social network quali Facebook, Twitter ecc. ecc. in pubblicità per le aziende e gli studi Professionali.

Come di consueto speriamo che questo approfondimento per nulla esaustivo, possa contribuire a far cescere la coscienza del manager verso una integrazione nella rete di tutte le sue attività.

Per qualsiasi necessità come di consueto potete compilare ed inviare il form che segue, ricordiamo che la consulenza via internet è totalmente gratuita per gli utenti del blog.

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L’analisi del bilancio; Svela i segreti del cliente

L'analisi del bilancio; Svela i segreti del cliente

L’analisi del bilancio; Svela i segreti del cliente

Ormai sempre più imprenditori sembrano particolarmente avveduti, molti cercano di evitare situazioni di insolvenza dei propri clienti. Infatti a cospetto dell’acquisizione di un nuovo cliente, ci richiedono nella qualità di loro consulenti, come appare la situazione dell’affidabilità del loro cliente.

Ovviamente scaricato dalla CCIAA il bilancio e gli allegati procediamo ad una analisi che possa quantomeno sincerare sulla solvibilità o meno a medio termine. Del cliente da affidare per le forniture future.

Di norma prima di rilasciare un parere scritto informiamo il cliente sulla non esaustività del parere e sulla percentuale di rilevanza effettiva. Perché l’analisi di bilancio non è una scienza esatta. Subito dopo consideriamo le domande che si pone il fornitore riguardo la situazione patrimoniale del suo cliente. Le quali sono molto simili a quelle che si è già posto il fisco.

E’ così, che dagli studi di settore soccorrono gli indici che segnalano anche al fisco come stanno le cose. Salvo poi a verificare attraverso le segnalazioni all’Agenzia delle Entrate la realtà degli scostamenti analizzati. Ovvero la bontà del bilancio di esercizio, il quale ricordiamo, viene redatto secondo il principio della continuità e della prudenza.

Due indici per tutti: Presenti nello stato patrimoniale precisamente nell’Attivo.

  1. il magazzino in termini di rotazione;
  2. i crediti verso clienti (soprattutto se non verso imprese private)

Per capire se il valore del magazzino esposto in bilancio e gonfiato. Pratica commerciale scorretta che consente di migliorare il proprio rating e soprattutto per eludere le imposte. Circostanza che rende l’analisi di rotazione del magazzino particolarmente attenzionata per “coerenza” nello studio di settore.

In sintesi è facilmente rilevabile dalla sezione situazione patrimoniale ove prendete la voce C 1 “Rimanenza” la dividete per la somma dei valori espressi. Nella sezione Conto economico del bilancio le voci B6 “per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci” sommata e la voce B11 “Variazione delle rimanenze”; Il valore ottenuto se diviso per 365, restituisce se pur in maniera grossolana i giorni che impiega il magazzino a ruotare.

Il risultato quindi porrà in condizione di valutare con gli altri dati conosciuti se il magazzino risulta sopra valutato.

L’altra voce dell’attivo che tendenzialmente può risultare sopra valutata è quella dei crediti “verso clienti”, nell’attivo patrimoniale al rigo C, II, 1; il valore espresso diviso il valore espresso sempre nel conto economico alla voce “Ricavi delle Vendite” A ,1; l’importo che viene restituito restituirà i giorni medi d’incasso, quindi ove contenuto in 60 saranno i giorni medi data fattura dell’incasso.

È fuori dubbio che ad esempio un risultato di 200 gg sarà ritenuto inusuale od addirittura eccessivo per eccesso o per difetto tenuto conto del tipo di attività dell’azienda osservata.

Questi ed altri indicatori, anche se ripetiamo non sono valori assoluti, data la vocazione statistica dell’intera analisi di bilancio; Ma comunque sono capaci di dare una risposta ai mille interrogativi che affliggono i fornitori prima di potersi fidare completamente di un cliente, soprattutto se nuovo.

Non indugiare oltre, prima di acquisire nuovi clienti, fai come tanti altri scaltri imprenditori, prova a conoscerli meglio attraverso i dati che loro stessi dichiarano al fisco, anche il nostro studio può eseguire una accurata e completa analisi dei bilanci depositati alla CCIAA.

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